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Stop alle nuove superfici di vendita sopra i 10.000 metri quadri

La Provincia ha approvato la delibera proposta dal vicepresidente Olivi al termine del confronto con tutti gli attori del territorio

Piena condivisione da parte dei principali attori del territorio provinciale in merito allo stop all'insediamento di nuovi centri commerciali di grandi dimensioni in Trentino, in particolare di grandi piattaforme monofunzionali con superficie superiore ai 10.000 mq., già deliberato dalla Giunta in via preliminare lo scorso maggio.
Al termine del confronto, dunque, la Provincia ha dato oggi il suo definitivo via libera al provvedimento proposto dal vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi.
 
«Raccogliamo con grande soddisfazione il sostegno espresso dalle categorie interessate – sottolinea Olivi – che suggella una riforma, prima in Italia, che si propone di rinnovare il metodo di programmazione degli insediamenti commerciali sul territorio, all'insegna della qualità e alla valorizzazione delle nostre vocazioni di area alpina.
«A 50 anni dall'approvazione del primo Pup, e anche questa mi pare una coincidenza significativa, il Trentino si conferma un laboratorio di buone prassi. Questa decisione sottrae le dinamiche commerciali alle pressioni meramente immobiliari, permette una più razionale distribuzione delle superfici sul territorio e favorisce in prospettiva un consistente risparmio di suolo.
«Tre risultati importanti, che confermano anche la nostra attenzione ai centri storici, sorta di 'centri commerciali naturali', e alla rete dei piccoli e medi negozi che popolano le aree più periferiche. Il Trentino, insomma, respinge l'omologazione tout court ai grandi formati, salvaguardando e promuovendo un sistema commerciale integrato, diffuso in maniera capillare sul territorio, attento alla qualità.»
 
Sul testo approvato dalla Giunta il 5 maggio scorso si sono espressi: Comuni di Trento e Rovereto, Comunità della Vallagarina e Rotaliana Konigsberg, Confcommercio, Federdistribuzione, Uil del Trentino, Cgil del Trentino, Associazione artigiani e piccole imprese della Provincia di Trento, Confesercenti del Trentino, Confindustria Trento, Cooperazione Trentina e Consiglio delle Autonomie Locali.
Solo Federdistribuzione ha presentato alcune osservazioni critiche in merito alla proposta provinciale.

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