Commercio, il Trentino si apre una fase nuova
Approvati gli indirizzi di natura urbanistica ed edilizia degli esercizi e delle aree commerciali, dando così corpo alla legge provinciale del 2010
Il commercio del Trentino si appresta a vivere una nuova fase.
L'ultima riunione della Giunta provinciale, su iniziativa dell’assessore al commercio Alessandro Olivi, ha approvato la deliberazione con gli indirizzi di natura urbanistica ed edilizia degli esercizi e delle aree commerciali, dando così corpo alla legge provinciale del 2010.
«L'intento – evidenzia l'assessore Olivi – è quello di fare dei centri storici i nuovi attratori di un commercio di qualità e, al contempo, difendere il territorio dall'eccessiva aggressività di politiche immobiliari espansive. Vogliamo più centri storici e più recupero del patrimonio edilizio esistente, meno speculazione e meno grandi piattaforme, più protagonismo dei territori e, viceversa, meno consumo di territorio.
«Questa normativa intende coniugare la libertà di impresa e il pluralismo distributivo, tenendo come primo e principale obiettivo la tutela e la valorizzazione delle peculiarità del nostro territorio. Obiettivi perseguibili non tanto con una liberalizzazione selvaggia, quanto riconducendo gli interventi all'interno di una cornice unitaria, che tenga conto delle differenze fra i diversi centri del Trentino, fra il centro e la periferia, fra le aree montane e quelle di pianura, fra le grandi superfici di vendita e i piccoli negozi.»
Queste le novità principali introdotte: ai Comuni trentini al di sotto dei 10 mila abitanti (212 amministrazioni) spetta la regolamentazione delle medie struttura di vendita con superfici tra i 151 e gli 800 metri quadrati; i comuni con più di 10 mila abitanti (sono 5, ovvero Trento, Rovereto, Pergine, Riva ed Arco) regolamenteranno gli esercizi dai 151 ai 1.500 metri quadrati.
Per le strutture commerciali al di sopra di questa superficie la competenza passa alla Comunità di valle e ai Comuni di Trento e Rovereto (che lavorano come Comunità) che devono, tramite la Valutazione integrata territoriale (Vit) e altri strumenti, localizzare le aree dove insediare le grandi strutture di vendita.
I centri storici rimangono liberi in tutti i Comuni del Trentino per il principio della deprogrammazione. Di conseguenza, Comuni e Comunità di valle dovranno adeguare rispettivamente il Piano regolatore generale e il Piano territoriale di Comunità.
L’obiettivo della delibera, la più importante della legislatura in materiali commerciale, è di dotare il comporto del commercio di nuovi e più efficaci strumenti di programmazione sul territorio, offrendo alle aziende nuove iniziative economiche.
Centri commerciali
La delibera stabilisce che per le grandi strutture di vendita al dettaglio - quelle con superficie superiore a 800 metri quadrati nei Comuni con popolazione residente inferiore a 10 mila abitanti e con superficie superiore a 1.500 metri quadrati nei cinque maggiori Comuni del Trentino (Trento, Rovereto, Pergine, Riva ed Arco) - le Comunità di valle e i Comuni di Trento e Rovereto, in sede di pianificazione territoriale (Piano Territoriale di Comunità, Piano Regolatore Generale) provvederanno a localizzare le macro aree destinate ai futuri insediamenti. In questo caso, gli enti locali si avvarranno della Vit (Valutazione Integrata Territoriale), così da garantire un’approfondita analisi valutativa, simulando di nuovi scenari territoriali per il commercio.
La Vit è uno strumento conoscitivo di «aiuto alla decisione» tecnico istituzionale di tipo volontario che, inserito nei processi decisionali della pianificazione territoriale, mira a definire nuove dinamiche insediative del commercio.
L’insediamento di una struttura di vendita comporta diverse trasformazioni che, ricadendo su un vasto ambito territoriale, innescano processi cumulativi e sinergici sul territorio stesso. In questa logica la localizzazione di una struttura di vendita commerciale deve essere valutata attraverso 3 principali dimensioni intrecciate di valutazione: territoriale, in relazione alla disponibilità e allo stato della risorsa suolo; ambientale e paesaggistica, inerente lo stato delle risorse e degli ecosistemi naturali, i caratteri di pregio culturale del paesaggio locale; ed economica, riguardante le ricadute sulle funzioni economiche (produttive, turistiche, agricole, ecc.) trainanti il sistema territoriale locale.
L’individuazione delle macroaree passerà attraverso criteri quali il miglioramento della competitività della distribuzione commerciale, priorità all’utilizzo degli insediamenti esistenti, priorità al mantenimento di previsioni vigenti dei piani regolatori generali, posizione defilata rispetto alle principali visuali panoramiche, tutela dagli inquinamenti e sicurezza del territorio, igiene, integrazione degli insediamenti commerciali con servizi pubblici e di interesse collettivo, facile accesso rispetto al bacino d’utenza, facilità di infrastrutturazione dell’area.
C’è di più. La singola iniziativa commerciale di grandi dimensioni, potenzialmente insediabile all’interno delle macroaree, dovrà infine rispettare parametri di natura edilizia, gli unici che ne definiscono in concreto le dimensioni finali e la qualità complessiva dell’iniziativa. Nella delibera prevale il principio secondo cui, il sistema economico in generale - e quindi anche il settore del commercio - non può svilupparsi senza regole e senza un governo. La giunta e l’assessore provinciale Olivi sono arrivati a definire una regolazione idonea, equilibrata e soprattutto con una visione moderna e competitiva, in grado di proporre opportunità di iniziativa economica, di sviluppo, di apertura ai mercati, alla concorrenza, alla libertà di accesso alle attività economiche.
La Provincia autonoma di Trento si è posta questi obiettivi già da tempo, ben prima del legislatore nazionale, risolvendo questioni quali le «liberalizzazioni», «tutela della concorrenza» e «libertà di accesso» diventassero così attuali.
La Provincia autonoma di Trento ha puntato sul metodo dell’urbanistica commerciale come modello di programmazione della rete commerciale, sostituendo il metodo tipicamente economico, basato sul raggiungimento di presunti equilibri fra domanda ed offerta.
Oggi la situazione si è evoluta e la gestione dello sviluppo commerciale viene esclusivamente rimessa alla pianificazione urbanistica che si pone l’obiettivo di armonizzare gli insediamenti commerciali - in particolare quelli di grandi dimensioni – con il contesto ambientale e sociale dei singoli territori, cercando di evitare o ridurre alcuni effetti e conseguenze negative derivanti dagli insediamenti commerciali.
I nuovi strumenti concorreranno ad evitare fenomeni quali la congestione urbana, un eccessivo aumento del traffico veicolare, l’inquinamento acustico e ambientale, l’impoverimento dei centri storici, l’intasamento dei (sempre pochi) parcheggi pubblici per compensare l’inadeguatezza e l’insufficienza dei parcheggi pertinenziali privati a disposizione dei clienti.
Centri storici
Il provvedimento approvato oggi dalla Giunta provinciale completa il percorso avviato dalla legge provinciale del 2010 sui centri storici. la delibera dà corpo alla scelta di deprogrammare totalmente degli insediamenti commerciali – di qualsiasi dimensione e tipologia - in tutti i centri storici dei comuni della nostra provincia.
L’obiettivo è di rilanciare e potenziare il ruolo attrattivo dei centri storici, frenare l’esodo delle imprese commerciali da queste zone così importanti delle nostre città e recuperarne conseguentemente l’attrattività e la vivibilità sociale.
All’esterno dei centri storici si è posta l’esigenza di individuare le regole più idonee di natura urbanistica per pianificare e creare uno sviluppo sostenibile delle attività commerciali con particolare riguardo alla compatibilità delle destinazioni di area con gli insediamenti commerciali e la loro tipologia distributiva.
Sostenibilità e rispetto del territorio
Il metodo individuato è quello della Vit (Valutazione Integrata Territoriale) che deve coniugare sostenibilità ambientale in termini di rispetto per il territorio, tutela della salute dei cittadini, contenimento dell’inquinamento ambientale, accessibilità, rapporto e gestione del traffico rispetto al grado di attrattività dell’insediamento commerciale, integrazione con il contesto paesaggistico, qualità e offerta commerciale rispetto alle potenzialità ed alle specificità dei singoli territori.
La nuova metodologia permette di intraprendere un nuovo cammino della programmazione commerciale, che riguardi sì la struttura dell’offerta, ma che sia anche in grado di considerare un insieme di componenti indispensabili per l’evoluzione del territorio sul quale insistono (quali ad esempio il paesaggio e il turismo), e che riesca a coordinare questa totalità di elementi, seppur eterogenei, in maniera unitaria ed armoniosa, al fine di precisare una nuova ed organica politica per il governo del territorio.
Il territorio trentino non sarà più figlio della sua zonizzazione, che non può più prescindere dalla sua indivisibilità, ma che, per svilupparsi e correggersi, dovrà necessariamente impadronirsi dei suoi caratteri, salvaguardando le proprie «personalità» attraverso un ammodernamento, anche concettuale, che riesca a far coesistere gli elementi evolutivi con i caratteri identitari da conservare e tutelare.
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