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Incontro di Olivi con imprenditori e sindacati sull'orario dei negozi

«Il commercio Trentino continuerà a muoversi nel solco della legge provinciale»

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L'assessore provinciale al Commercio, Alessandro Olivi, ha avuto un incontro in Provincia con le organizzazioni economiche e imprenditoriali, i sindacati, i sindaci, al termine della quale ha rilasciato la seguente dichiarazione.
 
«Il Trentino si è dato una nuova disciplina in materia di commercio, a un tempo innovativa e flessibile, condivisa dagli operatori economici, dai sindacati, dalle amministrazioni locali, e continuerà a muoversi su quel solco, fino a quando essa non sarà disapplicata, o dalla Provincia stesso o dalla Corte costituzionale, - ha detto in sintesi le conclusioni dell'assessore. - Sul secondo punto il parere di un illustre giurista, Valerio Onida, e una sentenza del Tar di Trento, ci confortano: la materia è di competenza provinciale e la legge 17 non può essere considerata disapplicata dal varo di una diversa normativa nazionale. Altre regioni, su questo punto, si sono già rivolte alla Corte, che si pronuncerà ai primi di novembre, e se ne necessario lo faremo anche noi. Mi pare comunque che nel merito della disciplina sugli orari e le aperture che ci siamo dati, non vi siano contestazioni. Nessuno ha messo in discussione l'impianto generale della normativa, che comunque è sufficientemente flessibile e può essere perfezionato. Nessuno ci ha detto che siamo fuori strada. C'è sia negli amministratori sia negli esercenti sia nei lavoratori un consenso di fondo sul fatto che la liberalizzazione totale non è necessariamente un bene per il settore.»
 
L'assessore Olivi ha poi ripercorso il cammino della riforma del commercio.
«Una riforma - ha ricordato - che non è stata calata dall'alto, ma è scaturita da un confronto ampio e articolato. Io sono e rimango convinto che il settore andasse rinnovato. L'impianto che ci siamo dati contiene regole e meccanismi che vanno in favore del pluralismo e della flessibilità. Contiene però anche quelle regole di cui tutti sentiamo il bisogno, per conciliare liberalizzazione e esigenze del tessuto economico-sociale del Trentino».
 
Come noto, poco dopo è arrivato il decreto Monti, che ha liberalizzato il settore in maniera totale, rimuovendo ogni limite alle aperture. 
«Abbiamo avviato un confronto con le altre regioni d'Italia che come noi si interrogano sulla legittimità costituzionale di questo intervento dello Stato in una materia che la riforma del titolo V della Costituzioni riservava alle regioni, - ha detto ancora Olivi. - Alcune di esse infatti hanno impugnato l'articolo davanti alla Corte costituzionale. Ci chiediamo anche se una norma che annulla tutte le norme è una norma che va a vantaggio di tutto il commercio o solo di alcuni attori del sistema. E come noi se lo chiede ad esempio Bolzano, che ha forti perplessità. Pensiamo pertanto di presentare una posizione comune al Governo, quella di due terre che non sono contrarie alle liberalizzazioni ma pensano che esse non debbano avvenire in assenza di qualsivoglia regola.»
 
Sul piano giuridico il parere richiesto al professor Valerio Onida è positivo per la Provincia: la materia rientrerebbe nella competenza legislativa della Provincia autonoma di Trento.
Di conseguenza la legge provinciale non può considerarsi automaticamente disapplicata a causa dell'intervento dello Stato.
Il problema, seguendo questa interpretazione, non si pone neanche per le eventuali richieste di indennizzo che avanzate da alcuni operatori per mancato guadagno, come temuto da alcune amministrazioni comunali.
 
«La Provincia - ha detto in conclusione Olivi - sarà comunque a fianco di tutti i comuni nei quali potrebbero sorgere dei contenziosi. Il punto fondamentale è però quello di sostanza: dalle testimonianze che abbiamo sentito oggi pomeriggio, anche di rappresentanti di gruppi importanti nel settore della grande distribuzione, la liberalizzazione incontrollata non genera maggiori vantaggi, specie in un periodo di contrazione dei consumi quale è quello che stiamo attraversando, ma semmai maggiori costi. La normativa provinciale, incentrata su una liberalizzazione regolata, rappresenta al contrario, sotto questo profilo una risposta lungimirante ed efficace.»

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