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«Favorire gli investimenti delle imprese guidate da giovani»

Assemblea Giovani di Confcommercio , Zanolli: «Ripartire dai giovani imprenditori come leva strutturale di crescita economica e di innovazione dei territori»

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Paolo Zanolli.

Si è svolta oggi l’assemblea del Gruppo Giovani Imprenditori del Terziario aderente a Confcommercio Trentino presieduta da Paolo Zanolli.
Il presidente ha riportato i dati delle imprese giovanili, tracciando un quadro complesso: negli ultimi 10 anni in Italia si son perse 150 mila aziende guidate da giovani, anche se Trento e Bolzano sono in controtendenza (+3,2 a Trento, +15,7% a Bolzano secondo i dati del Sole 24 Ore).
In Trentino l’aumento della base demografica è stato del 1,7%, mentre quella imprenditoriale del 3,2%.
 
«Ciò dimostra – ha spiegato Zanolli – che il nostro è un territorio ancora fertile per lo sviluppo ed il sostegno alle start-up e ai giovani imprenditori, ma bisogna tenere monitorato quello che succede a livello nazionale perché potrebbe influenzare anche la nostra regione.
«Inoltre già in alcuni settori il calo di imprese giovani si è visto, mentre - è un dato di poche settimane fa - qui le start up fioriscono ma poche poi fanno il salto a Pmi innovative (il 67% sopravvive, ma solo il 6.8% ha fatto il salto, secondo i dati della Camera di Commercio Trento).»
 
Secondo l’indagine del Sole 24 Ore entro il 2050 il tessuto imprenditoriale guidato da giovani rischia di ridursi di un altro 25% a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.
In pratica in quasi 40 anni potrebbe scomparire quasi la metà delle imprese giovanile registrate nel 2012.
Tra i vari danni che provoca la riduzione demografica c’è quella di perdere persone che non studieranno né si formeranno all’Università creando ripercussioni gravi su idee, innovazione e competitività del Paese.
 
«Oggi fare impresa non è solo intraprendere un’attività in proprio ma richiede anche conoscenza e competenze importanti per competere su mercato.
«Considerando inoltre che il tasso dei Neet è in crescita si rischia di non avere un adeguato ricambio generazionale tra i giovani imprenditori.
«Bisogna quindi creare cultura d’impresa e spirito imprenditoriale, andando a incoraggiare le nuove generazioni a mettersi in proprio e fare impresa, non per necessità, ma per opportunità.»
 
«Le imprese giovani sono poi quelle che hanno sofferto di più durante il covid e lo shock energetico perché non hanno avuto alle spalle un patrimonio consolidato, anzi spesso sono ancora lontani dal break-even point essendosi indebitati per sviluppare il proprio business.
«Questo purtroppo ha fatto chiudere attività che erano operative da poco tempo e scoraggiato nuove iniziative.
«Se consideriamo poi che alle classiche difficoltà di inizio attività come la fitta rete burocratica, un regime fiscale oppressivo e una forte concorrenza, anche online, si sono aggiunti pure l’aumento dei costi, la riduzione della domanda a causa dell’inflazione e del potere d’acquisto della clientela, i mancati incassi o un aumento della dilazione dei crediti, è facile intuire che oggi fare impresa, in particolare nuovo business, risulta complicato.»
 
Quali strumenti sono quindi necessari per iniziare un’attività e poter stare sul mercato? È la domanda emersa nel corso dell’assemblea.
«Sicuramente una continua formazione aziendale, sia dell’imprenditore che dei suoi collaboratori, a cui si collega la gestione e la difficoltà di reperire personale idoneo alle proprie attività, con attenzione al fenomeno delle grandi dimissioni di cui stiamo assistendo negli ultimi due anni.
«Formare, motivare e gratificare adeguatamente i propri collaboratori, sia in termini remunerativi che di benefit e orari di lavoro, sono importanti per trattenerli nell’impresa.
«Poi è necessario fare rete con le altre imprese del proprio tessuto economico, in modo da aumentare collaborazioni e redditività dell’impresa».

«C’è poi il tema della digitalizzazione: ogni impresa non può non avere dimestichezza con i canali digitali, che siano strumenti da remoto o sistemi di e-commerce la strada ormai è tracciata.
«Da un punto di vista di organizzazione aziendale si dovrà invece lavorare sui risultati e non sul tempo, quindi per le aziende, soprattutto nel settore dei servizi, cercare di implementare l’attitudine all’innovazione e alla creatività.»

«Infine – ha concluso Zanolli – è indispensabile sviluppare un piano di liquidità per le imprese non solo con il finanziamento del debito, ma anche con un maggior ricorso all’equity, aprendo a nuovi investitori o strumenti come venture capital, corporate equity e crowdfunding.
«Finanziarsi tramite equity aiuterà le imprese ad essere meno fragili e vulnerabili, condividendo il rischio con investitori che incentivano le imprese ad essere più produttive.
«In conclusione mi sento di dire che il Trentino rimane ancora un attrattore di nuovi imprenditori, un catalizzatore di cervelli che non è facile riscontrare in altri territori.
«L’imprenditore deve però saper vedere il domani, capirlo e cercare di adeguarsi alle novità per essere determinante nel futuro, che avrà sempre delle nuove opportunità e business da cogliere.
«Bisogna quindi ripartire dai giovani imprenditori come leva strutturale di crescita economica e di innovazione dei territori.»

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