Bort: «Payback sanitario, urge una soluzione definitiva»
Confcommercio: In vista dello slittamento al 30 aprile del termine per i pagamenti, le aziende chiedono certezze
Dopo aver scongiurato il default a inizio anno, le aziende trentine fornitrici di prodotti tecnico-medicali chiedono che si intervenga a livello nazionale per archiviare definitivamente un sistema iniquo che mette a rischio le imprese e migliaia di posti di lavoro, compromettendo allo stesso tempo anche la tenuta del sistema sanitario pubblico.
Per il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort è necessario «procedere ad una soluzione definitiva che sciolga l’incertezza in cui versano le aziende del settore».
Hanno accolto positivamente lo slittamento al 30 aprile dei pagamenti relativi al cosiddetto payback sanitario, ma oggi le imprese del settore chiedono di affrontare il tema in modo risolutivo, che metta definitivamente al sicuro l’intero comparto da un sistema iniquo e discutibile sotto molti aspetti, non ultimo quello della correttezza costituzionale.
«In vista della chiusura dei bilanci – fanno sapere le imprese trentine fornitrici di materiale tecnico-sanitario – la questione del payback sanitario è ancora aperta: il rinvio al 30 aprile 2023 è stato un risultato importante ma va ricordato che la Provincia di Trento è l’unica ad aver già inviato le fatture.
«Se dovesse essere confermato il meccanismo del payback, un meccanismo che presenta molti aspetti di dubbia equità, tante aziende sarebbero costrette a portare i libri in tribunale, con le conseguenze disastrose a livello economico e sociale che questo comporterebbe.
«Chiediamo che fin da ora si intervenga per individuare una soluzione al problema, proponendo anche uno slittamento dei termini per il deposito dei bilanci almeno a settembre per consentire di contabilizzare in maniera corretta quello che si annuncia come uno tsunami.»
Le imprese, attraverso il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort, fanno sapere che, dopo i positivi incontri con la Giunta provinciale di inizio anno, chiederanno una nuova interlocuzione per sottoporre la questione ai vertici della sanità trentina in vista della scadenza del 30 aprile e fare in modo che anche a livello nazionale ci si possa attivare per arrivare ad una soluzione definitiva del problema.
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