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Dettaglio alimentare, «Categoria in via d’estinzione?»

I dati del Trentino presentati (e discussi) oggi in un incontro specifico tenuto nell’Auditorium di Confcommercio

Il dettaglio alimentare è un settore che, in questi anni, viene attraversato dai cambiamenti tipici del commercio più in generale, generati anche dal cambio di abitudini dovuti al Covid-19, ma che mantiene alcuni tratti caratteristici peculiari: attenzione al cliente, fidelizzazione, qualità nell’offerta.
È questa la fotografia che la categoria dei dettaglianti alimentari dell’Associazione commercianti al dettaglio del Trentino ha presentato agli associati e all’assessore Failoni.
Tra le criticità la crescita del commercio online anche per generi alimentari e il calo del numero degli esercizi specializzati.
 
Si è tenuto presso l’Auditorium di Confcommercio Trentino, in via Solteri 78 a Trento, l’incontro dal titolo «Il futuro dei dettaglianti dell’alimentazione: categoria in via d’estinzione?».
All’incontro hanno partecipato il presidente dell’Associazione commercianti al dettaglio e vicepresidente vicario di Confcommercio Trentino Massimo Piffer, il presidente della categoria degli alimentaristi Nicola Ribaga, la presidente nazionale FIDA-Federazione italiana dettaglianti alimentari Donatella Prampolini, l’assessore provinciale al commercio, turismo e promozione Roberto Failoni e il presidente della sezione Alto Garda e Ledro di Confcommercio Trentino Claudio Miorelli.
 
La presidente Prampolini ha illustrato l’attività di FIDA nell’ultimo biennio, legata soprattutto all’emergenza coronavirus.
«I nostri negozi non sono stati chiusi nemmeno mezza giornata – ha detto – sottolineando l’importanza che rivestono per la comunità le strutture come le nostre.
«Il supermercato di quartiere mantiene la leadership nelle preferenze dei consumatori, seguito dal grande ipermercato che, tuttavia, in tendenza sta perdendo posizioni.
«Il nostro compito è affiancare gli imprenditori e offrirgli tutti gli strumenti necessari a valorizzare e far crescere la loro azienda.»
 
«Lo sviluppo delle aziende del settore della distribuzione al dettaglio alimentare – ha detto il presidente della categoria Nicola Ribaga – ha portato negli ultimi anni ad una nuova formula distributiva che consiste nella vendita di grandi volumi di prodotti su elevata superficie di vendita.
«Siamo passati da una capillare rete commerciale ad una distribuzione più concentrata, sia in termini spaziali che strutturali, con l’effetto di innescare una desertificazione commerciale, ossia la scomparsa nei piccoli centri del servizio di prossimità.
«Nelle aree rurali e nei centri storici delle nostre città le attività commerciali al dettaglio hanno sempre svolto e continuano tutt’ora un ruolo molto importante in quanto, spesso, rappresentano l’unico punto di aggregazione e servizio per l’intera comunità.
«Con la creazione di questi centri concentrati in luoghi periferici e isolati si è creata un contesto sfavorevole per gli esercizi di piccola dimensione.»
 
«A questa sfida lanciata dalla grande distribuzione dobbiamo reagire, acquisendo un ruolo attivo finalizzato alla conquista dei clienti attraverso l’uso di idee innovative, specializzazioni di servizio e prodotto, la qualità e la competenza, il trattamento personalizzato con il cliente, tutte competenze che tipicamente, non si sperimentano presso i punti vendita della grande distribuzione moderna».
In Trentino sono circa 1.500 gli esercizi commerciali di generi alimentari, 820 dei quali non specializzati e 680 specializzati.
Gli ipermercati sono passati dai 3 del 2010 ai 6 del 2020; i discount da 2 a 11, i supermercati da 193 a 178 mentre i negozi specializzati sono passati da 760 a 680, con un calo considerevole nei settori carne (-33%) e pane e prodotti da forno (-21%).
 
Nei 5 comuni più popolosi (Trento, Rovereto, Riva del Garda, Arco e Pergine) il negozio specializzato registra un -12% nel numero ma una crescita della superficie media da 40 mq a 50.
Nel resto della provincia gli esercizi commerciali sono diminuiti dai 389 del 2010 ai 312 del 2020, mentre la superficie media è rimasta invariata a 40 mq.
Gli addetti sono rimasti pressoché invariati (circa 4.500) per l’esercizio non specializzato, mentre sono calati da 1.200 a 980 per gli esercizi specializzati.
«Dobbiamo proporre con forza – ha commentato Ribaga – alle amministrazioni comunali strumenti concreti per dare un’effettiva dimensione concorrenziale anche agli esercizi commerciali che sono il punto di riferimento delle comunità periferiche.
«Facciamo un richiamo alla politica che garantisca un ambiente concorrenziale, ma ben diversificato, tra media e grande distribuzione e micro- aziende, a garanzia di tutte le imprese, anche quelle familiari e di prossimità.
«Negli ultimi 10 anni, pre COVID, questa evoluzione commerciale ha ampliato il fenomeno delle chiusure dei piccoli negozi di vicinato.»
 
«La paura di uscire di casa nelle strade rese buie dalle insegne spente dei negozi e l’assenza di piccoli negozi che assolvevano anche al compito di agenzie sociali dove incontrarsi e ricostruire relazioni di vicinato hanno portato all’isolamento delle fasce più anziane della popolazione e dei giovani che non trovano più centri di aggregazione nei quartieri.
«II nostro obiettivo è quello dell’equilibrio fra la piccola e grande distribuzione, fra commercio fisso e ambulante, fra tradizione e modernità, fra centri storici e periferia, con l’attenzione alla qualità dei prodotti e dei negozi.
«Un’idea di crescita dei centri urbani, che metta al centro la qualità della vita dei cittadini e attività economiche, che garantiscano un servizio diffuso al consumatore.
«È importante dare un valore sociale e culturale, oltre che economico, alle aziende che operano nei piccoli centri urbani.»
 
L’assessore Failoni ha ricordato gli interventi della Giunta a sostegno della categoria, anche attraverso i bandi specifici che in tutto il Trentino hanno riscosso apprezzamento, come le 875 domande di contributo per i bandi qualità.
«Abbiamo sempre cercato di fare in modo – ha detto – che il Trentino sia considerato turistico in ogni suo ambito, perché solo con la forza del sistema riusciamo a crescere ancora e posizionarci sempre meglio.
«Stiamo approvando una norma che consente anche agli esercizi commerciali di farsi testimonial dei prodotti tipici del territorio perché crediamo che ciò possa essere di stimolo per l’intero territorio e crei aiuto e arricchimento agli esercizi ma anche al tessuto economico.»

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