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Ottava asta dei formaggi di malga

Gustosa sfida all’ultimo rialzo dei formaggi della Val di Sole e del Trentino

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Una gustosa sfida all’ultimo rialzo per accaparrarsi i migliori formaggi di malga: questo l’insolito spettacolo andato in scena lunedì 25 settembre presso il maestoso Castel Caldes in Val di Sole in occasione dell’ottava «Asta dei Formaggi di Malga della Val di Sole e del Trentino» ed iniziato con il caloroso benvenuto da parte del sindaco di Caldes Antonio Maini, appassionato fiduciario della Condotta Slow Food Terre del Noce.
La saporita iniziativa tra storia e prodotto, organizzata dall’APT Val di Sole in stretta collaborazione con il Castello del Buonconsiglio, Trentino Marketing, la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento, il Comune di Caldes, il BIM Adige e l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha visto avvincenti «lotte» a colpi di aumenti per aggiudicarsi i 22 formaggi stagionati tra 1 e 7 anni, prodotti da altrettante malghe da latte delle Valli di Sole e Rabbi e da altre vallate trentine, portati a stagionatura da Adriano Dalpez, esperto affinatore: la speciale figura professionale cioè particolarmente competente a portare il prodotto, dopo la fase di realizzazione, ad una qualità superiore e ad un gusto esclusivo attraverso la maturazione.
 
Una vera arte che richiede una profonda conoscenza del formaggio, dei suoi sapori peculiari, delle sue caratteristiche organolettiche, dei suoi comportamenti nelle diverse condizioni di temperatura e di umidità. Le varie forme di formaggio, assolute protagoniste del singolare evento, sono state acquistate da un minimo di 240 euro sino ad un massimo di 420 euro, per un semigrasso a latte crudo, semicotto, di 7 kg e 710 grammi del 2021, prodotto dalla malga Strino, posta a quota 1937 metri in alta Val di Sole, ai piedi del monte Redival e della catena dell’Albiolo. Il pascolo della malga, di proprietà dell’Asuc di Castello di Pellizzano, si trova su quella che era la linea del fronte della Grande Guerra del 1915-1918, non lontano dalla nota «città morta», i resti cioè di un vasto villaggio militare austro-ungarico.
 
Non a caso la malga si chiama Strino proprio come il noto e possente forte Austro-Ungarico, posto più in basso e sovrastante la strada per il Passo Tonale.
L’ottava asta dei formaggi stagionati trentini, condotta con maestria dal qualificato ed esperto banditore fiorentino Sergio Pelone a gestire lo speciale processo di compravendita al rialzo, ha visto uno speciale focus dedicato allo Storico ribelle, pregiato formaggio d’alpeggio tradizionale delle Valli del Bitto (laterali della Valtellina), baluardo della produzione casearia lombarda, adatto all’invecchiamento come pochi altri formaggi ed illustrato a Caldes da Carlo Mazzoleni, responsabile operativo di «Valli del Bitto Società Benefit», particolare società commerciale a supporto della produzione dello Storico ribelle.
 
Decisamente attiva ed entusiasta anche la partecipazione di due grandi nomi della cucina e della ristorazione italiana: Cristina Bowerman, stella Michelin dal 2010 e 3 forchette Gambero Rosso dal 2020, alla guida del ristorante Glass Hostaria di Roma, nonché Jacopo Malpeli, chef dell’Osteria del Viandante di Rubiera (Reggio Emilia), stella Michelin dal 2022 e Stella Verde per la sostenibilità.
Tra i noti partecipanti anche Silvio Barbero, vicepresidente di Slow Food Italia e dirigente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, l’agronomo e Maestro Assaggiatore di formaggi Francesco Gubert, l’esperto giornalista enogastronomico trentino Nereo Pederzolli ed il giornalista milanese Carlo Passera, coordinatore della redazione di Identità Golose, il primo congresso italiano di cucina e pasticceria d’autore.
 

 
L’assessore provinciale trentino al turismo Roberto Failoni, nel sottolineare l’importanza dell’evento di Caldes, «che lega in maniera basilare l’uomo, il prodotto e il territorio creando una vera esperienza di assoluta qualità e trasparenza», – ha sottolineato inoltre – «l’importanza di tutelare il formaggio di malga, simbolo di un passato glorioso, al fine di farci riflettere non solo su un nuovo tipo di economia più sostenibile e più attenta alla tutela ambientale, ma anche come investimento per il futuro, nell’ottica cioè di sviluppare nuove professioni.»
 
Dello stesso avviso l’amministratore delegato di Trentino Marketing Maurizio Rossini che, ha evidenziato, la basilare importanza di puntare sulla valorizzazione della qualità: un obiettivo prioritario per il quale il connubio agricoltura-turismo-cultura è decisamente essenziale, nell’intento di distinguere ancora di più il meraviglioso territorio trentino in maniera chiaramente sostenibile.»
 
La singolare manifestazione si è svolta presso il rinnovato castello medievale noto per la triste leggenda di Olinda ed ora ospitante sino al prossimo 5 novembre una mostra dedicata a Bartolomeo Bezzi, pittore originario di Ossana e considerato, dopo Segantini, il più importante pittore trentino dell’Ottocento, nonché uno dei principali promotori artistici nell’Italia del suo tempo.
L’evento di Castel Caldes, fiore all’occhiello dell’omonimo paese recentemente entrato a far parte del club dei «Borghi più belli d’Italia», ha inteso valorizzare nel migliore dei modi i prodotti dell’alpeggio e attribuire i giusti riconoscimenti alle numerose malghe tuttora presenti sul territorio locale, in perfetta armonia con l'incedere lento del tempo e delle stagioni e con i ritmi lenti e pacati della natura.
 
La speciale asta, prestigioso evento finale del Cheese FestiVal di Sole, festosa kermesse di sapori, tradizioni e cultura, organizzata dall’APT Val di Sole, si è conclusa con un buffet a cura di 2 ristoranti locali (Vecchia Canonica di Malé e Maso Burba di Piano di Commezzadura), arricchito dalla degustazione dei vini dell’Associazione TeRoldeGo Evolution e dei mieli di alta montagna proposti dall’Associazione Apicoltori Valli di Sole, Pejo e Rabbi e recentemente annoverati tra i Presidi Slow Food del Trentino Alto Adige.
Come evidenziato dall’entusiasta Presidente dell’APT Val di Sole Luciano Rizzi, «una novità particolarmente piacevole per valorizzare ulteriormente il nostro territorio, autentico scrigno di sapori talvolta nascosti ma senza dubbio essenziali per la qualità della vita e dell’ambiente naturale circostante, da tutelare in maniera sempre costante e convinta.»

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