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«Assordante silenzio della cooperazione su aperture festive»

Caramelle: «E' l'ennesima dimostrazione che sono fuori dal dibattito e non hanno visione. La loro strategia si limita a comprimere il costo del lavoro»

Il dibattito sulla liberalizzazione delle aperture dei negozi registra un grande assente, la cooperazione.
Mentre le altre associazioni datoriali hanno assunto posizione, in questi giorni e in passato anche parzialmente divergenti, sulla questione, la Cooperazione trentina tace.
«La loro assenza dal dibattito è la dimostrazione che la Federazione della Cooperazione si muove fuori dai reali temi che coinvolgono il commercio trentino – sostiene il segretario della Filcams Roland Caramelle -. Il loro silenzio è ancora più incomprensibile se si pensa alla loro storia e all'universo di valori a cui dicono di fare riferimento. E' l'ennesimo tassello del loro declino, della totale assenza di una visione strategica sul futuro della cooperazione di consumo. Le vicende Sait e Coop Alto Garda, a questo punto, sono vicende perfettamente coerenti: si stanno spogliando della loro storia e vorrebbero costruire il proprio futuro solo sulla compressione del costo del lavoro e dei diritti dei lavoratori. Così difficilmente si fronteggia la concorrenza.»
 
Caramelle, dunque, ribadisce la posizione del sindacato: «Per noi le festività vanno rispettate e le serrande in quelle giornate devono rimanere abbassate. Siamo contrari anche alle aperture domenicali. Abbiamo preso atto della volontà dell'Assessorato provinciale di muoversi nella direzione di una limitazione. Auspichiamo, dunque, che il percorso così come ci è stato delineato dal vicepresidente Olivi abbia un'accelerazione e si avvii quanto prima un confronto concreto.»
Il segretario della Filcams sottolinea anche la «coerenza» con la quale la Federazione sta affrontando la situazione di crisi che coinvolge la cooperazione di consumo.
«L'appello fatto ieri alle famiglie cooperative dal presidente Pezzi, da quanto apprendiamo dalla stampa, è stato un generico invito all'unità. Insomma si vogliono serrare i ranghi per evitare altre fughe. Niente di concreto sulla collaborazione tra Sait e Dao, solo una richiesta di appoggiare in toto il piano Picciarelli/Dalpalù, che non ristruttura nulla, come dimostra l'assenza di un piano industriale. Non c'è stato nessun passo avanti. Non si è parlato di nessun progetto di riorganizzazione, nessuna spinta sulle fusioni. C'è solo accanimento contro i lavoratori.»

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