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Assemblea della Federazione dei Consorzi Cooperativi del Trentino

I dipendenti sono in crescita: + 500 nel 2015 - Il solo il settore del credito nel 2015 ha versato 1.066 milioni di euro di imposte

L’assemblea della Federazione si è aperta stamani nella sala della Cooperazione in via Segantini con il commosso ricordo di Katia Tenni, affermata commercialista, sindaca della Federazione, scomparsa ieri all’età di 43 anni per un male incurabile.

In apertura il direttore Carlo Dellasega ha ricordato che «alcune cooperative stanno licenziando o sono in crisi. Ma per la maggioranza la cooperazione è fatta di imprese sane in grado di generare reddito ed occupazione».
I soci sono in crescita (+33.943 negli ultimi anni) i dipendenti pure (+ 500 nel 2015, +2.965 negli ultimi anni) e il fatturato tiene. Le cooperative portano un contributo anche economico all’autonomia trentina: solo il settore del credito nel 2015 ha versato 1.066 milioni di euro di imposte.
«La Federazione è una azienda sana sia dal punto di vista patrimoniale che economico. 183 collaboratori svolgono 240 attività diverse per le cooperative offrendo servizi di consulenza, revisione, tutela e rappresentanza.»
 
La vicepresidente vicaria Marina Castaldo ha rivolto ai soci un appello a guardare al futuro con coraggio e consapevolezza.
«Non nascondiamo i problemi, ma attenzione ad enfatizzarli troppo – ha affermato – anziché drammatizzare i toni, cerchiamo nuove strade.»
Quali, e con quali leader? La Federazione è impegnata in questi mesi in un percorso di transizione per la selezione del nuovo presidente dopo le dimissioni di Giorgio Fracalossi.
«Prima di pensare ai candidati dobbiamo innanzitutto discutere della cooperazione e del Trentino che vogliamo – ha proseguito Castaldo – del modello di sviluppo che vogliamo contribuire a costruire.
«Il che significa anche ripensare alla Federazione come luogo di elaborazione e di confronto strategico, per arrivare ad ottobre non solo con le candidature per la presidenza ma anche con le basi per un nuovo piano strategico che ci aiuti a fare le scelte che i tempi ci chiedono.
«La scelta della nuova leadership deve partire da una conversazione aperta e innovativa sul ruolo della Cooperazione nel futuro del Trentino.»
 
«Quello che serve – ha aggiunto Castaldo – è un nuovo patto federativo in cui le leadership settoriali (sia amministratori che manager) mettano a disposizione le competenze acquisite nei rispettivi ambiti per elaborare un grade progetto di territorio, traducendo le singole eccellenze in una visione comune per lo sviluppo di questa piccola terra.
«Dobbiamo però ricostruire la fiducia che si è persa negli ultimi anni. Per farlo serve trasparenza, coerenza, decisione.
«Negli ultimi anni – ha ammesso Castaldo – non sempre siamo riusciti a decidere. Dobbiamo riscoprire il senso e l’attualità del nostro stare insieme come sistema cooperativo.»
«Serve sia innovare il modello cooperativo sia generare nuova cooperazione, – ha aggiunto Gianluca Salvatori a.d. di Euricse. – In entrambi i casi il punto originale su cui la cooperazione ha un vantaggio competitivo è quello di rispondere ai nuovi bisogni di socialità.»
 
 Il nodo del credito 
Il presidente di Cassa Centrale Banca Giorgio Fracalossi ha aggiornato l’assemblea sulla riforma del credito.
Come noto è in corso una trattativa tra Federcasse, Cassa Centrale e Iccrea per condividere le linee guida del patto di coesione che determinerà il tipo di rapporto tra le Rurali e Bcc con la (o le) capogruppo.
«Speriamo di riuscire a salvaguardare l’autonomia responsabile delle Casse Rurali – ha affermato – perché l’unità del sistema è un valore da difendere. Ma non siamo disposti a barattare l’unità per la confusione.»
«Entro il 15 giugno chiudiamo l’accordo oppure dovremo fare ragionamenti diversi, e decidere in un senso o nell’altro. Il tempo non è molto, i 18 mesi stabiliti dalla legge per costituire uno o più gruppi bancari dovranno essere spesi per l’organizzazione.
«Questo impatterà anche sull’organizzazione della Federazione, perché il Gruppo porterà dentro di sé anche i controlli. Occorrerà definire quali attività e quali persone dovranno spostarsi. Siamo l’unica realtà in Italia che ha una Federazione unitaria. E anche questo è un valore.»
 
 Il bilancio e l’attività della Federazione 
La Federazione è un’azienda sana sia dal punto di vista patrimoniale che economico: non ha debiti ed ha molta liquidità.
«Abbiamo realizzato un utile di 188,6mila euro, ma sarebbe stato di molto superiore – ha affermato il direttore Carlo Dellasega – poiché abbiamo dovuto accantonare 600 mila euro per la sentenza dell’Antitrust (abbiamo presentato ricorso), 400 mila euro per la svalutazione di una partecipazione.
«Negli ultimi 5 anni sono aumentati i ricavi da servizio, anche se è diminuito il numero delle cooperative associate a causa per lo più delle fusioni e anche di qualche liquidazione.»
Le entrate a bilancio derivano da ricavi da servizi (17,6 milioni) e dalle quote associative (9 milioni), delle quali il 67% viene versato dal settore del credito, il 14% dalle coop agricole, il 10% dalle famiglie cooperative e il 9% dalle cooperative di lavoro, sociali, servizio e abitazione.

I ricavi da servizio, invece, derivano per il 54% dal credito, per il 14% dalle coop agricole, il 18% dalle Famiglie Cooperative e per il 14% dalle varie.
A questo va aggiunto il fatturato di 1,1 milioni che deriva da clienti non soci.
La Federazione esprime eccellenza in tanti servizi, da quelli settoriali come l’antiriciclaggio a quelli di studio e ricerca, dalla comunicazione all’educazione cooperativa che ha proposto alla Provincia una convenzione per l’alternanza scuola lavoro.
Ma l’azione della Federazione incide anche sui bilanci delle associate: grazie alle convenzioni l’ente di via Segantini ha consentito alle cooperative di risparmiare 574 mila euro di energia elettrica, 372 mila euro di gas naturale, attivare a prezzo interessante 11.000 sim per la telefonia.
 
 Gli interventi dei rappresentanti dei giovani e dell’associazione donne 
Alessandro Merlini, presidente Associazione Giovani cooperatori.
Speriamo che il futuro presidente della Federazione sia una figura attenta e disponibile a mettersi in gioco. La nostra Associazione sta lavorando per intessere rapporti sempre più forti e collaborativi con le altre associazioni giovanili del movimento, per formare un gruppo coeso e pronto per il ricambio generazionale.
E soprattutto formato: da anni proponiamo insieme a Formazione Lavoro un percorso formativo specifico per i giovani, al quale hanno partecipato in circa 200 di noi.
 
Nadia Martinelli, presidente Associazione Donne in Cooperazione.
La partecipazione plurale di donne e uomini è importantissima nelle imprese. La leadership mista favorisce il conseguimento di buoni risultati economici.
La valorizzazione dei talenti diventa una opportunità. Tenere conto dei bisogni delle persone genera autostima fiducia.
Per la fase di individuazione della nuova presidenza ci saremo: parteciperemo agli incontri territoriali e faremo dei direttivi.
Coinvolgere tutti, uomini e donne, attiva processi che potrebbero fare la differenza, con innovazione e creatività.
Solo a partire da dentro di noi, per unire insieme le nostre forze con tenacia ma anche ascoltando, riusciremo a difendere questo nostro mondo.

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