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Casse Rurali: bilanci positivi, ma «attenzione alla liquidità»

Rapporto fra raccolta e impieghi vicino al 100 per cento «Ma non siamo ancora usciti dalla crisi»

Non siamo ancora usciti dalla crisi. Le conseguenze si continuano ad avvertire anche in Trentino e non risparmiano le Casse Rurali.

Leggendo i numeri del 2010, presentati da Ruggero Carli, responsabile del servizio Casse Rurali della Federazione Trentina della Cooperazione, all'annuale convegno di settore, si possono individuare motivi di soddisfazione, ma anche qualche elemento di preoccupazione per il futuro.

Tra questi ultimi il maggiore è sicuramente rappresentato dalla questione della liquidità.
La stagnazione della raccolta diretta pone la necessità di trovare provvista per sostenere la richiesta di credito.
Ad oggi il rapporto impieghi/depositi è pari al 98%.

Uno degli aspetti positivi del 2010 indicati da Carli è la crescente fiducia verso il credito cooperativo manifestata dalla gente: i soci sono aumentati di oltre 3.200 unità portando il totale a 120 mila, mentre i clienti sono diventati 461 mila (+ 10 mila).
La fiducia degli utenti è stata ripagata dalle Casse Rurali che nonostante una contrazione della raccolta diretta (-0,5%) hanno potenziato gli impieghi (+3,6%) continuando a stare vicine a famiglie e imprese.

Gli impieghi sono cresciuti in termini di masse (12,2 miliardi a dicembre 2010, che diventano 12,9 se aggiungiamo i finanziamenti erogati da Cassa Centrale Banca), ma anche in termini di numero di posizioni: a fine anno i clienti che utilizzavano credito dalle Casse Rurali hanno superato il tetto dei 125 mila, con un incremento di 7 mila unità.
Più di un terzo dei prestiti sono stati erogati alle famiglie.

«Il sostegno al territorio - ha precisato Carli - è stato garantito in un momento congiunturale particolare in cui da parte dei grandi gruppi bancari si è assistito a un rallentamento o addirittura a una sospensione delle erogazioni di credito. Il sistema delle Casse Rurali trentine, invece, oltre a mantenere le linee di credito già attive, ha incrementato il suo intervento pur nella consapevolezza che qualche conseguenza si sarebbe scontata.
«Così è stato: le sofferenze (arrivate a fine anno al 2,4% del totale dei crediti) sono aumentate di 66 milioni di euro, da 232 al 298 milioni. L'incidenza delle sofferenze sul totale dei crediti rimane comunque inferiore alla media del sistema bancario in Trentino (+3,2%) e del sistema bancario nazionale, dove supera il 4%.»

Risultati complessivamente positivi ha fatto registrare la raccolta delle Casse Rurali che, considerando anche Cassa Centrale, sfiora i 17 miliardi di euro.
La migliore performance è stata realizzata dalla raccolta indiretta, che dopo anni di stagnazione ha segnato un elevato tasso di crescita (+9,4%), merito in particolare dei prodotti assicurativi di tipo finanziario.

L'attività delle Casse Rurali - ha osservato Ruggero Carli - si dispiega in una provincia che negli ultimi dieci anni ha visto crescere il numero degli sportelli di 87 unità determinando una rapporto sportelli/abitanti che non ha uguali nel resto d'Italia: circa 900 persone per sportello contro il doppio a livello nazionale.
Questa situazione comporta una forte concorrenza specie per quanto riguarda la raccolta in un momento particolare in cui le famiglie faticano a risparmiare.

Nel 2010 gli sportelli delle Casse Rurali sono aumentati di due unità, diventando 383.
L'utile netto, destinato ad un ulteriore rafforzamento patrimoniale, fondamentale in prospettiva per le nuove regole prudenziali che sono in arrivo, si è attestato a 58,8 milioni di euro.
Il patrimonio di vigilanza ha raggiunto l'importo di 1,7 miliardi di euro.

Dopo la relazione di Ruggero Carli è intervenuto il direttore generale della Federazione Carlo Dellasega.
«Il sistema delle Casse Rurali si è difeso bene - ha affermato - Ha svolto con efficacia il suo ruolo al servizio di famiglie e imprese. Il mutamento degli scenari impone tuttavia di alzare il livello di attenzione. Può essere necessario modificare alcuni aspetti strutturali per affrontare il futuro in maniera più serena.»

In conclusione del convegno il presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi, richiamandosi all'intervento di ieri del premio Nobel Amartya Sen, ha sostenuto che «è opportuno e necessario rafforzare il sistema, ma non a tutti i costi».
«La cooperazione garantisce equità e giustizia, - ha concluso. - È opportuno tenerne sempre conto nel nostro agire quotidiano. La libertà di scegliere non ha a che fare con l'egoismo ma piuttosto con la possibilità per ognuno di realizzare le proprie aspettative. Noi vogliamo impegnarci per rendere effettive queste condizioni.»

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