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Cantine di Nomi e Vivallis, verso una collaborazione strategica

Sarà una sinergia operativa, il primo passo verso la fusione. Oggi pomeriggio l'assemblea informale dei soci

I soci della cantina di Nomi riuniti oggi in assemblea informale hanno dato il via libera al «dialogo di collaborazione» con la cantina Vivallis.
«Questa simbiosi - ha affermato il presidente Giuseppe Delaiti - appare sensata per giustificare l'operato della cantina nell'ottica di una sua continuità operativa dentro i limiti imposti dal rigore dei costi e alla ricerca della massimizzazione dei profitti.»

Nel frattempo prosegue il lavoro di risanamento dei conti e di riorganizzazione industriale. Delaiti ha rassicurato i soci affermando che «dalle risultanze attuali dei dati di bilancio possiamo assicurare che la cooperativa riuscirà ad ottemperare ai prossimi due acconti concordati per i mesi di ottobre e dicembre nella stessa misura degli acconti già corrisposti. A dicembre verrà impostato il saldo sulle risultanze del bilancio al 31 luglio e che lascia intravedere positive conclusioni e possibili ulteriori spazi per la remunerazione delle uve dei soci.»

Il piano industriale prevede la dismissione di tutte le partecipazioni e proprietà extra produttive, la cessione dei rami di impresa direttamente o indirettamente controllati e la ridefinizione degli organici per riportare l'azienda a raffigurarsi come cantina di pura vinificazione delle uve conferite dai soci.

Il presidente Delaiti ha spiegato in dettaglio l'attività del consiglio in questa direzione.
La cantina di Nomi è uscita dalla compagine societaria di Athesia Vini, di cui deteneva il 20%.
Sono in dirittura finale le trattative per la vendita della partecipazione nella cantina siciliana «Fattorie Azzolino» di cui Nomi detiene il 70% attraverso la controllata Cienne.
La stipula del rogito prevista nel corso del mese di settembre.

La Cienne cesserà la propria attività nel corso del 2011.
Nel frattempo la produzione e commercializzazione di vini nei cosiddetti baginbox, che vale un milione di euro l'anno di fatturato ed un volume annuo di 10.000 hl. di vino condizionato, sarà ceduta alla Cavit entro il mese di settembre.

Riguardo il personale impiegato presso la cantina, il presidente ha affermato che sarà oggetto di una «profonda e radicale trasformazione contestualmente all'evolversi del progetto di collaborazione che verrà intrapreso con Vivallis», auspicando una soluzione dal parte del sistema della cooperazione.

«Quando le cose vanno bene, ma specialmente nelle situazioni di difficoltà, - ha affermato il presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi - intervenendo all'assemblea occorre stare insieme, rimanere compatti, lavorare per l'obiettivo comune.»

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