Compie trent’anni l’assistenza domiciliare in Trentino
La Fai è stata la prima cooperativa sociale ad occuparsi di assistenza domiciliare in Trentino.
Furono 14 donne a dare vita alla prima cooperativa in Trentino di assistenza domiciliare: la FAI - Famiglia Anziani Infanzia. Prende il nome da un luogo, Fai della Paganella, dove nel 1983 si è tenuto il primo corso per assistenti geriatriche gestito a Casa Serena per l’Associazione professionale italiana collaboratori familiari di Roma (Apicolf).
Fu lì che maturò l’idea da parte di alcune frequentanti di dare vita a qualcosa di nuovo nell’assistenza domiciliare per anziani e disabili.
Nello stesso momento si tenevano incontri con le istituzioni locali per presentarsi e farsi conoscere, le riunioni nelle proprie case private prima e in una sala messa a disposizione dei Padri Dehoniani poi.
La cooperativa partì con un primo contratto di 30 ore settimanali. Alla fine dell'anno le ore erano 5000, testimonianza non solo della fiducia da parte del Comune di Trento ma anche dell'effettivo bisogno presente sul territorio.
Dieci anni dopo le ore di assistenza superavano le centomila.
«Nonostante la crescita tumultuosa dei primi anni - ricorda la socia fondatrice Emanuela Caldini - lo spirito delle fondatrici si era mantenuto ed aveva fatto si che all’interno della cooperativa si mantenesse una sorta di mutuo soccorso tra gli aderenti, una autentica famiglia allargata.»
Il presente
La cooperativa oggi, a trent’anni di distanza, risponde al bisogno di cura di numerosi anziani offrendo assistenza domiciliare a circa 450 persone in un anno; gestisce il Centro diurno a Ravina, la Casa del Clero e l'Infermeria dei Frati Francescani a Trento, oltre a diversi altri servizi territoriali.
Nella cooperativa oggi lavorano 130 persone, 119 delle quali donne.
Metà di esse sono straniere. E le ore lavorate all’anno, nel frattempo, hanno superato le 114 mila.
Oggi la cooperativa è cresciuta, adattandosi al cambiamento del territorio e ai bisogni dei suoi utenti.
Raggiunge con i suoi servizi tutta la città, ma con una concentrazione maggiore nei Poli sociali del Centro storico, Bondone e Sardagna e Oltrefersina e Mattarello.
Altri servizi sono forniti in associazione temporanea di impresa con le cooperative sociali Sad e Spes.
A Ravina, luogo in cui la cooperativa ha deciso di festeggiare i trent'anni di attività il 7 dicembre, a partire dalle 15.30, gestisce il Centro diurno «Filo Filò», luogo di ritrovo per diverse persone anziane della zona.
Luogo di chiacchiere, giochi, ma anche dove poter mangiare in compagnia: il centro infatti è aperto anche come mensa fino ad un massimo di 20 persone.
Per rispondere ai nuovi bisogni della comunità, FAI ha avviato inoltre una serie di servizi aggiuntivi.
Per aiutare le famiglie che desiderano mantenere una persona cara non più autonoma in casa propria, FAI ha dato vita ad uno sportello che fa incontrare la domanda con l'offerta di assistenza privata, gestito per le badanti in collaborazione con l'agenzia di lavoro interinale Cooperjob.
Fa inoltre parte, insieme ad altre 40 organizzazioni del territorio, del Progetto di volontariato Pronto Pia per aiutare chi ha bisogno a svolgere piccole commissioni come ritiro di ricette mediche, acquisto di farmaci o accompagnamento per visite mediche o terapie.
Il futuro
La FAI dipende oggi per l’87% da risorse pubbliche.
Quest’anno alcune risorse sono state convogliate dalla Provincia autonoma direttamente alle famiglie attraverso gli «assegni di cura».
Questo cambia le cose e crea un nuovo mercato, che richiama anche nuovi soggetti in concorrenza tra di loro.
«La cooperativa si sta strutturando per intercettare questa domanda privata - afferma il presidente Massimo Occello - che richiede l’attivazione di nuovi servizi. Le famiglie hanno bisogno di una assistenza più articolata e flessibile. Questo richiede un radicale cambio di mentalità da parte degli operatori. Stanno entrando nel lessico della cooperativa parole come piano di marketing, promozione, customer satisfation. La cooperativa dovrà essere veloce nella risposta alla domanda, coesa al proprio interno, molto organizzata. Stiamo investendo molto in formazione, gestione del personale, sviluppo e innovazione. Servirà anche molta più capacità di fare sistema tra le cooperative del settore.»
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