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Attacchi degli artigiani al Progettone «ingenerosi e sbagliati»

Il CLA: «La crisi impone di lavorare assieme, mentre i vertici dell’Associazione Artigiani distillano commenti velenosi»

«Pubblichiamo il comunicato giunto in redazione dai responsabili del Consorzio Lavoro e Ambiente, il cosiddetto «Progettone», nel quale gli attacchi dei vertici degli Artigiani vengono respenti, in quanto ingenerosi e sbagliati».
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Il Consorzio CLA non ci sta al continuo attacco da parte dei vertici degli artigiani.
Come tutti, anche noi viviamo questi momenti dell'economia in forte recessione con grande apprensione, ma non per questo ci scagliamo contro le altre associazioni per difendere qualche lamentela locale quasi sempre solo strumentale.
 
Il consorzio in questi anni si è sviluppato grazie alla crescita imprenditoriale di molte cooperative, che hanno stretto alleanze e collaborazioni con imprese artigiane ma anche con imprese industriali.
Con moltissime imprese artigiane abbiamo instaurato un'ottima collaborazione che desideriamo continuare e sviluppare ulteriormente.
 
I lavori affidati dalle nostre coop alle imprese artigiane annualmente ammontano a diversi milioni di euro, ai quali vanno aggiunti circa 3 milioni di euro di materiali edili, noli e lavori che CLA acquista annualmente dagli artigiani in tutte le valli trentine per la gestione del «Progettone».
Forse tutto ciò non soddisfa i vertici dell'Associazione Artigiani.
 
Noi non pretendiamo di affermare che l’impresa cooperativa sia migliore di altri sistemi imprenditoriali, ma è una forma riconosciuta dalla Costituzione e pretendiamo rispetto da qualsiasi altra forma di impresa, in quanto non riteniamo ci sia un sistema migliore di altri, capace di garantire tutto e tutti, ognuno è libero di scegliere la forma che più lo soddisfa o di trasformare la propria società in un altro tipo.
Pertanto, chi dice che le cooperative fanno concorrenza sleale afferma una cosa non vera.
 
Dire, poi, di non affidare i lavori alle cooperative perché non sono imprese del territorio, è una grande falsità; le nostre coop hanno uguale dignità e diritti di qualsiasi altra impresa, sono sul territorio da decine di anni e sono profondamente ancorate al territorio!!
Ricordiamo inoltre che gli affidamenti avvengono come la legge prescrive e non di nascosto delle ditte locali.
I proprietari sono i soci lavoratori - non uno o pochi azionisti - che lavorano una vita per pagarsi lo stipendio e capitalizzare e consolidare la loro cooperativa.
Quando poi il socio matura la pensione, o qualora decidesse di cambiare vita, non ha alcun diritto sul patrimonio della società che resta a chi continua l'attività.
 
Pertanto le nostre cooperative non possono chiudere e trasferire la sede a est o a sud (come altri fanno).
Per quanto riguarda il «Progettone» infine, in troppi periodicamente si scordano o fanno finta di non ricordare le origini di questa iniziativa di politica del lavoro e la ragione per cui solo il movimento cooperativo - nel lontano 1986 - ha avuto il coraggio e la sensibilità sociale di farsi carico della sfida lanciata dalla Provincia autonoma per dare risposta ad un drammatico problema occupazionale.
 
Vorrei ricordare - basta andare a vedere il bilancio sociale del Servizio e Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale - che nel 2011 a fronte di affidamenti a CLA del valore di quasi 40 milioni, oltre 32 sono stati costi relativi alla mano d’opera e circa 7,5 milioni per beni e servizi; di questi quasi 3 milioni sono stati acquistati da imprese artigiane.
Inoltre SCNVA ha affidato direttamente lavori ad altre imprese non cooperative per 13,6 milioni.
 
Crediamo che i numeri parlino da sé; ricordo inoltre che alcuni lavori vengono  affidati direttamente anche alle imprese artigiane.
Per affrontare la grave crisi è di fondamentale importanza che le associazioni datoriali trentine aumentino i livelli di collaborazione anziché litigare.
 
Per questo siamo disponibili a sederci con tutti per confrontarsi sulle varie problematiche, ma non accettiamo di essere oggetto di continui attacchi pretestuosi che paiono avere obiettivi molto diversi dal cercare insieme opportunità di lavoro per le nostre aziende ed i nostri lavoratori.
Non credo che il detto «mors tua, vita mea» possa essere condiviso dalle associazioni di categoria perché altrimenti, se dovesse perdurare questo atteggiamento, ci chiediamo che senso abbia lavorare agli «stati generali dell'edilizia» chiesti a gran voce dagli artigiani e da noi convintamente condivisi.

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