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L’emergenza occupazione affrontata in un seminario alla Coop

Approfondite le novità della riforma Fornero, ma nel 2012 la disoccupazione è cresciuta in Trentino di due punti e colpisce soprattutto i giovani

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Sono 40 mila le persone in Trentino, se includiamo anche i conferitori delle società agricole, che ricavano il proprio reddito dalla cooperazione.
Anche in forza di questo dato non è eludibile per la cooperazione trentina occuparsi del lavoro, che significa più in generale perseguire l’obiettivo dell’attenzione alle persone.
Con questa assunzione di responsabilità Michele Odorizzi, consigliere delegato per il lavoro della Federazione Trentina della Cooperazione, ha introdotto il seminario di studio «Nuove prospettive per il lavoro», che si è svolto stamani al Centro della Cooperazione di via Segantini.
 
In un quadro generale di crisi per l’occupazione, nel 2012 si sono registrati i primi segnali di difficoltà anche nel sistema cooperativo.
L’occupazione, cresciuta nei primi anni della crisi, ha subito una battuta d’arresto. Il lavoro - ha affermato anche il direttore della Federazione Carlo Dellasega - occuperà una posizione centrale nell’agenda della cooperazione trentina, che è impegnata a trovare le giuste misure per dare una risposta concreta alle persone.
Uno strumento sarà rappresentato dall’organismo bilaterale sul lavoro che la Federazione e le organizzazioni sindacali hanno dichiarato di voler promuovere con un accordo siglato nel maggio 2011.
 
Le relazioni presentate al seminario hanno messo a fuoco lo scenario che si prospetta a seguito dell’entrata in vigore della riforma del lavoro Fornero e dell’attuazione della delega alla Provincia di Trento in materia di ammortizzatori sociali.
La riforma ha ridefinito il quadro delle tipologie contrattuali, la cosiddetta flessibilità in ingresso, e le regole del recesso dal rapporto di lavoro, alla luce della revisione dell’articolo 18.
È stata inoltre riordinata la materia degli ammortizzatori sociali, con l’entrata in vigore dall’1 gennaio 2013 della nuova assicurazione sociale per l’impiego, che sostituisce l’indennità di disoccupazione, e con la previsione dell’affidamento alle parti sociali, attraverso la creazione di fondi bilaterali, della predisposizione degli strumenti di integrazione salariale per i periodi di sospensione del rapporto di lavoro.
 
La disoccupazione si fa sentire anche in Trentino, ha evidenziato nel suo intervento Michele Colasanto, presidente dell’Agenzia del lavoro.
«Nel terzo trimestre del 2012 ha detto, citando un dato rilevato più recente – si registra un aumento del tasso di disoccupazione di due punti rispetto all’analogo periodo del 2011, attestandosi sul 5,8%, e una crescita delle persone in cerca di lavoro di 5.200 unità, che porta il totale a 14.300 unità.
«La mancanza di un posto colpisce soprattutto i più giovani, dove raggiunge la percentuale del 16,5%, con un incremento nell’ultimo anno di 3 punti. La crisi allunga anche i tempi di permanenza in stato di disoccupazione: circa un terzo dei disoccupati è alla ricerca attiva di un impiego da almeno un anno.»
 
E fuori dal Trentino la situazione è ancora più pesante: nel resto d’Italia il valore della disoccupazione è vicino al 10% e nella fascia dei giovani supera il 32%. Va meglio invece in provincia di Bolzano.
Arturo Maresca, docente di diritto del lavoro all’Università La Sapienza di Roma, ha approfondito l’impianto della Riforma Fornero, «che ha come nucleo centrale la flessibilità del lavoro, sia in entrata che in uscita».
«Nel caso di licenziamenti le nuove norme non stravolgono i principi fondamentali della giusta causa e del giustificato motivo, ma determinano l’applicazione di una diversa sanzione: il reintegro è disposto in casi delimitati e non come regola generale.»
 
Il Trentino potrà gestire in proprio il delicato settore degli ammortizzatori sociali grazie ad una legge delega nazionale del 2009 che trasferisce alle Province autonome di Trento e di Bolzano la responsabilità delle prestazioni a favore dei disoccupati e dei lavoratori sospesi.
Ne ha parlato al convegno Sergio Vergari, dirigente del Servizio lavoro della Provincia.
La delega riguarderà la cassa integrazione, i fondi di solidarietà, le indennità di disoccupazione e le nuove provvidenze che la Provincia metterà in campo ad integrazione delle prestazioni statali.
Lo Stato continuerà ad assumersi l’onere delle prestazioni che fanno riferimento alla normativa nazionale, mentre le prestazioni aggiuntive saranno a carico del bilancio della Pat.
 
Le norme di attuazione richiamate dalla legge delega sono state approvate con decreto dal Consiglio dei ministri di fine anno.
Si è in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, cui seguirà la firma di una convenzione tra Provincia e Ministero del lavoro e, a livello locale, con l’Inps. La procedura per arrivare all’operatività della delega richiederà quindi ancora alcuni mesi.
La seconda parte del seminario è stata dedicata all’approfondimento, in forma di question time, delle tematiche di maggiore interesse per la gestione delle cooperative, da quelle dell’organizzazione del lavoro a quelle della contrattazione.

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