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«Il nuovo anno non sarà quello della ripresa economica»

Una dura previsione quella della Cooperazione di consumo: «Nel 2013 i consumi saranno ancora giù e vincerà chi offre qualità al prezzo migliore»

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L’anno che verrà non porterà la fine della crisi. Al massimo, una sua lieve attenuazione.
Dopo l’anno orribile che si sta per chiudere con un calo del Pil del 2,3%, il 2013 porterà comunque nuova disoccupazione e una flessione del prodotto interno lordo dello 0,7% (stime FMI).
Dati che non fanno sperare in una ripresa dei consumi, anzi.
 
Secondo Francesco Cecere, (responsabile della pianificazione strategica di Coop Italia), ci sono ancora molti elementi che non autorizzano all’ottimismo.
Cecere ha parlato delle prospettive dei consumi, con particolare riferimento a Coop Italia, durante un incontro di scenario organizzato a Trento – sala don Guetti - dalla cooperazione di consumo, cui hanno partecipato un centinaio di dirigenti delle Famiglie Cooperative.
 
La situazione occupazionale è ancora preoccupante: il tasso di disoccupazione al 10,8% è in crescita per il terzo anno consecutivo con picchi elevati al Sud Italia e tra i giovani.
La quota delle famiglie che vivono in una situazione di disagio economico raggiunge il 15,7%.
Oltre la metà degli italiani si dichiara insoddisfatto della propria situazione economica.
Tutto questo induce ad una possibile ulteriore contrazione della propensione al consumo.
 
«La situazione è quella che è – ha affermato il presidente di Sait Renato Dalpalù – tuttavia non possiamo accettare di inseguire passivamente i trend in calo. Dipende anche da noi contribuire ad invertire questa tendenza.»
 
 Gli orientamenti al consumo
Le analisi degli istituti di ricerca che prevedono un’inflazione alimentare superiore al 2% anche per il 2013 sono confermate e, in qualche modo peggiorate, dalle previsioni dell’osservatorio Coop Italia sui prezzi delle materie prime e sulle richieste di aumento dei fornitori, quantificabili ad oggi al +5,3%
Per quanto riguarda il settore alimentare, il 2012 si chiuderà a -1,5%, una delle flessioni più elevate degli ultimi anni. I prodotti più “castigati” sono il pesce (-2,5%), ortofrutta (-1,6%) e carni (-1,3%).
Nell'ortofrutta sta prendendo piede l'acquisto nei mercatini, dai produttori diretti, anche attraverso i Gas. Questo spiega in parte il calo delle vendite in questo settore.
Nella carne flettono le vendite soprattutto di carni rosse, anche per l’aumento dell’età media dei consumatori.
 
Il non-alimentare (almeno quello venduto dalla grande distribuzione) ha vissuto un 2012 estremamente negativo che si chiuderà con una flessione del 6% circa determinata dal minor reddito disponibile.
Pesa anche la concorrenza della vendita attraverso internet, soprattutto dei prodotti tecnologici. Per il 2013 non si prevede un recupero ma una flessione inferiore al 2012 al -3%.
 
 Come cambiano le abitudini di spesa
Stop al nomadismo della spesa. Le famiglie si spostano di meno, anche per i proibitivi costi dei carburanti, riducono le spese e si concentrano su pochi punti vendita.
Il canale che maggiormente risente anche di questi fenomeni è l’ipermercato, mentre tiene il supermercato. Il canale discount mostra dei segnali di ripresa.
 
 Trentino Alto Adige in controtendenza
In Trentino Alto Adige la situazione va meglio rispetto al resto d’Italia.
Le vendite «a rete corrente», che tiene conto cioè di eventuali nuovi ingressi, sono al secondo posto in Italia dietro la Liguria.
 
In Trentino, nei primi dieci mesi dell’anno i negozi delle Famiglie Cooperative con superfici oltre i 300 metri quadrati hanno incrementato il fatturato del 3,64%.
Aumenti più lievi per i negozi tra i 100 e i 300 metri quadri (+1,47%), e per i piccolissimi sotto i 100 metri (+1,36%).
La media dell’andamento del fatturato da gennaio a ottobre è +2,86%.
Dalle prime anticipazioni sui bilanci in fase di chiusura, emerge una sostanziale tenuta dei margini lordi, mentre sono in aumento i costi del personale. 
 
 La tenuta della Coop
I supermercati Coop tengono la quota di mercato nel 2012. Anche gli ipercoop, nonostante un trend in flessione, vanno meglio rispetto alla media del mercato.
I prodotti a marchio Coop continuano ad essere preferiti dai consumatori, dove raggiungono il 25,5% delle vendite (+2,3%).
Cosa si aspettano i consumatori quando entrano in un supermercato Coop? Al primo posto il rapporto migliore tra qualità e prezzo, al secondo i prodotti freschi di qualità, al terzo vogliono trovare sempre prodotti locali.
 
 La previsione di Coop Italia sui consumi
L'analisi sui consumi delle famiglie indica ancora segno meno.
Crollano i consumi non alimentari, e sulla spesa le famiglie rinunciano al superfluo e badano alla sostanza. Che deve essere di qualità.
Lieve incremento di vendite nelle Famiglie Cooperative: +2,86% nei primi dieci mesi dell’anno.

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