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Controtendenza: posti di lavoro stabili nelle cooperative trentine

Mentre a livello di sistema produttivo generale l’occupazione arretra, la cooperazione trentina mantiene costante il numero dei suoi dipendenti

I posti di lavoro nelle cooperative trentine tengono nonostante il difficile momento della nostra economia. Lo attesta la rilevazione periodica sull’andamento dell’occupazione nel movimento, con i dati del primo semestre 2012, realizzata dall’Osservatorio della cooperazione di via Segantini.
Il campione analizzato fa riferimento ai dipendenti del 50 per cento delle cooperative associate alla Federazione Trentina della Cooperazione (268 su 535).
 
In particolare, esso comprende la totalità degli addetti delle Casse Rurali, i due terzi dei lavoratori del settore consumo e circa un terzo delle persone occupate nelle cooperative agricole e del comparto produzione-lavoro, servizi, sociali (Lssa): in totale 8.344 dipendenti su 18.396.
Preso come base questo campione, a livello di sistema cooperativo gli occupati sono cresciuti nell’ultimo anno (dato giugno 2012 su giugno 2011) di alcune decine di unità, passando da 8.300 a 8.344.
 
Il settore che ha contribuito maggiormente a questo risultato è quello delle cooperative Lssa, con +41 addetti.
Nel gruppo Casse Rurali, totalmente rappresentato nel campione, si è registrato un aumento di 6 unità.
 
Il personale ammonta alla data del 30 giugno a 3.012 unità, compresi gli addetti delle software house. Sostanzialmente stabile l’occupazione nelle Famiglie cooperative e nelle cooperative agricole.
Commenta le statistiche dell’Osservatorio il direttore generale della Federazione, Carlo Dellasega.
«Mentre a livello di sistema produttivo generale l’occupazione arretra, la cooperazione trentina mantiene mediamente stabile il numero dei suoi dipendenti e, con qualche società, estende i propri organici. Visto il delicato momento economico, la cooperazione intende migliorare il monitoraggio periodico del lavoro con l’obiettivo di realizzare iniziative che possano contribuire a stabilizzare l’occupazione. Anche al nostro interno registriamo infatti qualche caso di società che ha dovuto ridimensionare il numero dei propri addetti.»

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