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Consorzio Sait, approvato dai soci il nuovo Statuto

L’assemblea straordinaria lo ha approvato oggi ad ampia maggioranza: introduce stabilità alla base sociale e corresponsabilità alle scelte strategiche

Dopo oltre tre ore di dibattito, l’assemblea straordinaria del consorzio della cooperazione di consumo Sait, riunita nel pomeriggio al centro congressi Interbrennero all’Interporto, ha approvato il nuovo statuto che contiene una serie di importanti modifiche riguardanti i vincoli nel rapporto tra il consorzio e le sue associate.
 
L’appuntamento è il traguardo finale di un percorso cominciato nella scorsa primavera con l’assemblea della Federazione che ha approvato le “linee guida” per un nuovo patto associativo, ed è proseguito con il convegno di Sait a Milano Marittima e l’assemblea dello scorso 4 novembre, che all’unanimità ha condiviso la necessità di introdurre nuove regole del patto mutualistico.
Infine gli incontri comprensoriali di informazione con le Famiglie Cooperative svolti sul territorio nelle scorse settimane.
 
All’assemblea di oggi hanno espresso voto negativo quattro cooperative su 82 registrate: i presidenti delle Famiglie Cooperative di Aldeno e Mattarello Luciano Maistri, di Fiavé e Cavrasto Crescenzio Zambotti, la vicepresidente della Famiglia Cooperativa di Carisolo Romea Alberti e il presidente di Albiano e Lases Roberto Gilli.
Astenuta la Famiglia Cooperativa di Campitello di Fassa.
Altri rilievi venuti dal dibattito hanno riguardato soprattutto i tempi a disposizione per il confronto nelle cooperative considerati troppo ristretti (Giuliano Beltrami, Mario Ventura, Cesare Ciola).
 
Piena approvazione dell’iniziativa è stata espressa da molti presidenti, tra cui Mario Ioppi (Valda), Romedio Menghini (Malè), Mario de Zordo (consigliere di Fiemme), Graziella Berti (Castelli d’Anaunia), Lorenzo Schelfi (Monte Baldo), Adriano Orsi (Sav), Marina Mattarei (Sole e Rabbi), Giorgio Fiorini (Trento Sviluppo), Franco Brighenti (consigliere Alto Garda), Bruno Spagnolli (Isera).
 
Limitati rilievi con voto contrario su un singolo articolo, il numero 30, sono stati espressi da Mario Ventura e Giuliano Beltrami (con loro anche Gilli e Maistri, astenuto Rizzi di Campitello).
Esso riguarda l’ineleggibilità alla carica di amministratore di dipendenti o collaboratori del Consorzio. Divieto che perdura per tre anni anche dopo cessazione del rapporto di .
Due le modifiche più rilevanti all’esame dell’assemblea: l’allungamento dei tempi di recesso del socio dal consorzio e la sospensione temporanea della facoltà di recesso, connessa alla durata degli investimenti già deliberati dal consorzio.
 
«La proposta – ha spiegato il presidente del Sait, Renato Dalpalù – rappresenta un’equa mediazione, rispettosa da un lato del principio della ‘porta aperta’, caratteristica delle cooperative, e dall’altro dell’assunzione di responsabilità sociale, con riferimento al particolare momento che stiamo vivendo. La gestione di una società con oltre trecento milioni di fatturato ha bisogno di una responsabilità particolare da parte dei soci.
«Il consorzio fa la sua parte, sia in termini imprenditoriali che solidaristici. Dal 1994 il Fondo di sviluppo e solidarietà ha erogato 22 milioni di euro in 174 interventi, al tasso medio dell’1,5%. Coopersviluppo ha investito 7,5 milioni tra capitale e finanziamenti. Questo è una sistema che funziona e che deve restare coeso.»
 
Dalpalù ha escluso che ci sia mai stato un rischio di esodo di cooperative.
«Negli ultimi vent’anni sono entrate 21 nuove società e ne sono uscite 2.»
 
In chiusura, il presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi ha apprezzato il livello di partecipazione al dibattito, ricordando che il Sait è il primo consorzio che inserisce nel proprio statuto le linee guida approvate dall’assemblea dei soci della Federazione nella primavera scorsa.
Tra le modifiche introdotte oggi, anche la possibilità che il presidente e il direttore della Federazione possano partecipare ai consigli di amministrazione del consorzio.
 
 Un dovere di responsabilità sociale
Le modifiche allo statuto sono state motivate con la necessità da parte del Sait di poter contare su un maggior grado di stabilità nel rapporto mutualistico con i soci: il rispetto nei confronti del consorzio non è altro che un dovere di responsabilità nei confronti di ogni altra Famiglia Cooperativa.
 
Con queste finalità, quindi, l’articolo 10 contiene la previsione della cessazione del rapporto mutualistico alla chiusura del secondo esercizio successivo a quello in corso alla data di comunicazione del recesso (quindi minino due anni).
Tale maggiore durata assicura al consorzio il tempo necessario per cercare di sostituire, con nuove adesioni, l’apporto che viene a mancare da parte del socio receduto, tutelando quindi il resto della compagine sociale.
 
L’articolo 24 introduce la facoltà del consiglio di amministrazione di proporre all’assemblea una deliberazione di sospensione temporanea della facoltà di recesso, per un determinato periodo di tempo, connesso con la durata degli oneri che la deliberazione di nuove operazioni implica per la società.
Questa norma vuole assicurare che i soci, che abbiano deliberato positivamente sull’assunzione, da parte del consorzio, di oneri pluriennali per investimenti giudicati di generale interesse, non facciano mancare, per il periodo necessario, il loro sostegno.
 
In correlazione con questa disposizione, l’articolo 10 richiama un regolamento specifico degli effetti della deliberazione assembleare di sospensione dal diritto di recesso, attribuendo ai soci dissenzienti o assenti il potere di recedere. 
 
 I numeri
I soci della cooperazione di consumo trentina hanno superato quota 100 mila. Le cooperative attive sono 76 con 360 punti di vendita, a cui si aggiungono i negozi del dettaglio Sait (28) e i Superstore di Trento e Rovereto. Il personale è composto complessivamente da 2.700 dipendenti.
In 200 paesi della provincia, con quasi 100 mila abitanti, il negozio della cooperativa è l’unica attività commerciale al dettaglio presente.
Nel 2010 le Famiglie cooperative, unitamente al dettaglio Sait e ai due Superstore hanno realizzato un fatturato di 448 milioni.

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