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lavoratori SAIT: 3 giorni di sciopero contro le esternalizzazioni

Il comunicato del SAIT sullo sciopero: «Preserveremo tutti i posti di lavoro»

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L’assemblea dei dipendenti Sait del magazzino riunita in mattinata ha respinto all’unanimità l’annunciato piano di esternalizzazione del magazzino stesso, mediante la forma dell’appalto alla cooperativa Movitrento, avente come finalità l’abbattimento dei costi e il tornaconto economico.
È stato proclamato sciopero a partire dalla fine dell’assemblea con blocco del ricevimento merci, per il 29 dicembre e per il 30 dicembre prossimi, nonché blocco degli straordinari a partire dal 2 gennaio 2022.
 
«Respingiamo al mittente qualsiasi processo di impoverimento dei lavoratori, – affermano Paola Bassetti Filcams Cgil del Trentino, Lamberto Avanzo e Gabriele Goller Fisascat Cisl del Trentino e Walter Largher e Vassilios Bassios della Uiltucs Uil del Trentino Alto Adige. – Le esternalizzazioni comportano perdite di diritti e di salario.
«Ma qui non sono solo in gioco diritti e salario, si tratta della dignità dei magazzinieri. Il sentimento emerso dall’assemblea è di tradimento dovuto al grande attaccamento che hanno i dipendenti nei confronti di Sait stesso.»
 
«Siamo uomini Sait, – hanno ripetuto i magazzinieri. – Ci sentiamo pugnalati alle spalle.»
I magazzinieri hanno dato mandato alle Organizzazioni Sindacali di rifiutare qualsiasi trattativa che abbia come obbiettivo l’azzeramento dei lavoratori diretti che oggi sono un’ottantina.
L’appalto prevederebbe il passaggio alla cooperativa Movitrento, la perdita dell’integrativo aziendale (116 euro parte fissa e parte variabile), il diritto alla mensa, l’articolo 18.
 
«L’appalto rappresenta un salto nel buio che non garantisce i lavoratori, dal momento che nel privato non esistono le residue tutele che esistono negli appalti pubblici, – continuano i sindacalisti. – Pertanto ci opponiamo con forza all’ennesimo attacco ai lavoratori.
«Bisogna arginare una volta per tutte i processi di esternalizzazione e impoverimento, questa è la bussola che orienterà le nostre azioni per le settimane a venire», – concludono i sindacalisti.
È ancora fresco nella memoria il ricordo della procedura di licenziamento collettivo del 2017.
 
«Così come è vivo il ricordo della frase del presidente Dalpalù appena rieletto che non si sarebbero mai più ripetute situazioni di tensione come quelle vissute durante la procedura di licenziamento.
«Cosa avrà da dire il presidente Dalpalù in proposito?»
 
 Ed ecco la risposta del presidente Dalpalù: «Preserveremo tutti i posti di lavoro»
In merito all'annuncio di uno sciopero comunicato oggi dai rappresentanti dei lavoratori, Sait comunica quanto riportiamo nel riquadro.

La Direzione aziendale di Sait ha incontrato il 15 dicembre scorso le rappresentanze sindacali sul tema del contratto integrativo aziendale in scadenza.
In quella circostanza è stata data l’informazione che nel corso del 2022 l’azienda avrebbe inteso confrontarsi con i rappresentanti dei lavoratori per impostare il percorso di esternalizzazione delle attività di magazzino.
Si tratta di una decisione deliberata dal Consiglio già dal gennaio del 2020 e che per questioni organizzative diventa ormai necessario affrontare per allinearsi agli standard del settore.
 
L’azienda ha comunicato nel corso dell'incontro la volontà di definire un piano con l’impegno di trasferire i dipendenti dei magazzini con la garanzia del posto di lavoro e di tutela delle condizioni economiche, al fine di non creare ripercussioni a livello retributivo nelle persone e nelle famiglie.
Impegno questo ancor più rafforzato dalla decisione di avere come partner logistico Movitrento S.C., la società cooperativa aderente al movimento trentino con cui Sait collabora già da 10 anni nelle attività di magazzino, e che opera con il medesimo contratto collettivo del commercio di Sait.
 
Sempre nella riunione del 15 dicembre scorso l'azienda ha comunicato l'intenzione di avviare un confronto, tutta da costruire nel corso del 2022 sia per quanto riguarda i tempi, i modi e le condizioni.
L’azienda ha proposto anche che nel prossimo incontro previsto il 12 gennaio, fossero le rappresentanze dei lavoratori ad indicare le condizioni per intavolare la discussione.
La proclamazione di uno sciopero di tre giorni appare perciò assolutamente inattesa, sproporzionata e di totale chiusura al dialogo.
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