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Superbonus 110%: centinaia di aziende edili in ginocchio

Centinaia di aziende edili trentine e altoatesine con milioni di euro di crediti nel cassetto, senza liquidità immediata

L’effetto boomerang del Superbonus si sta abbattendo come una scure. In ginocchio ci sono centinaia di aziende edili trentine e altoatesine con milioni di euro di crediti nel cassetto, ma senza liquidità immediata. Colpa della lentezza burocratica e delle difficoltà nella cessione dei crediti d'imposta. I ritardi nei pagamenti non perdonano.
A denunciare la difficile situazione è la FMPI – Federazione Medie Piccole del Trentino Alto Adige.
 
«Negli ultimi anni – spiega Salvatore Grimaldi, responsabile regionale FMPI - Federazione Medie e Piccole Imprese del Trentino Alto Adige - il Superbonus 110% ha rappresentato un'opportunità straordinaria per il settore edile, promettendo un significativo rilancio attraverso la riqualificazione energetica degli edifici.  Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, moltissime aziende trentine e altoatesine (e italiane in generale) si trovano ora in una situazione critica con milioni di euro di crediti nel cassetto, ma senza liquidità immediata. Questa catena di problemi non solo mette a rischio la sopravvivenza di numerose imprese, ma ha anche ripercussioni dirette sulle loro relazioni commerciali e sulla reputazione finanziaria. Molte imprese infatti, hanno investito tempo, risorse e risparmi nel Superbonus, ma la lentezza burocratica e le difficoltà nella cessione dei crediti d'imposta hanno generato ritardi nei pagamenti. Questi mancati incassi stanno avendo un impatto devastante sulla liquidità, costringendo gli imprenditori a rivedere le loro strategie operative e, in alcuni casi, a sospendere le proprie attività».
 
Le ripercussioni si stanno propagando a catena, influenzando anche la capacità di saldare i debiti con i fornitori. Non solo. Gli imprenditori, incapaci di adempiere ai propri impegni finanziari, sono segnalate come cattivi pagatori e lo status legato al Rating bancario - «altra geniale invenzione» commenta Grimaldi - sta precludendo l'accesso al credito e complicando ulteriormente la gestione delle spese quotidiane. Senza possibilità di ottenere nuovi finanziamenti, le aziende si trovano nell'impossibilità di intraprendere nuovi progetti o di mantenere la propria competitività nel mercato.
 
«Questo scenario - prosegue il responsabile regionale della Federazione Medie e Piccole Imprese del Trentino Alto Adige - ha portato molte imprese a una vera e propria impasse, con il rischio concreto di chiusura. La mancanza di liquidità, l'impossibilità di ottenere credito, una reputazione compromessa mettono in pericolo posti di lavoro e competenze preziose. Come se non bastasse, gli imprenditori senza liquidità immediata, per estinguere i debiti verso terzi, si trovano costretti a utilizzare i crediti come moneta ma con un valore molto al di sotto di quello effettivo, così facendo nel breve periodo prolungano l’esistenza dell’azienda, ma la condannano a morte certa».
 
Quindi cosa fare per affrontare la crisi? Per la FMPI è fondamentale che le istituzioni si attivino per garantire un recupero efficace dei crediti, indispensabili per il funzionamento stesso del sistema creato dallo Stato.
«Servono politiche di sostegno mirate, come la semplificazione burocratica per le cessioni di crediti e controlli più rigorosi – sottolinea Grimaldi - Affrontare questa situazione è cruciale per garantire un futuro sostenibile alle aziende del settore edile e per evitare un'ulteriore crisi senza precedenti. La salvaguardia di questo comparto è fondamentale non solo per l'economia italiana, ma anche per il benessere di milioni di lavoratori e famiglie».

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