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Muse: «I dipendenti non possono essere oggetto di disputa»

La Fp Cgil del Trentino interviene sul «no» del presidente del Muse Zecchi motivato dalla «poca chiarezza e trasparenza della direzione nella gestione del personale»

La Fp Cgil del Trentino interviene sul «no» al bilancio del presidente del Muse Zecchi motivato, a suo dire, dalla poca chiarezza e trasparenza nella gestione del personale da parte della direzione. A tal proposito tira in ballo comunicazioni della Fp Cgil.
È necessario stigmatizzare che neppure Zecchi, cui era stata rivolta la citata nota del mese scorso, ha ritenuto di convocarci per comprendere lo stato delle relazioni sindacali e delle condizioni di lavoro e, dunque, prescindiamo necessariamente da prese di posizione di cui non conosciamo né contesto né obiettivi.
Quello che è invece opportuno sottolineare è che il sistema museale trentino, Muse in testa, è stato più volte oggetto di iniziative della Fp Cgil: per denunciare opacità gestionali, percorsi di carriera predeterminati, autoreferenzialità e assenza di relazioni sindacali, ma anche l’assenza di una regia sovraordinata che evitasse la deriva gestionale culminata in una pluralità di rapporti di lavoro divisi tra dipendenti pubblici, esternalizzati in appalto e in somministrazione.
 
Con la lettera citata da Zecchi, contestiamo scelte organizzative che si sostanziano in percorsi di carriera prestabiliti, peraltro penalizzanti per alcune figure essenziali, ma è da tempo che denunciamo la divaricazione evidente tra direzione e personale. Ma Zecchi non ha neppure risposto alla nota, assieme all’intero cda e a Lanzinger.
Sui lavoratori in appalto abbiamo dichiarato lo stato di mobilitazione e organizzato un’assemblea pubblica all’aperto - molto partecipata malgrado palesi tentativi di pressione subiti dai dipendenti - lo scorso 30 settembre: per denunciare l’inaccettabilità di condizioni di lavoro con orari frammentati e inconciliabili con la vita.
 Oltre un centinaio di giovani professionisti, altamente qualificati, hanno dovuto lasciare il lavoro, per retribuzioni inaccettabili.
Iniziativa che non ha comportato alcuna presa di posizione dei vertici museali né della Provincia.
 
Ciò nonostante, è anche comparso nel frattempo l’appello a volontari per alcune mansioni, sul quale pure siamo intervenuti con determinazione: con le cooperative che spiegano che l’organizzazione è in mano al Muse e col Muse che dice il contrario, si pretende di aggiungere un’ulteriore platea di addetti gratis, anziché risolvere tutte le contraddizioni di un sistema che lascia scappare fior di professionisti e rende sempre più precarie le condizioni di quelli che rimangono.
L’assessore Bisesti ha detto «stop» alla precarietà nei musei a partire dal Muse, bene! Sarebbe il caso, prescindendo da dichiarazioni più o meno interessate che pretendono di occuparsi di lavoratori un tanto al chilo, che l’assessore ci convocasse e ci spiegasse il suo progetto. Potremmo fare qualche proposta per porre fine a questa situazione scandalosa. Ad esempio si potrebbe lavorare sulla piena realizzazione di un processo avviato negli ultimi due anni: il passaggio dei dipendenti assunti dal Muse nei ruoli della Provincia.
 
Un processo che Fp Cgil aveva sostenuto e che la Provincia stessa ha attuato solo parzialmente, perdendo un’occasione per mettere ordine e avere maggiori garanzie di chiarezza e parità di trattamento che tuttora non ci sono.

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