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«Segno e colore nell’arte di Giuseppe Groff» a Palazzo Trentini

Inaugurata da Kaswalder e Scudiero la mostra d’arte a dedicata allla (ri)scoperta del grande artista lavisano

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Giuseppe Groff, Il riposo della modella - Foto Paolo Pedrotti.

Quella inaugurata oggi da Walter Kaswalder è l’ultima esposizione d’arte della lunga serie promossa a palazzo Trentini dall’attuale Presidenza del Con-siglio provinciale.
«Segno e colore nell’arte di Giuseppe Groff» realizza un’importante operazio-ne culturale: la (ri)scoperta di un artista trentino «andato avanti» tre anni or sono e assolutamente meritevole di apprezzamento e visibilità nel quadro dell’arte trentina a cavallo dei due millenni.
 

 
Garantisce anzitutto il curatore, quel roveretanissimo Maurizio Scudiero che tutti conoscono soprattutto come grande esperto e storico dell’arte futurista e di Fortunato Depero.
Alla vernice di oggi in via Manci a Trento, c’è stata folla ed entusiasmo.
Presenti la vedova Maria, i due figli Sara e Walter, la nipote Martina, ma poi l’ex presidente Bruno Dorigatti, l’ex vicepresidente Claudio Eccher, la consigliera Lucia Maestri, un’ospite d’eccezione come l’olimpionica Sara Simeoni.
Tutti appassionati dell’opera di «Van Groff», come la Sara nazionale ha so-prannominato l’artista per le sue nature morte di stampo impressionistico.
Per la cronaca, la saltatrice in alto conobbe «il Bepi» - l’ha raccontato alla vernice - proprio in ambito sportivo, essendo lui presidente dell’attivissimo club trentino di atletica femminile Ataf.
 

 
Scudiero oggi e in catalogo osserva che se il pittore di Lavis fosse nato cent’anni fa invece che nel 1946, avrebbe dialogato alla pari con i grandi im-pressionisti.
L’opera da lui sviluppata dagli anni Settanta fino quasi alla morte è di grande suggestione e maturità, la sua notorietà è stata frenata più che altro dal caratte-re molto schivo e alieno dalle logiche di mercato dell’autore.
 
«Qui proponiamo dunque una sorpresa assoluta – ha detto Scudiero – mettendo sotto i riflettori un artista quasi scomparso dai radar, anche perché legato a ca-noni lontanissimi dall’arte concettuale contemporanea.
La mostra che lo mette al centro è il frutto anche dell’entusiasmo dei familiari, del gruppo di artisti che Groff aveva raccolto attorno a sé come una scuola; ancora, di collezionisti delle sue opere superappassionati come Rino Budel.
 

 
Il critico roveretano a palazzo Trentini nel 2003 curò un trittico di mostre e ca-taloghi sull’arte trentina, un percorso cronologico in cui già volle inserire il Groff, con l’autoritratto del 1993 che anche ora fa da copertina all’antologica sull’artista.
L’invito del curatore è a considerare come non sia stato solo pittore di paesag-gi, come limitativamente emergeva dai dépliant delle sue mostre del passato.
La mostra aperta oggi propone nature morte decisamente… vive, dipinte con splendide campiture di colori puri.
Poi una serie di nudi disegnati a matita grassa e carboncino, stesi di getto e poi però trasferiti anche in oli su tela, con le modelle magnificamente colte non in posa, ma in atti spontanei della vita.
 

 
Attenzione infine – nell’interrato di palazzo Trentini – alla serie di disegni e dipinti dedicati all’Inferno di Dante, con Groff che si misura con un suo modo quasi da comics, molto modernista, con una tematica frequentata da grandi ar-tisti e oggettivamente di grande complessità concettuale.
Groff – giudica Scudiero – ne esce con un risultato originale e molto apprez-zabile, da vedere. Soprattutto se dieci anni fa non si era visitata l’esposizione con cui si concluse - a palazzo Maffei di Lavis - il suo lungo percorso creativo.
 
Molto soddisfatto è il presidente Kaswalder, che oggi al pubblico della vernice ha ricordato l’impegno di cinque anni nella direzione del valore e della giusta visibilità da assegnare alle migliori espressioni dell’arte trentina.
Pensiamo a Cesare Covi, a Reinhold Cigolla, a Michelangelo Perghem Gelmi. Palazzo Trentini assolve a un preciso ruolo culturale, di cui la nostra provincia ha sicura necessità.
 

 
Ha apprezzato questa apertura di credito della sede consiliare anche la vedova Groff, che ha ricordato la felicità del marito nella sua ricerca onesta e continua sulla tela e tra i colori.
 
«Segno e colore nell’arte di Giuseppe Groff» è liberamente visitabile a palaz-zo Trentini, in via Manci 27 a Trento, fino al 19 agosto 2023.
Orari: da lunedì a venerdì 9.30-18.30, il sabato dalle 9.30 alle 12.30.
Domenica chiuso.

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