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Sabato 10 giugno si inaugura la ricca stagione espositiva

«Un secolo diVino»: l'agricoltura trentina attraverso le fotografie in mostra a Castel Belasi

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Flli Pedrotti - La pigiatura dell'uva - 1935-1950.

Sarà dedicata alla storia dell’agricoltura trentina e alla civiltà del vino la mostra dell’Archivio fotografico storico provinciale in programma a Castel Belasi, in parallelo con il progetto espositivo di arte contemporanea «Come pioggia», curato da Stefano Cagol, direttore artistico del castello.
La serata inaugurale, sabato 10 giugno alle ore 18.30, darà spazio alla doppia proposta che fino al 29 ottobre farà del maestoso complesso all’imbocco della Val di Non un centro di arti visive e cultura fotografica, consolidando la collaborazione tra l’Unità di missione strategica soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia e il Comune di Campodenno.

«Questa estate Castel Belasi accoglierà due interessanti percorsi espositivi dedicati a due argomenti diametralmente opposti nell'immaginario popolare, come l'acqua e il vino, ma in realtà in perfetto connubio negli spazi del maniero, – sono le parole dell'assessore alla cultura, Mirko Bisesti. – Se infatti il primo ci invita a riflettere sull'importanza della risorsa acqua per tutti noi, il secondo punta alla storia, ovvero mette in luce il dialogo tra lo sguardo fotografico e la tradizione vitivinicola nei suoi ramificati aspetti produttivi, sociali, economici, ambientali e culturali e questo grazie ad alcune immagini preziose, firmate da alcuni dei maggiori esponenti della storia della fotografia trentina.»


Sergi -Perdomi - La raccolta dell'uva da tavola - 1933 circa.
 
La mostra «Un secolo diVino. La viticoltura nella fotografia trentina», curata da Katia Malatesta e Marta Villa, si compone di una selezione di scatti firmati, tra gli altri, da Sergio Perdomi, dai fratelli Pedrotti, da Flavio Faganello e Piero Cavagna.
La coltivazione della vite ha connotato profondamente il territorio trentino, creando paesaggi distintivi. Parallelamente, la viticoltura e il vino hanno conquistato una posizione particolare nell’immaginario, fino ad assumere importanti valori simbolici e identitari.
La fotografia trentina, nella sua storia, ha saputo cogliere entrambi questi fenomeni in continua espansione. Attingendo al vasto patrimonio dell’Archivio fotografico storico provinciale, l’esposizione ne ripercorre le diverse declinazioni, spaziando tra vedute e scene di vita che attraversano l’anno agricolo e in cui convivono le fatiche del lavoro e i momenti di festa.
 
Una mostra nella mostra è dedicata alla figura umana e al vivido repertorio di “gesti e corpi” di donne, uomini, adolescenti e bambini colti in gesti e attività che coinvolgevano tutta la famiglia allargata.
Il percorso nel tempo, nelle stagioni e nelle diverse anime del Trentino vitivinicolo si completa infine con una scelta di volumi a cura della Biblioteca della Fondazione Edmund Mach e con il richiamo a brani musicali che confermano, non senza ironia, la centralità culturale della vite e del suo prodotto.
L’iniziativa è realizzata con la collaborazione del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento, di Slow Food, del Club per l’UNESCO di Trento e del Movimento Turismo del Vino Trentino-Alto Adige, che da gennaio propone anche un percorso social, commentando ogni settimana una fotografia a tema di Flavio Faganello, geniale narratore per immagini del Trentino e della sua gente nel contesto delle profonde trasformazioni del secondo Novecento.

Flavio Faganello - Potatura a Nomi - 1972.

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