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Lettere al direttore – Ivana Merlo

Appello per la liberazione del Border Collie di Sant'Antonio di Mavigno detenuto in un tugurio metallico e di Ciop

Questa è la disgraziata storia di un Border Collie di Sant'Antonio di Mavignola, bella località del bel Trentino verde, ma il bello e il verde Ciop li conosce solo guardando attraverso le sbarre della sua cella. Per tutta la vita è stato lasciato a sopravvivere detenuto in un tugurio metallico, in mezzo alle sue feci, con un pezzo di pane secco imbrattato di terra e due ossi buttati al suolo, senza una scodella dove consumare il cibo, qualche volta con l'acqua, ma poca e sporca, sempre solo, sempre al chiuso, nel totale tedio e nella più grande sofferenza.
 
Una dott.ssa del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria di Tione, allertata ancora a novembre, aveva trovato l'animale nella condizione descritta, in più malmesso in salute, tuttavia per la sua opinione non si configurava alcun maltrattamento, solo «lacune di gestione» e poichè il giudizio del veterinario di turno è considerato quasi sempre incontestabile, il cane è stato fatto rimanere lì nella sua miseria. Il Diritto al Benessere completamente negato.
 
Così ho passato 7 mesi a segnalare il reato di maltrattamento del Border Collie di Mavignola al Sindaco e a diversi Ufficiali di Polizia Giudiziaria della Val Rendena, ma uno dopo l'altro si sono rivelati inadempienti, non motivati, omissivi, prova ne è che il cane è ancora vergognosamente abbandonato nella sua topaia. Se non volevo pure io abbandonare Ciop, dovevo proseguire finchè avessi trovato una Forza dell'Ordine o un Ufficiale di P.G. che volesse applicare la legge di fronte all'evidente reato: un cane rinchiuso da anni in una gabbia lercia, a patire il freddo d'inverno, l'afa d'estate, con la fame, con la sete, senza poter mai fare una corsa, in stato di abbandono e con la salute precaria.
 
Davvero occorreva ed occorre altro per un sequestro?? Per l'art. 55 c.p.p. un qualuque U.P.G., anche di Altro Distretto, anche di propria iniziativa, accertato il maltrattamento, per impedire che diventi irreparabile e per interrompere il reato, deve intervenire con tempestività, anche con il sequestro preventivo. Se non vi pone rimedio sul momento, incorre nell'Omissione di Atti d'Ufficio. Come sappiamo, nei casi d'urgenza, può procedere al sequestro ed entro 48 ore ne chiede convalida in Procura.
 
Altri prima di me, negli anni e nei mesi scorsi, hanno tentato di salvare questo Collie con le Segnalazioni, ma poi sono stati fermati dai silenzi e dall'inattività di chi non eseguiva il suo dovere. Ora il gip della Procura e il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Riva del Garda, in maniera indipendente, stanno vagliando il caso. Ma i tempi possono non essere brevi, passano i giorni e il vecchio cane è rimasto nel pericolo, mentre ha bisogno di venire soccorso subito.
 
Davanti alla «Situazione grave ed allucinante ed alle difficoltà respiratorie del cane» riscontrate pochi giorni fa dalla veterinaria di un importante Ente Trentino per la Protezione degli Animali, con l'alta probabilità che il proprietario, che fino ad oggi ha letteralmente rovinato la vita al suo cane, non fornirà le cure e le medicine che servono per aiutare il respiro del vecchio Collie di 14 anni, non si può attendere una sola ora in più per affidarlo in altre mani. Amorevoli questa volta.
 
Attraverso la Stampa rivolgo oggi un Accorato Appello affinchè si intervenga Urgentemente con un Sequestro Preventivo, unica via che possa liberare subito l'animale finchè è in vita. Se nel frattempo morirà nel degrado affamato e disperato, sarà certamente per colpa del proprietario, ma pure per l'Inerzia e per l'Omissione di Soccorso di coloro che potevano intervenire e non lo hanno fatto. E risponderanno anche del reato di uccisione di animali: non averlo liberato in tempo equivarrà ad averlo ucciso.

Ivana Merlo


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