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Lettere a direttore – Claudio Riccadonna

«Violenza minorile: sconcerto per le ragazzine che hanno aggredito la coetanea»

Destano, ancora una volta, sconcerto e un sentimento di dolorosa-rabbiosa impotenza le immagini della ragazzina undicenne picchiata a calci e pugni da altre giovanissime, - tutte tra i 13 e 14 anni - a cui però avrebbero assistito in molti, senza nemmeno alzare un dito. Peraltro, è proprio questo l'aspetto che ha lasciato basiti anche gli investigatori: il mancato intervento da parte dei tanti ragazzi che stavano guardando come se assistessero a uno spettacolo. Insomma, l'inqualificabile vigliaccheria del branco, la bestialità del misero gruppo di riferimento si sono fatti, per l’ennesima occasione, responsabilmente complici.
C'è chi, da cameraman improvvisato, così da guadagnarsi un'indecente visibilità agli occhi degli amichetti, riprende l'accaduto in tutte le sue «eccitanti» sequenze ed esibisce poi il filmino caricato, alla stregua di un prezioso trofeo, sui social. Tutto questo, pertanto, si è consumato nell'indifferenza generale degli «spettatori» presenti.
 
Quanti casi analoghi negli ultimi anni, quanta violenza gratuita e ingiustificata! Anche, in questa situazione, l’aggressione sarebbe avvenuta per vendicare un presunto «sgarro» che la dodicenne avrebbe fatto nei giorni precedenti alle sue «rivali».
Come ha fatto notare, oltremodo, una psicologa, in riferimento al sempre più dilagante bullismo femminile, si tratterebbe di «un fenomeno preoccupante anche perchè denuncerebbe la perdita della sensibilità, il venir meno della gentilezza tipicamente femminili. Le ragazze oggi si comporterebbero come i loro amici maschi, anzi peggio».
I genitori, talvolta «colpevolmente inconsapevoli» e distanti non immaginerebbero mai che la loro «principessa» possa essere in realtà una tiranna senza scrupoli che lascia nelle coetanee un dolore acuto.
 
Sicuramente sorgono spontanei lo sgomento e il senso di cocente sconfitta di fronte a quella gioventù, non tutta fortunatamente, in balìa di una drammatica crisi valoriale ed educazionale, non in grado di gestire sane e costruttive dinamiche relazionali, ma soprattutto tragicamente incapace di distinguere «il bene dal male», che una coscienza addestrata da sani princìpi, adeguatamente sollecitata da mature riflessioni familiari e scolastiche, dovrebbe aiutare a riconoscere.
A proposito della «latitanza genitoriale» lo psichiatra Crepet sottolinea che «a diversi genitori non gliene freghi nulla. Sono per il "liberi tutti". Li danno in mano un cellulare già a 9 anni, li si permette l’iscrizione ai social, le storie su Instagram, li si manda alle feste così possono postare foto di seratone col bicchiere. A 13 anni hanno già il fidanzato o la fidanzata, sesso e rock n’roll… insomma uno schiaffo alla nostra intelligenza».

Insomma, una vera e propria emergenza educativa...

Claudio Riccadonna

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