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Ci ha lasciati la grande Gina Lollobrigida. Aveva 95 anni

La «Bersagliera» è stata per anni l’icona della femminilità italiana nel mondo

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Luigia Lollobrigida, detta Gina, era nata a Subiaco il 4 luglio 1927, quindi aveva 95 anni.
È stata una delle più importanti attrici del cinema italiano, durante la sua carriera è stata diretta da registi italiani di grande spessore artistico come ad esempio Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati.
Sul versante americano, è stata diretta, tra gli altri, da Vincent Sherman, John Huston, Carol Reed, King Vidor, Melvin Frank, Robert Z. Leonard. Ha affiancato divi di fama mondiale come Rock Hudson, Tony Curtis, Yul Brynner, Anthony Quinn, Sean Connery, Robert Alda, Burt Lancaster, Errol Flynn, Humphrey Bogart e David Niven.
Con il rallentamento della sua carriera cinematografica ne iniziò anche una seconda come fotoreporter, che la portò negli anni settanta a intervistare Fidel Castro.
Durante la sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il film Torna a settembre, sette David di Donatello, due Nastri d'argento, una stella sulla Hollywood Walk of Fame, oltre a una candidatura ai BAFTA per Pane, amore e fantasia.
 
Era nata a Subiaco, in provincia di Roma. Figlia di Giovanni Lollobrigida, un facoltoso produttore di mobili che perse le sue proprietà a causa di un bombardamento angloamericano, e di Giuseppina Mercuri.
Nel 1944, ancor prima dell'arrivo degli Alleati, la famiglia si trasferì a Roma iscrivendo Gina all'Istituto di belle arti. La famiglia non era più benestante, e quindi per mantenersi agli studi lei vendeva delle caricature disegnate col carboncino e posava per i primi fotoromanzi, con lo pseudonimo di Diana Loris.
Nella primavera del 1947 partecipò al concorso di Miss Roma e si classificò seconda, ma ottenendo un tale successo di pubblico che venne invitata a Stresa per le finali di Miss Italia, dove arrivò al terzo posto dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale, future stelle del cinema come lei.
In quello stesso anno parteciparono alla manifestazione anche Eleonora Rossi Drago, esclusa perché priva dei requisiti (era sposata), e Silvana Mangano, anche loro in seguito divenute celebri attrici.
Appena diciassettenne, la Lollobrigida interpretò il ruolo di Corinna nella commedia Santarellina di Eduardo Scarpetta, in scena venerdì 8 settembre 1944 per la regia di Luigi Tenneroni al Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio, il più piccolo teatro all'italiana del mondo.
 

 
L'attrice iniziò la carriera cinematografica prima come comparsa e controfigura, e successivamente ebbe piccoli ruoli di contorno nei popolari film operistici dell'immediato dopoguerra.
Silvana Pampanini ricordava con malizia che fu lei a sceglierla per una particina in una pellicola della quale era protagonista.
Nel 1950, dopo i primi successi, Gina Lollobrigida volò sola verso Hollywood, accettando l'invito del miliardario Howard Hughes, produttore e scopritore di dive come Jane Russell.
Quando scoprì che stava per essere chiusa in una gabbia dorata tornò precipitosamente a Roma. Il contratto in esclusiva che aveva già firmato le impedì fino al 1959 di lavorare negli Stati Uniti, ma non in produzioni statunitensi girate in Europa, come poi in effetti avvenne.

Tra i suoi primi successi, «Campane a martello» (1949) di Luigi Zampa, «Achtung! Banditi!» (1951) di Carlo Lizzani, «Passaporto per l'oriente», diretto da registi vari, e soprattutto «Fanfan la Tulipe» (1952) di Christian-Jaque (Orso d'argento al Festival di Berlino), che la consacrò star in Francia; nello stesso anno in Italia conquistò una vasta popolarità con «Altri tempi» di Alessandro Blasetti, nell'episodio «Il processo di Frine» con Vittorio De Sica, che coniò per lei il neologismo maggiorata fisica.
Nel 1953 interpretò, ancora al fianco di Vittorio De Sica, il personaggio della «Bersagliera», premiato con il Nastro d'argento e candidato al BAFTA, in «Pane, amore e fantasia» di Luigi Comencini (Orso d'argento al Festival di Berlino), entrando definitivamente nell'immaginario collettivo grazie alla gradevole e spontanea caratterizzazione della bella popolana povera dal cuore d'oro ma al contempo risoluta e determinata.
Raggiunti i vertici della notorietà, l'anno dopo girò il sequel, altrettanto riuscito, «Pane, amore e gelosia» sempre di Comencini, ma nel 1955 rifiutò di recitare in «Pane, amore e...» di Dino Risi, terzo capitolo della serie, e venne rimpiazzata da Sophia Loren, sua storica "rivale" secondo la stampa dell'epoca.
 

 
Negli anni seguenti l'attrice affrontò diversi ruoli che rivelarono il tentativo di approfondimento drammatico e più maturo delle sue interpretazioni, come in «La provinciale» (1953) di Mario Soldati, «La romana» (1954) di Luigi Zampa, che le fece vincere la Grolla d'oro a Saint Vincent, «Mare matto» (1963) di Renato Castellani e «Un bellissimo novembre» (1968) di Mauro Bolognini, considerate tra le sue prove migliori, almeno come attrice drammatica.
Dai primi anni cinquanta La Lollo, così soprannominata dalla stampa, diventò protagonista di produzioni internazionali hollywoodiane come «Il tesoro dell'Africa» (1953) di John Huston, con Humphrey Bogart e Jennifer Jones, «Il maestro di Don Giovanni» (1954) di Milton Krims, accanto a Errol Flynn, e «La donna più bella del mondo» (1955) di Robert Z. Leonard, in coppia con Vittorio Gassman, film biografico che romanza la vita del soprano Lina Cavalieri.
In questo ruolo la Lollobrigida fornì una buona prova anche come cantante lirica e vinse il David di Donatello alla migliore attrice protagonista, premio che l'Accademia del cinema italiano istituì proprio quell'anno.
 
Nel 1956 recitò nel film drammatico «Trapezio di Carol Reed», accanto a Burt Lancaster e Tony Curtis, che ebbe un grande successo, cui seguirono «Il gobbo di Notre Dame» (1956) di Jean Delannoy, ove interpretò una splendida e sensuale Esmeralda accanto ad Anthony Quinn nel ruolo di Quasimodo, «Sacro e profano» (1959) di John Sturges, al fianco di Frank Sinatra e Steve McQueen, «Salomone e la regina di Saba» (1959) di King Vidor, con Yul Brynner (che dovette sostituire Tyrone Power morto durante le riprese) e George Sanders.
Nel 1961 girò «Va nuda per il mondo» di Ranald MacDougall, accanto a Ernest Borgnine e Anthony Franciosa; nello stesso anno, con «Torna a settembre» di Robert Mulligan, in cui fu protagonista insieme a Rock Hudson, Bobby Darin e Sandra Dee, vinse un Golden Globe come miglior attrice del mondo.
Presenziò alla cerimonia degli Oscar del 1961, condotta da Bob Hope, consegnando il premio Oscar al miglior regista a Billy Wilder per il film «L'appartamento».
L'anno seguente recitò con Stephen Boyd nel film in costume «Venere imperiale» di Jean Delannoy: il ruolo di Paolina Bonaparte le valse un David di Donatello e un Nastro d'argento come migliore attrice protagonista.
 

 
Nel 1964 apparve nel drammatico «La donna di paglia» di Basil Dearden, ove affiancò Ralph Richardson e Sean Connery.
L'anno successivo recitò in «Strani compagni di letto» di Melvin Frank, di nuovo in coppia con Rock Hudson.
In quegli anni partecipò sia a film italiani di vario genere, come «La bellezza di Ippolita» (1962) di Giancarlo Zagni, «Io, io, io... e gli altri» (1966) di Alessandro Blasetti, «Le piacevoli notti» (1966) di Armando Crispino e Luciano Lucignani e «La morte ha fatto l'uovo» (1967) di Giulio Questi, sia a produzioni straniere, quali «Hotel Paradiso» (1966) di Peter Glenville, ove ebbe come partner Alec Guinness, «L'amante italiana» (1966) di Jean Delannoy, con Louis Jourdan, e «Le avventure e gli amori di Miguel Cervantes» (1967) di Vincent Sherman, accanto a Horst Buchholz, José Ferrer e nuovamente Louis Jourdan.
Nel 1968, grazie alla sua brillante interpretazione in «Buonasera, signora Campbell» di Melvin Frank, con tra gli altri Telly Savalas, Phil Silvers, Lee Grant e Shelley Winters, ottenne una candidatura al Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale e un terzo David di Donatello alla migliore attrice.
Sempre nel 1968 apparve come guest star nel satirico «Mash, la guerra privata del sergente O'Farrell» di Frank Tashlin, con protagonisti Bob Hope e Phyllis Diller.
In seguito si cimentò anche con lo spaghetti-western prendendo parte a «E continuavano a fregarsi il milione di dollari» (1971) di Eugenio Martín, accanto a James Mason e Lee Van Cleef.
Nel 1972 recitò con David Niven in «Un ospite gradito... per mia moglie» di Jerzy Skolimowski.
L'anno successivo, dopo una partecipazione in «Peccato mortale» di Francisco Rovira Beleta, si allontanò dagli schermi cinematografici, cui farà ritorno solo nel 1995 con il film «Cento e una notte» di Agnès Varda, ove interpretò la moglie di Jean-Paul Belmondo, seguìto da una breve apparizione in «XXL» (1997) di Ariel Zeitoun, con protagonista Gérard Depardieu.
 
Nel 1972 interpretò la Fata Turchina nel fortunato «Le avventure di Pinocchio» di Luigi Comencini, che costituì l'esordio dell'attrice in una produzione televisiva e che rimane tuttora nella memoria del pubblico di varie generazioni come un'opera di culto.
Pur al culmine della popolarità, dall'anno successivo iniziò a diradare le apparizioni sugli schermi per dedicarsi alla fotografia (ha fotografato, tra gli altri, Paul Newman, Salvador Dalí, Henry Kissinger, David Cassidy, Audrey Hepburn ed Ella Fitzgerald), pubblicando anche alcuni libri di reportage (risale al 1973 l'intervista a Fidel Castro), e soprattutto alla scultura, con esposizioni in tutto il mondo, particolarmente in Cina, Francia, Spagna, Qatar, Stati Uniti d'America, Russia.
Nel 1984 apparve nel celebre serial statunitense «Falcon Crest: a quasi 60 anni», ancora in ottima forma e inguainata di rosso, ballò la tarantella guadagnandosi una candidatura al Golden Globe per la miglior attrice non protagonista in una serie.
Nel 1985 sempre per la tv americana recita nella miniserie televisiva «Deceptions» e nel 1986 è la guest star di due episodi di «Love Boat».

Si ringrazia Wikipedia per le note e le foto.

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