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Giorno del ricordo: foibe ed esodo «sciagura nazionale»

1. Il nostro pensiero: «La vergogna di un Paese che per 50 anni è stato negazionista»

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Senza voler fare paragoni irriverenti, prima di riportare il messaggio del presidente Mattarella e di altre autorità in occasione del Giorno del Ricordo, vogliamo esprimere il nostro pensiero.
Il sottoscritto ha qualche anno meno di Sergio Mattarella, ma come lui tutti sapevamo quello che era accaduto in Istria nel 1943 e alla fine della guerra.
Moltissime famiglie italiane avevano ospitato qualche profugo istriano. Lo Stato non aveva aiutato nessuno e i poveri concittadini cacciati dalle loro case hanno dovuto arrangiarsi. Per fortuna gli Italiani sono sempre generosi.

Non solo, quando quei poveracci raccontavano gli orrori che avevano vissuto, erano accusati di travisare la storia, di essere fascisti, di essere nemici dello Stato.
Ci sono voluti 50 anni prima che il Paese riconoscesse la shoah degli Italiani d’Istria. Per 50 anni lo Stato è stato negazionista.
Né più né meno di quei disgraziati che ancora oggi in queste occasioni negano che ci siano state le Foibe, accusano quei profughi di fascismo, imbrattano i simboli di chi ha sofferto.
Questi negazionisti non sono affatto diversi di quelli che negano la shoah, hanno solo traslocato l’ideologia da destra a sinistra.
 
Ma ancora oggi non è finita. Vi sono giornali di destra che ne fanno una bandiera a favore della loro ideologia e giornali di sinistra che danno spazio al ricordo con una voluta piega polemica e altri che proprio non danno la notizia.
E questa forzatura di voler a tutti i costi collocare a destra o a sinistra quei tragici episodi della nostra gente è peggio dell'indifferenza di cui giustamente si lamenta il presaidente Mattarella.

G. de Mozzi.

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