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«Moser ambasciatore del Trentino e dei trentini»

Il film documentario sarà proiettato in anteprima mondiale mercoledì 2 maggio al 66° Trento Film Festival

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Leggenda del ciclismo mondiale, rivoluzionario dello sport e «Sceriffo» capace di tenere a bada un manipolo di atleti.
Francesco Moser, il ciclista italiano più vittorioso di sempre, mercoledì 2 maggio (ore 21.00 Supercinema Vittoria) sarà protagonista al 66. Trento Film Festival (26 aprile – 6 maggio) con l’anteprima assoluta di «Moser. Scacco al tempo», il documentario di Nello Correale che racconta il campione trentino attraverso la sua stessa voce.
Frutto di un anno di lavoro fianco a fianco con l’uomo che in 14 anni ha portato a casa 273 trionfi, il film è un inedito e originalissimo ritratto di Francesco Moser, dall’esordio nel professionismo alle tre vittorie consecutive alla Parigi-Roubaix, al sensazionale record dell'ora di Città del Messico, alla vittoria del Giro d'Italia fino al ritiro.
Con la partecipazione straordinaria dei rivali di un tempo, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Beppe Saronni, la pellicola prodotta da Filmwork e Tipota Movie Company in collaborazione con Trentino Film Commission è uno spaccato dell'uomo e dello sportivo, della famiglia e della comunità di Palù di Giovo, il paese di Moser in provincia di Trento.
 
Francesco Moser si scopre campione tardi, a diciott'anni. Comincia così la storia del terzo ciclista più forte del mondo, alle spalle del «Cannibale» Eddy Merckx e dell’«Imperatore di Herentals» Rik Van Looy.
Moser attraversa gli anni '70 e '80 da eroe assoluto confrontandosi con fuoriclasse come Gimondi, Hinault e Saronni, e la rivalità con quest'ultimo avrà il sapore epico di quella fra Binda e Girardengo o fra Coppi e Bartali.
Negli anni da professionista Moser fa molto di più che collezionare vittorie (tra le quali tutte le grandi classiche, tre Parigi Roubaix consecutive, il leggendario e dibattuto record dell'ora di Città del Messico, il campionato del mondo di San Cristobal, il Giro d'Italia più tutte le vittorie su pista): cambia per sempre il ciclismo, trasportandolo da solo dall'era epica a quella moderna.
Le sue invenzioni e le sue innovazioni toccano tutto dello sport più duro del mondo: dal mezzo all'abbigliamento, dai metodi d'allenamento ai rapporti interni alle squadre a quelli con gli sponsor.
 

 
Grande e amatissimo dagli appassionati ma anche dai gregari, come racconta nel film l’esperto di ciclismo e vice direttore della Gazzetta dello Sport Pier Bergonzi: «Tutti i gregari di Moser gli vogliono bene perché lui ha una sincerità di fondo che lo ha portato a correre e a vivere nello stesso modo.»
Dopo di lui nulla sarà più come prima, ed è forse per questo motivo che Moser occupa ancora adesso un posto nell'immaginario collettivo molto più di tanti altri campioni.
Oggi ritroviamo Francesco Moser in campagna, contadino con la famiglia nella sua comunità d'origine. Una sintesi di tradizione e innovazione, di culto della fatica e scienza.
A trent'anni dalla fine della carriera ciclistica lo Sceriffo pedala ancora tanto in tutto il mondo, e lo fa anche con i «nemici» del passato che hanno accettato di partecipare alle riprese raccontando il loro Moser, quello di ieri e quello di oggi.
 
«La storia di Francesco viaggia parallela a quella del Trentino» - dice il regista Nello Correale - «Il suo percorso non è fatto solo di vittorie in sella alla bicicletta, ma è anche quello di un uomo che ha saputo cogliere e anticipare le sfide tecnologiche legate allo sport. Come lui anche il Trentino, terra di agricoltura, turismo, ricerca e green economy, che a metà degli anni ‘60 come molti altri territori in Italia è riuscito a riscattarsi, superando una alla volta le difficoltà. Non solo: si è trasformato nel luogo di eccellenze che oggi conosciamo. In questo senso Francesco Moser è un campione fortemente legato alla sua terra, capace di vincere e perdere con lo stesso spirito indomito.»
E aggiunge: «Moser non ha smesso di essere un’icona: vanta club in tutto il mondo e televisioni, radio e giornali non smettono di cercarlo. La sua voce continua a fare opinione, e raccontarne la storia in un documentario restituisce le grandi emozioni a cui lo Sceriffo ci ha abituati.»
Autore, regista e sceneggiatore, nel 1997 Nello Correale ha scritto e diretto il suo primo film, «Oltremare».
Ha collaborato a molte sceneggiature tra cui «Journey of Hope», Premio Oscar come miglior film straniero nel 1991.
 

 
Ha scritto e diretto numerosi documentari per emittenti nazionali e internazionali, tra cui «I ragazzi della Panaria» nominato al David di Donatello nel 2005, «Wolf on the Drum» per Kazakh Film (la prima coproduzione Italia/Kazakhstan), «La voce di Rosa – Rosa Balistreri la cantatrice di Licata», «Depero» e nel 2016 «The Charging Bull» per Rai 2.
Ha ideato e dirige dal 2000 il Festival Internazionale del Cinema di Frontiera (Marzamemi-Sicilia).
Moser. Scacco al tempo di Nello Correale sarà presentato mercoledì 2 maggio in anteprima assoluta nell’ambito del 66 Trento Film Festival (26 aprile – 6 maggio 2018) alla presenza di Francesco Moser, del regista Nello Correale, del Presidente Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi, del vice direttore della Gazzetta dello Sport Pier Bergonzi.
Moser. Scacco al tempo di Nello Correale è prodotto da Filmwork e Tipota Movie Company in associazione con Michelangelo Film e in collaborazione con Trentino Film Commission con il sostegno di Banca Mediolanum, Enervit e Barilla e con il contributo di TKB Corporation, APT Dolomiti Paganella, Assessorato Cultura e Sport Provincia autonoma di Trento, APT Trento Valle dei Laghi Monte Bondone, Consorzio Skipass Paganella Dolomiti.

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