Home | Eventi | Trento Film Festival | Trento Film Festival: «La Sarca, un fiume simbolo di unità e identità»

Trento Film Festival: «La Sarca, un fiume simbolo di unità e identità»

Il libro, curato da Annibale Salsa ed Elio Caola, è stato presentato a «MontagnaLibri» il volume sul corso d'acqua che dalla Rendena sfocia nel Garda

image

>
Duecentotto pagine. Il contributo di numerosi specialisti, la cura dell’antropologo Annibale Salsa, past president generale del Cai e di Elio Caola, ex dirigente forestale provinciale e, in passato, presidente della Sat.
«La Sarca. Luogo delle diversità» è un excursus che prende in considerazione numerosi aspetti di questo fiume che nasce in Rendena dalla confluenza di tre rami, quelli della val Genova, del Nambrone e di Campiglio a loro volta debitori dei ghiacciai dolomitici.
La Sarca come simbolo di diversità ma, nello stesso tempo, di identità, è il concetto più volte espresso nel corso del salotto per sintetizzare la portata non solo naturale ma anche culturale e antropologica del fiume (e del suo bacino) che sfocia nel Garda e ne esce con un altro nome, quello di Mincio.
 
Nell’introduzione, Salsa sottolinea: «Questo è un prodotto interdisciplinare. Il filo conduttore del libro è la parola “diversità”, che caratterizza il bacino fluviale della Sarca, intesa come chiave di lettura degli insediamenti umani, dei valori storico-culturali, dell’ambiente, dell’alpinismo, illustrati e descritti con rigore scientifico ed in modo divulgativo.»
De Battaglia ha aggiunto: «Attraverso paesaggi diversi e in 45 chilometri in linea d’aria, la Sarca unisce il paesaggio alpino a quello mediterraneo del Garda.
«Dalle zone colturali della Rendena si passa alle forre, alle Marocche fino all’area lacustre. Inoltre, i suoi depositi di rocce calcaree e granitiche ne fanno un fiume pescoso.»
 
Diversi i saggi presenti nella pubblicazione.
L’ambientalista e giornalista Roberto Bombarda, ex consigliere provinciale, analizza gli aspetti geografici ed economici del corso d’acqua (in questo contesto l’intervento dello storico Ennio Lappi si sofferma sulle centrali idroelettriche).
Il ricercatore del Muse Marco Cantonati, limnologo,  prende in considerazione gli ambienti acquatici mentre Luca Bronzini (forestale) e Maurizio Odasso (agrario) si occupano della vegetazione.
Lo zoologo Paolo Pedrini ha come focus la fauna e Riccardo Decarli, bibliotecario e storico della Sat, scrive di alpinisti ed esploratori.
«Tutto questo bacino – ha concluso de Battaglia – rappresenta un habitat unico, che il fiume unisce, popolazioni comprese.»

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande