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Dal 30 aprile al 10 maggio il 63° Trento Film Festival

«Per conoscere la montagna di ieri e riflettere su quella di domani»

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Quella di quest’anno sarà un’edizione del Trento Film Festival ricca di novità: per i numeri in crescita della manifestazione; per la dimensione sempre più internazionale della rassegna, con film provenienti da tutte le parti del mondo; per l’alta qualità cinematografica delle opere in programmazione, in particolare per i film d’alpinismo.
Ricco di proposte anche il programma delle serate d’alpinismo, delle mostre e della rassegna MontagnaLibri che, ripercorrendo da prospettive diverse anniversari importanti come i 150 anni dalla prima salita alla vetta del Cervino, raccontano la montagna di ieri, per capire quella di oggi e riflettere su quella di domani.
Attenzione della rassegna, anche di fronte ai grandi temi affrontati dall’Expo di Milano, al rapporto dell’uomo con la natura, della quale la montagna diventa sempre più spesso sfondo e specchio dei problemi che affliggono l’umanità, dagli sconvolgimenti climatici, alle guerre di trincea che si continuano a combattere in montagna in diverse parti del mondo, dalla condizione sociale delle donne, a quella dei migranti, dalla povertà di molte popolazioni delle terre alte, alla crisi economica che ha modificato gli stili di vita dei paesi più ricchi.
L’India, con le sue straordinarie bellezze e le incredibili contraddizioni, paese ospite della rassegna.
Particolare attenzione anche al pubblico più giovane con una serie d’iniziative, nell’ambito del Parco dei mestieri, pensate per le scuole e le famiglie.
Il 10 maggio, al Messner Mountain Museum Firmian a Bolzano, la quarta edizione del forum internazionale QuoCLIMBis?

Dal 30 aprile al 10 maggio si svolgerà, tra Trento e Bolzano, la 63. edizione del Trento Film Festival, la prima e più antica rassegna cinematografica al mondo dedicata alla montagna, all’esplorazione e all’avventura, diventata negli anni uno degli appuntamenti più attesi per discutere e riflettere su tutto ciò che ruota intorno al mondo della montagna e più in generale all’ambiente, alla natura.
 
 I numeri 
Un Trento Film Festival in costante crescita che quest’anno ha registrato 451 film iscritti, il numero più alto nella sua storia, con opere provenienti da tutte le parti del mondo, tra le quali, Europa, Stati Uniti, Sud America, Sudafrica, India, diversi paesi orientali.
Un record da accomunare a quello delle presenze registrato l'anno scorso, con oltre 20 mila spettatori tra le serate al cinema e agli eventi alpinistici, cui si aggiungono gli oltre 25 mila visitatori della rassegna MontagnaLibri e i 15 mila spettatori agli incontri letterari, mostre, seminari.
La 63ª edizione del Trento Film Festival presenterà 115 film tra lunghi e corti, programmati e replicati durante 8 giorni, in un programma che si dipana su quatto sale, per un totale di oltre 110 proiezioni.
In crescita anche i numeri del «Trento Film Festival 365», la nuova anima della rassegna che porta la programmazione cinematografia in tour per l’Italia e all’estero, durante tutto l’arco dell’anno, al di fuori della settimana festivaliera. Sono state, infatti, più di 150 gli eventi organizzati nel 2014, sia in Trentino, sia in diverse regioni del nord Italia, nel Lazio, Abruzzi, Molise, Campania, Calabria, ma anche all’estero, in Svizzera, Corea, Etiopia.
Un festival, quindi, in piena salute che quest’anno si apre in coincidenza con un importante appuntamento mondiale, l’Expo di Milano.
 
«L’Expo – ha evidenziato il presidente del Trento Film Festival, Roberto De Martin – rende Milano importante per il mondo in questo 2015: il Trento Film Festival ne è cosciente e partecipa con competenza ed entusiasmo a questa “sfida”, con la novità del patrocinio Unesco. Tanto più avendo collaborato, con l’Università Statale di Milano, nell’autunno 2014, alla prima edizione di “Milano Montagna”, continuando a farlo nell’anno corrente.
«Con la Mountain Partnership-FAO e il Ministero dell’Ambiente, il Trento Film Festival articolerà una presenza significativa per la montagna a giugno all’Expo durante le iniziative legate alla “Mountain Week”, promossa dalla Convenzione delle Alpi; a luglio durante la settimana di presenza di Euregio; a dicembre per la tradizionale giornata Onu per la montagna al Quirinale.»
 
Iniziative importanti che stimolano ancora di più, forti della propria storia, a guardare al futuro e alla crescita del festival, come ha commentato il presidente generale del Cai, Umberto Martini.
«Le numerose iniziative e la crescita significativa dei numeri del Trento Film Festival – ha detto Martini - rappresentano una conferma delle capacità innovative della rassegna che, con un occhio alla memoria, guarda al futuro, rappresentando un punto di riferimento per il territorio e anche per gli altri festival dedicati alla montagna.
«Da questo punto di vista il Trento Film Festival si presenta come una proposta culturale aperta a tutti, la cui presenza e partecipazione qualifica le iniziative legate alle terre alte che si realizzano nelle varie regioni d’Italia.»
 
Una rassegna, quindi, aperta a tutti e che invita, attraverso le sue varie forme d’espressione, ad avvicinarsi alla natura e alla montagna.
«Da questo punto di vista – ha aggiunto la direttrice del Trento Film Festival, Luana Bisesti – il manifesto ufficiale della rassegna, realizzato dall’artista portoghese Bernardo Carvalho, utilizzando un linguaggio emozionale, immediato e intenso rappresenta una montagna colorata e immaginaria, per spettatori di ogni età, dove la natura custodisce una ricchezza di storie che attendono solo di essere svelate e narrate: proprio quello che il festival si prefigge di fare da 63 anni.
«Natura, wilderness, outdoor, sono il punto di partenza del nostro indagare e non è un caso se nella cultura contemporanea la natura sta occupando uno spazio sempre maggiore e soprattutto sta ispirando una fortissima creatività.
«Il Trento Film Festival con la sua programmazione, ancora una volta ricca e poliedrica, costituisce un’officina di idee e sollecitazioni, lunga undici giorni, che proporrà tanti e tali contenuti da soddisfare i gusti e gli interessi di un pubblico sempre più vasto ed esigente.
«Un’esperienza appagante che ciascuno può personalizzare scegliendo secondo i propri gusti e interessi, sempre con l’intento di conoscere non solo gli uomini e le loro imprese, ma soprattutto la natura intesa come spazio dove ognuno può vivere la propria grande avventura.»
 
Un’avventura da vivere, soprattutto, grazie al programma cinematografico, con opere appassionanti e originali che interpretano il tema della montagna secondo diverse prospettive, a cominciare dai film a concorso.
«La sezione competitiva del Trento Film Festival – ha spiegato Sergio Fant, responsabile della programmazione della rassegna – è riservata ai documentari e cortometraggi, a concorrere all'assegnazione delle Genziane d'Oro e d'Argento 2015 saranno 14 film di durata superiore ai 50 minuti, 10 dei quali in anteprima italiana e 12 film brevi: uno in anteprima assoluta, tutti gli altri in anteprima italiana.
«Come abitudine il Concorso punta su opere appassionanti e originali che interpretano il tema montagna secondo le chiavi più disparate: dagli attesi migliori film di alpinismo dell'anno, al documentario creativo su temi sociali e ambientali, alle migliori opere d'autore in cui le vette e i più spettacolari paesaggi naturali del pianeta fanno da sfondo al racconto di storie e protagonisti straordinari.»
 
 Il programma 
Davvero ricco il programma di quest’anno del Trento Film Festival che, oltre alla programmazione cinematografica (per la quale si rimanda allo specifico comunicato stampa) proporrà incontri alpinistici, mostre, spettacoli, la rassegna internazionale dell’editoria di montagna «MontagnaLibri», il «Parco dei mestieri» per le famiglie e i ragazzi.
Un calendario fitto e variegato di iniziative che avrà come filo conduttore il racconto del rapporto con la natura, la montagna, di come l’uomo si è approcciato ad essa, iniziando dalla storia della conquista del Cervino (di cui ricorre quest’anno il 150° anniversario della prima scalata) e della Grande Guerra e di come continua a farlo oggi e come lo farà domani.
 
In questo racconto che parte dalla storia per arrivare all’oggi, si inseriscono le serata di apertura e di chiusura del festival, con due opere da riscoprire in nuove versioni restaurate: venerdì 1 maggio, all'Auditorium Santa Chiara, Maciste alpino di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto con Bartolomeo Pagano, La ricostruzione e il restauro digitale della versione originale sono stati realizzati dalla Biennale di Venezia, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, presso il Laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna e sarà accompagnato dal jazzista Raffaele Casarano con il quartetto «Locomotive»; sabato 9 maggio, al Supercinema Vittoria, Vertigine bianca di Giorgio Ferroni, documentario ufficiale dei Giochi olimpici invernali di Cortina d'Ampezzo del 1956, il cui recupero fa parte del prestigioso progetto del Cio (Comitato internazionale olimpico) di restauro di tutti i film olimpici ufficiali, già ospitati da festival prestigiosi come Cannes, Venezia e Il Cinema Ritrovato di Bologna.
 
Racconto di cui saranno protagonisti, tra serate alpinistiche e incontri letterari, grandi nomi dell’alpinismo, come Reinhold Messner, Hervé Barmasse, Armando Aste, Elio Orlandi, Simon Yates, Mauro Corona, Nives Meroi, Cesare Maestri, ma anche celebri scrittori, come l’esploratore e geografo Franco Michieli, il giornalista e viaggiatore Paolo Paci, Arno Camenisch, Francesca Melandri, Giacomo Sartori, Antonio Bortoluzzi, Brando Quilici, Enrico Brizzi, molti dei quali presenteranno in anteprima italiana le loro opere nell’ambito della rassegna MontagnaLibri.
Un festival che permetterà, inoltre, di «viaggiare» in tutto il mondo, attraverso un itinerario che inizierà con la prima serata-evento (30 aprile, alle 21, Teatro Sociale) con protagonista il giornalista e scrittore Beppe Severgnini e che continuerà fino all’India, paese ospite della rassegna e che, in altrettante serate evento, vedrà tra gli ospiti d’eccezione di questo grande Paese, ricco di bellezze, arretratezze e contraddizioni, il giornalista e scrittore Federico Rampini (6 maggio, alle 21, Sala della Cooperazione) e l’attore, scrittore e alpinista Giuseppe Cederna (5 maggio, alle 21, Teatro Sociale).
 
Tra le serate alpinistiche il 4, 7 e 8 maggio, alle 21, l’Auditorium Santa Chiara vedrà sul palcoscenico, rispettivamente, Simon Yates in My mountain life, Armando Aste ed Elio Orlandi in L’alpinista come ricercatore di bellezza e di infinito e Reinhold Messner, Hervé Barmasse in 150-100-50-0. Storie di alpinisti fra il Cervino e la guerra
Il 10 maggio, alle 21, al teatro Gries di Bolzano, altra serata alpinista con Hervé Balmasse racconta il suo Cervino.
Domenica 10 maggio, al Messner Mountain Museum di Castel Firmian, a Bolzano, la quarta edizione del forum internazionale QuoCLIMBis?, dal titolo The right to go. The duty to help-Il diritto di andare. Il dovere di aiutare
Insieme a Reinhold Messner, grandi alpinisti di ieri e di oggi racconteranno le loro esperienze e le azioni in aiuto degli sherpa e delle loro valli.

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