Successo per «MontagnaLibri», rassegna legata al FilmFestival
Nel padiglione di Piazza Fiera a Trento, libri e autori di testi dedicati alla montagna
Nella foto, Daniela Larentis, Sandra Matuella e Alberto Pattini davanti al capannone di MontagnaLibri.
È dal 1987 che viene organizzata a latere del TrentoFilmFestival la rassegna MontagnaLibri, l'annuale vetrina internazionale dedicata all’editoria che è diventata una delle manifestazioni più seguite e più poliedriche del festival.
Guide, manuali, studi, monografie, libri fotografici, storia alpinistica, reportage e diari, opere letterarie e libri per ragazzi (nella sezione MontagniLandia), biografie e autobiografie, le sempre più frequenti novità multimediali pubblicate da editori di tutto il pianeta.
È questo il suggestivo viaggio tra le montagne di carta che viene proposto ai visitatori di MontagnaLibri all’interno dello spazio espositivo allestito in Piazza Fiera di Trento, dove hanno la possibilità di prendere in mano e sfogliare con calma le pubblicazioni di autori e editori da tutti i continenti.
Quando siamo stati a visitare il padiglione, la mattina dell’inaugurazione era già pieno di gente.
D’altronde, la possibilità di vedere tutti insieme i libri dedicati alla montagna capita una volta all'anno e i cittadini non perdono l'occasione.
Quelli che vengono venduti di più finora sono i libri di narrativa per ragazzi.
Ma anche i libri di natura fotografica sono andati per la maggiore. Lo sappiamo perché siamo andati a vedere «Il Trentino dei Sentimenti», scritto dagli amici Alberto Pattini e Daniela Larentis.
Il loro libro è stato collocato tra i libri fotografici. Il che è comprensibile, dato che le foto pubblicate sono una più bella dell’altra, ma così non rendono onore ai testi scritti dai due autori. Infatti non si tratta di didascalie per le foto pubblicate ma, viceversa, sono le foto che sono state scelte per illustrare i versi in poesia e i commenti di Pattini e Larentis. Trattandosi di immagini e testi dedicati alla montagna, resta comunque ininfluente separare l'arte figurativa da quella espressiva.
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