Avio, il presidente Fugatti con gli alpini a Cima Monumenti

Il parroco don Luigi Amadori ha ricordato sia le vittime della guerra in Ucraina che quelle della Marmolada

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«Siamo qui, in questo luogo simbolico, per ricordare i caduti, i tanti alpini che hanno perso la vita su queste montagne.
«E da qui il nostro ricordo non può che andare ad altri morti, le recenti vittime della Marmolada, e alle donne e uomini che si sono prodigati per salvare i feriti o recuperare le salme.
«A loro va il nostro apprezzamento e ringraziamento per l'impegno e l'attività svolta in quanto componenti fondamentali della Protezione Civile trentina.»
 
Così il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti intervenuto oggi a Cima Monumenti sul Monte Vignola, nella catena del Monte Baldo, per celebrare il quarantaquattresimo anniversario della posa della croce ai caduti che domina la Vallagarina.
«La straordinaria forza del volontariato degli alpini rappresenta da sempre un elemento centrale dello spirito civico della nostra Autonomia, – ha proseguito il presidente della Giunta provinciale. – Il loro impegno a servizio della comunità trentina è un valore che non è mai venuto meno e del quale tutti noi andiamo orgogliosi. Per questo rinnovo il grazie a nome della Provincia.»
 

 
Una celebrazione, quella organizzata dal Gruppo alpini di Sabbionara d'Avio con il capogruppo Luca Cristoforetti, che partendo dai tragici eventi rappresentati dalla prima guerra mondiale con i combattimenti sulla linea del fronte del Monte Baldo, ha avuto un forte richiamo all'attualità.
Durante l'omelia della messa, animata dal coro Monte Vignol, il parroco don Luigi Amadori ha ricordato sia le vittime della guerra in Ucraina che quelle della Marmolada.
«Due eventi tragici che ci invitano a riflettere – è stato detto – sull'importanza della pace e della convivenza tra i popoli da un lato e della tutela dell'ambiente e del rispetto del Creato dall'altro.»
 

 
Dopo la recita della «Preghiera dell'alpino», le note del «Signore delle Cime» hanno accompagnato le decine di intervenuti che si inerpicavano lungo la via del ritorno sulla strada militare e nelle gallerie scavate nella roccia dagli alpini durante la prima guerra mondiale.
«Agli alpini dobbiamo molto, – hanno ribadito il presidente Fugatti e il sindaco Fracchetti. – Questo territorio di confine è stato teatro di scontri e di morte, mentre ora ci dà la dimensione di cosa significhi vivere in uno spirito di collaborazione e di solidarietà nel segno dell'Autonomia dei quali gli alpini sono tra gli interpreti primari.»
 
«Il gruppo di Sabbionara con oltre 150 iscritti – ha specificato il primo cittadino di Avio – è una delle associazioni più attive del nostro Comune che va ringraziata per la sua opera di volontariato.
«Dopo un anno con una celebrazione in forma ridotta a causa della pandemia, il fatto di ritrovarci ancora qui tutti insieme ci riempie do soddisfazione e ci dà la forza per rivivere quel senso di comunità messo a dura prova.
«Quei momenti difficili sono stati superati anche grazie a voi.»