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Lettere al direttore – Maurizio Panizza

La Cassa di Trento, quella che chiede il test attitudinale…

Suono al campanello della Cassa Rurale e mi risponde una voce femminile, poco cortese, quasi maleducata: «Non lo sa che a quest’ora non facciamo più assegni circolari?»
Stupito, rispondo: «A dire la verità, non avevo bisogno di nessun assegno circolare» e nel pronunciare queste parole - chissà per quale maleficio - sfioro per sbaglio, a fianco del campanello, un tasto fra tanti altri che riporta proprio la dicitura «Richiesta assegno».
«Oddio – esclamo fra me e me – cosa ho mai fatto?»
Dall’altra parte non risponde più nessuno, però il suono metallico della serratura elettrica mi dice che qualcuno mi ha aperto. Entro e trovo dentro tanti impiegati che corrono di qua e di là, probabilmente perché siamo ormai vicini all’ora di chiusura.

Salgo verso il piano superiore. Incontro sulle scale una vecchia compagna di scuola (ma non faceva la maestra elementare?) che qui pare una funzionaria abbastanza importante. Le racconto del mio errore nell’aver premuto il pulsante sbagliato e mi dichiaro subito disponibile a pagare le eventuali spese.
«Sì, sì, tranquillo, mettiamo tutto a posto» – mi risponde.
Poi, scusandosi, mi affida a un collega che mi accompagna in una grande sala, pare quella delle riunioni del Consiglio. Costui mi dice di attendere e poi sparisce in un locale attiguo. Eccolo, adesso ricompare con un beffardo sorrisetto portando a fatica una pila enorme di volumi. Boh…
«Sono 40 chili, servono per la prova attitudinale.» – Mi dice.
Poi mi invita a mettermi in una posizione defilata, in un angolo, dove mi annuncia che devo sostenere la prova che consiste in numerosi piegamenti con questi 40 chili sulle braccia.
«Ma scherziamo?» – Rispondo immediatamente, fra l’incredulo e l’arrabbiato.
«No signore, questa è la prassi della nuova Cassa Rurale.»
«Se questa è la prassi, fatelo voi dipendenti il test attitudinale.»
Irritato, inizio ad alzare la voce: «Io non faccio assolutamente nulla. Io sono un semplice cliente, anzi un socio. Io non devo fare nulla».
«Lei sbaglia, signor socio. Questa è una novità obbligatoria introdotta dopo la fusione della sua Cassa Rurale Alta Vallagarina con quella di Trento.»
Incredibile!
 
Sentita la discussione animata, arrivano altri funzionari, fra cui uno che pare il più alto in grado che chiede al collega cosa è accaduto. Nel frattempo, mentre quello gli racconta, un giovincello arrogante fa una battuta sul fatto che non voglio sostenere il test. Lo fulmino con un'occhiata di stizza. Mi sta venendo un attacco di bile. Sono furioso.
Il funzionario mi ripete in sostanza, con aria altezzosa, quello che aveva detto poco prima il collega: devo assolutamente sostenere il test attitudinale.
«Attenzione – sbotto – perché qui state facendo una figura meschina. Tiratemi fuori la legge, la norma, il regolamento, o quello che è, il quale dice che è obbligatorio per i soci sottoporsi al vostro test attitudinale. Occhio, che sono un giornalista e che vi sbatto in prima pagina!»
Mi rendo conto che sto esagerando, ma va bene così.
Quelli, ora, sembrano rimasti senza parole. Io prendo su e me ne vado via da quella stanza con una grande rabbia addosso.
«È questo il corso della nuova Cassa Rurale?» – Mi chiedo scuotendo la testa.
Mi infilo con passo svelto lungo il corridoio che porta all’uscita, mentre vedo arrivare verso di me uno che conosco e che mi sorride. È un certo Vianini, un valente chitarrista. Il suo saluto cordiale mi tranquillizza. Ci scambiamo qualche parola poi gli chiedo: «Sei qui per il test attitudinale?».
«No, – mi risponde lui. – Sono qui per chiedere delle informazioni come socio in merito alla fusione. Di cosa si tratta?»
«Vieni – gli dico appoggiandogli una mano sulla spalla – qui dentro ti spiegheranno meglio cosa c’è da fare.»
Lui entra un po' smarrito nella sala del Consiglio e io, con un sospiro e uno strano sorriso, mi allontano da quel posto.
 
Mi sveglio, sono tutto sudato e con il cuore che batte a mille.
È stato veramente un sogno? E se fosse la realtà del nuovo corso? Potrebbe anche essere: le cose che non conosciamo nascondono sempre delle sorprese. Che fare? Non ci resta che aspettare... Vedremo nei prossimi mesi cosa ci riserverà la Cassa di Trento.

Maurizio Panizza

Ps. Questo è un sogno (un incubo?) che ho fatto stanotte.

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