Record di Andrea Daprai/ 2. – Cronaca di un meritato successo
Alle 14.48 Andrea Daprai si china al suolo, bacia il terreno e alza le braccia al cielo, salutato dal lunghissimo applauso di centinaia di persone. È il nuovo primatista mondiale, grazie ai 17.675 metri coperti in 23 ore 33 minuti e 11 secondi
L'impresa adesso è realtà.
Si è trattato di una corsa contro il tempo, ma soprattutto contro
le avversità atmosferiche, visto che il suo avversario più temibile
è stato costantemente il freddo più che il cronometro. Le basse
temperature che ha incontrato ieri pomeriggio alla partenza, il
terreno reso scivoloso dalla pioggia e poi il gelo affrontato nel
corso dell'intera nottata hanno costretto il suo fisico a un grande
dispendio di energie.
Verso l'una di notte una contrattura muscolare alla coscia sinistra
ha fatto temere per la felice conclusione dell'impresa, ma il
pronto intervento dello staff medico e atletico che lo ha seguito
senza sosta nelle 24 ore di cavalcata, unito ad una incrollabile
forza di volontà, gli hanno permesso di arrivare festante al
traguardo alle ore 14,45 di oggi. I tempi, in verità, sono sempre
stati in linea con l'obiettivo finale, alzare la soglia fissata da
Adriano Greco nel 2001 (17.575 metri), ma fino a quando non si
scrive la parola fine su queste imprese non si può mai essere certi
di nulla. Anche se il lungo curriculum dell'atleta noneso forniva
ampie garanzie di successo.
La rincorsa al record è cominciata sotto un cielo plumbeo ed è
terminata sotto un magnifico sole. Per 25 volte Andrea,
accompagnato ora da Mirko Valentini e ora da Massimo Menapace, ha
risalito la Pista Paradiso dalla vecchia stazione di partenza
all'arrivo del nuovo impianto, dove saliva sulla cabina per
ridiscendere a valle. I sette minuti trascorsi sul vagoncino gli
sono serviti di volta in volta per nutrirsi, bere, consultarsi con
il medico, farsi massaggiare, cambiare abbigliamento.
Il momento peggiore è cominciato quando il buio era calato da
qualche ora sulla vallata; la temperatura è scesa fino a 2 gradi
sotto zero nella parte alta e il freddo è diventato subito un
avversario micidiale, al quale comunque lo staff ha fatto subito
fronte consigliando ad Andrea di cambiarsi al caldo della
biglietteria piuttosto che al gelo della cabina, un'operazione che
è costata qualche minuto, ma che l'atleta poteva permettersi, visti
gli ottimi tempi di marcia.
Suggestivo il colpo d'occhio per chi ha seguito nottetempo
l'impresa, visto che due grandi riflettori messi a disposizione da
Adamello Ski hanno illuminato l'intero tracciato e visto che molte
paline che segnavano il percorso portavano in cima una luce che le
rendeva riconoscibili anche dal Passo del Tonale.
I tempi staccati ad ogni giro testimoniano la grande regolarità di
cui è stato capace Andrea: 40'49", 41'00", 39'48", 42'80", 42'30",
41'12", 41'59", 43'40", 46'65", 44'42", 45'57", 48'08", 47'36",
48'27", 50'52", 49'10", 48'05", 47'32", 49'01", 48'46", 51'46",
50'40", 50'19", 56'06", 54'09".
Alla fine è scattata inevitabile la festa per lui e per tutto lo
staff ha preparato questa impresa e che lo ha seguito per 24 ore
senza perderlo mai d'occhio.
Dai preparatori atletici Mauro Mendini e Pierino Endrizzi al medico
Giovanni Staffilano, dagli uomini di Adamello Ski (che hanno fatto
funzionare l'impianto per 24 ore consecutive) agli amici e ai
parenti di Andrea, che si sono adoperati soprattutto nel corso
della notte per risolvere i problemini che inevitabilmente sempre
si pongono in queste circostanze.
In condizioni climatiche diverse Andrea avrebbe potuto certamente
provare ad compiere un'altra risalita, ma un freddo inusuale per la
stagione lo ha costretto a sprecare molte più energie del previsto.
E l'ultima mezz'ora ha preferito spenderla per festeggiare.
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