Barbara Cappello, in mostra a Venezia – Di Daniela Larentis
«Cultura europea: equilibrio (in)stabile», la collettiva a cui parteciperà insieme ad altri otto artisti. Inaugurazione sabato 6 maggio, alla «Galleria Visioni Altre»
Barbara Cappello, Ph su carta cotone (Particolare - L’opera intera con descrizione a pié di pagina).
A Venezia, verrà inaugurata un’interessante mostra dal titolo «CULTURA EUROPEA: EQUILIBRIO (IN)STABILE. Noi siamo passato, presente e futuro», curata da Adolfina de Stefani e Paola Caramel.
L’appuntamento è fissato per sabato 6 maggio 2023 alle ore 19.00, presso la Galleria Visioni Altre, Campo del Ghetto Novo, 2918 (Cannaregio). Resterà aperta al pubblico fino a martedì 31 maggio 2023 nei seguenti orari di apertura: mercoledì e giovedì 11.00 – 15.00; venerdì, sabato e domenica 11.00 – 19.00. Ingresso libero.
Il progetto nasce da alcune riflessioni, suggerite anche dal titolo. Spiegano le curatrici a tale proposito: «Riscoprire le proprie radici culturali è come specchiarsi nella propria identità. L’essenza di ogni società è caratterizzata da valori culturali attraverso cui possiamo comprendere l’immagine che abbiamo di noi stessi e del mondo che ci circonda in un dato periodo storico.»
Sottolineano un altro interessante aspetto: «Il processo di globalizzazione culturale a cui si tende, altro non è che l’unificazione su scala mondiale dei comportamenti e del pensiero che, cancellando le differenze e appiattendo le singole culture, rischia l’omologazione, il pericolo cioè di azzerare tradizioni, storia e radici di ciascun popolo per seguire un modello dominante.»
A sinistra: Barbara Cappello, Ph (autoscatto) su carta cotone- graffite - smalto acrilico- patchwork carta- cuciture a macchina- filo oro, Ecclesiaste 1 – 7, Filtro Venezia Addentro 2022.
A destra: Barbara Cappello, Ph (courtesy Adolfina de Stefani) su carta cotone- patchwork carta-cuciture a macchina- filo oro-smalto rosso, Ecclesiaste 1-17, Filtro Venezia Addentro 2022.
Ma che cosa è la cultura? Da un punto di vista semiotico, possiamo definire la cultura come ciò che ha a che fare con la sfera dei significati, ma che ha a che fare, anche, con l’agire dell’individuo, con il suo essere immerso in un sistema sociale in continua evoluzione e ridefinizione.
Noi viviamo in Europa, dove convivono culture diverse, viviamo in un mondo globale. Oggigiorno si parla tanto di globalizzazione, un concetto che rinvia peraltro ai vincoli sociali e di solidarietà.
Viviamo in una società dominata dal consumismo, individualista, che è stata definita in vari modi: età del rischio, dell’incertezza, età liquida ecc. Viviamo una libertà che spesso è assenza di limiti, basata sul disinteresse al bene comune, una libertà illusoria.
Nove gli artisti coinvolti nella collettiva, ognuno, con il proprio stile, chiamato a interpretare il tema proposto: Mariella Bogliacino, Barbara Cappello, Fernamdo Montà, Mirella Boso, Paolo Valdagno, Carla Giulia Rescaldani, Mathieu Weemaels, Emmanuela Zavattaro, Davide Dipieri.
Fra questi, Barbara Cappello, nota protagonista del panorama artistico trentino contemporaneo, presidente di FIDA Trento (Federazione Italiana degli Artisti Trento|Bolzano). L’artista ha respirato l’arte in famiglia fin da bambina (come il fratello divenuto pittore e scultore), osservando il padre pittore.
Curatrice di mostre, eventi culturali e critica artistica, è presente in molte esposizioni in Italia e all'estero. Il corpo è il tema centrale delle sue ricerche, oggetto di ogni sua declinazione artistica.
A sinistra: Barbara Cappello, Ph (autoscatto) su carta cotone -patchwork carta-cuciture macchina-smalto-filo oro-pastello olio, Ecclesiaste 1 -2, Filtro Venezia Addentro 2022.
A destra: Barbara Cappello, Ph (autoscatto) su carta cotone- patchwork carta- cuciture a macchina-filo oro-smalto acrilico - pastello a olio, Ecclesiaste 1 – 10, Filtro Venezia Addentro 2022.
A Venezia, verrà esposto un nucleo di cinque sue opere dal titolo «FILTRO VENEZIA ADDENTRO».
L’artista descrive la genesi di questa serie di lavori, spiegandone il significato:
«Nel 2021 frequentai lo studio d’arte veneziano, Oi Va Voi. L’artista Roman Tcherpak, mi scrisse con pennino e inchiostro il ventre, realizzando in questo modo un’opera di pittura su pelle, con caratteri ebraici che narrano tutto il primo capitolo dell’Ecclesiaste: la vanità delle Vanità.
«A completare l’opera di pittura su corpo fu la sua compagna, Giulia Povolato, che mi decorò schiena, gambe, braccia e nuca con dei segni fortemente ispirati - a mio avviso - alle linee dei tratti di Hilma af Klint.
«Mantenni l’opera scritta sul mio corpo per l’intera giornata, eseguendo degli autoscatti allo specchio per poterla leggere e studiare nella sua interezza.
«Ritornando successivamente presso la Galleria Visioni Altre, dove era in corso una mia mostra personale dal titolo FUORICORPO, ne nacque una performance estemporanea; ne seguì una serie di scatti fotografici per mano di Adolfina De Stefani.
«Essere la pagina, attraverso la propria pelle, di una scrittura sacra e di linee trascendenti la spiritualità – prosegue – mi ha indotta a un lungo percorso di riflessione sull’origine culturale di una piccola parte del mondo, quale Venezia.»
Sottolinea, poi: «Come da sempre sostengo, la parola, dunque di conseguenza anche il segno e la scrittura, non esisterebbero se non vi fosse un corpo che li pensa, che li genera, che li ostenta. Al contempo, pensare alla sacralità dell’Ecclesiaste, forse profanata proprio perché impressa sulla nudità femminile, ancora di più mi induce a pensare a un soverchiante atto in cui si tenta di stravolgere il patriarcato, quale potere che dalla notte dei tempi tenta di mantenerne sapienza e cultura.
«Profonde riflessioni che rinviano alle parole del primo capitolo; Vanità delle vanità, dice l’Ecclesiaste. L’esibizione del corpo è vanità. La cultura è vanità.
«L’arte è vanità. E, le parole che compongono questo capitolo sono concetti che rimarcano l’eterno ritorno, il ciclo tra giorno e notte, tra vita e morte, tra corporeo e incorporeo. Il ciclo sacro della rinascita attraverso la morte.
«Vanità, oppure vanità? Seguendo questi e altri pensieri ho realizzato le opere del ciclo Filtro Venezia Addentro (altre sono in lavorazione). Ho pensato di dare visibilità a questa opera composta da incroci e confronti tra più persone, poiché il fulcro della trasmissione culturale nasce proprio dal confronto tra più esseri.
«Il titolo nel quale si cita “CULTURA EUROPEA: EQUILIBRIO (IN)STABILE - Noi siamo passato, presente e futuro” mi ha ulteriormente indotta a presentare questo lavoro, in quanto l’equilibrio è la forma meno stabile e più stabile al contempo e rispecchia il concetto di vanità delle vanità: un tragitto in cui i passi vanno ponderati, studiati e riflessi. E passato, presente e futuro sono il bilanciere del funambolo.
«Venezia, scrittura ebraica, Ecclesiaste, Bibbia, tratti rimandanti a Hilma af Klint sono sì una piccola e grande partecipazione alla cultura europea, ma anche più ampia. E passare attraverso un filtro significa prendere atto di ciò che siamo, come di quel che saremo e di cosa eravamo. In mostra verranno esposte cinque mie opere del ciclo “Filtro Venezia Addentro”. Il taglio che ne ho dato riporta al movimento dell’acqua della laguna, il movimento del vento, la circolarità del movimento, la tridimensionalità attraverso il multistrato di carte e cuciture, come la sacralità con il filo oro quale comunicazione della cultura che ogni essere veicola attraverso se stesso.»
Daniela Larentis – [email protected]
Barbara Cappello, Ph (courtesy Adolfina de Stefani) su carta cotone- patchwork carta-cuciture a macchina - pastello olio-smalto acrilico- filo oro, Ecclesiaste 1 - 5 | 6, Filtro Venezia Addentro 2022.