Il «mare nostrum» di Ancona – Di Giuseppe Casagrande

Gastronomia, ricerca, scienza, ambiente e cultura: questo il ricco programma che dal 17 al 24 maggio coinvolge il capoluogo delle Marche... invaso da «Tipicità in Blu»

La Mole Vanvitelliana di Ancona, sede dell'evento Tipicità in Blu.

L'Arco di Traiano, la Mole Vanvitelliana, la Marina Dorica, il Passetto e... lo stoccafisso.
Sono i simboli di Ancona, capoluogo delle Marche. Al giorno d’oggi potrebbero anche definirsi «emoticon», ossia espressioni stilizzate dell’inscindibile rapporto tra Ancona e il mare, nonchè punti di riferimento dell'evento «Tipicità in Blu» in programma dal 17 al 24 maggio prossimi.

I protagonisti dell’intensa settimana di «Tipicità in Blu» saranno Gioacchino Bonsignore del Tg5, la giornalista Hoara Borselli e Marco Ardemagni di Rai Caterpillar.
Giunta alla sua undicesima edizione, la manifestazione muta nuovamente, evolve e cresce fino a raddoppiare: dal Festival popolare, nel primo fine settimana, alle giornate della «blue economy».


Si comincia da Marina Dorica e si finisce al Passetto, con un significativo «coast to coast» che accompagnerà nella città fino alla Festa del Mare, in programma a settembre.

 

Il porto turistico della Marina Dorica di Ancona.
 
 Nei locali della città i menu in blu e gli «aperiblu» con i sardoni protagonisti 
A Marina Dorica ci sarà la «Sailing Chef» (sabato 18 maggio), il polo espositivo del blu alla Mole Vanvitelliana, gli approfondimenti tecnici e scientifici alla sala eventi Unicorn del Passetto. E poi i circuiti «menù in blu» ed «aperiblu» nei locali della città aderenti all’iniziativa, con protagonista assoluto il sardone, uno dei simboli della gastronomia anconetana.
Per tutto il fine settimana (sabato 17 e domenica 19 maggio), sempre a Marina Dorica, «Tipicità in Blu» esplora anche le frontiere del buon gusto, con eventi di degustazione guidata dedicati ad acquacoltura, specie ittiche aliene, stoccafisso all’anconitana, cucina di mare e del riuso. Sapori accompagnati dai vini delle Marche presentati da I.M.T. e da produzioni agricole locali con Coldiretti.
«Tipicità in Blu» 2024 parla in particolare ai giovani, con un protagonismo degli studenti delle primarie, secondarie ed universitari, ad ampio raggio, per tutti gli otto giorni della manifestazione. CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confindustria ancora una volta saranno in prima linea con contributi fattivi in tema di nautica, cantieristica, ristorazione, economia blu.
 

L'Arco di Traiano, uno dei simboli della città di Ancona. In alto il Duomo.
 
 renta gli eventi in programma ad Ancona: dalla scienza alla gastronomia 
Nel complesso, sono trenta gli eventi in programma: da scienza a gastronomia, da cultura a nautica, da ciclo delle acque ad economia circolare. C’è tutto dentro alla «Blue Way» percorsa da «Tipicità in Blu», che quest’anno lancia anche l’inedita sfida «quarantotto ore per decifrare il mare», con l’innovativo Hackathon che vede partner, insieme a Comune di Ancona, IRBIM CNR e Università Politecnica delle Marche, le più blasonate realtà italiane della ricerca e della crescita blu.
A contribuire sulle tematiche esplorate da «Tipicità in Blu» 2024 ci saranno, infatti, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale, l’Università di Trieste, il Polo Tecnologico dell’Alto Adriatico, nonché una partnership con il comitato tecnico-scientifico di Ecomondo per la blue economy (Rimini), per esportare le esperienze maturate con «Tipicità in Blu» anche in altri contesti italiani ed internazionali.
 

La scalinata con la spiaggia del Passetto, uno dei simboli di Ancona.
 
 Sabato 18 maggio un focus sul presente e sul futuro dell'acquacoltura 
Sabato 18 maggio alle ore 10.30, negli ambienti dell’Ancona Yacht Club all’interno di Marina Dorica, il programma del festival di «Tipicità in Blu» si aprirà con un focus sul presente e sul futuro dell’acquacoltura. Condotto dalla professoressa Giorgia Gioacchini dell’Università Politecnica delle Marche, l’appuntamento darà vita ad un confronto tra i diversi attori che animano la filiera dell’acquacoltura.
Il giovane chef Paolo Pistola, della «Nicchietta» di Sefro, sublimerà il valore gastronomico e nutrizionale dei prodotti dell’acquacoltura attraverso un piatto elaborato a partire dalle trote del brand «Erede Rossi Silvio», realtà marchigiana che si è affermata come primo player europeo nell’allevamento di trote, trasformando il piccolo borgo dell’entroterra marchigiano in capitale continentale della trota.
 

Lo stocafisso all'anconitana, patate, olive nere, acciughe e capperi.
 
  Nel 2030 il prodotto ittico destinato al consumo arriverà dall’acquacoltura 
Un recente studio sull'alimentazione a base di pesce prevede che nel 2030 il 62% del prodotto ittico destinato al consumo umano proverrà dall’acquacoltura. Il settore negli ultimi anni sta vivendo una forte espansione e rappresenta un traino per la «blue economy».
L’interesse attorno all’acquacoltura è rappresentato da una moltitudine di ricerche tese a massimizzare il benessere animale negli allevamenti, minimizzare l’impatto ambientale e attivare una serie di buone pratiche legate all’utilizzo di tecnologie predittive, big data ed economia circolare. Tra allevamenti in mare e impianti a terra, l’acquacoltura ormai sta diventando un fenomeno sempre più importante per la cucina domestica e per la ristorazione.
 

Otello Fabris, ambasciatore del baccalà alla vicentina e Andrea Vergari dello Stofìss dei Frati di Rovereto.
 
 La tradizione dello stoccafisso e il lungo viaggio dalle isole Lofoten 
In apertura ho citato lo stoccafisso come uno dei simboli della città di Ancona, una vera e propria icona, piatto quanto mai apprezzato da buongustai e gourmet.
Qualcuno si chiederà il perché di questa tradizione. Il capoluogo delle Marche era, assieme a Venezia, il luogo di partenza delle navi che si spingevano fino alle città anseatiche e non di rado ai porti norvegesi. Per evitare di fare il viaggio di ritorno senza carico, quelle navi iniziarono a trasportare casse di stoccafisso, soprattutto dalle isole Lofoten, che poi venivano scaricate nel porto di Ancona.
Nel 1932 alle isole Lofoten venne eretto un monumento a ricordo del legame culturale e gastronomico tra l’Italia e quelle isole lontane. Oggi l’arcipelago norvegese è il più importante produttore di stoccafisso nel mondo e l’Italia il più grande importatore con il 90% dell’intera produzione.
 

 
 Lo stoccafisso all'anconitana e la provocazione del Club Amici del Mare 
La ricetta dello stoccafisso all'anconitana, come tanti capisaldi della cucina italiana, è stata codificata dalll'Accademia dello stoccafisso e prevede, tra gli altri ingredienti, la presenza di patate, pomodori, olive nere denocciolate, capperi, acciughe, vino bianco e olio extravergine. In occasione dell'evento «Tipicità in Blu» il Club Amici del Mare della Marina Dorica di Ancona ha lanciato una provocazione gastronomica: e se provassimo a trasformare lo stoccafisso all’anconitana in un piatto adatto agli amanti del fitness?
La sfida è stata lanciata dalla società «Piatto Sano» che per l’occasione presenterà una personalissima versione del celebre piatto, studiata per essere bilanciata e adatta a tutti i regimi alimentari.
A questa provocazione risponderà l’Accademia dello Stoccafisso all’Anconitana che proporrà la succulenta, gustosissima ed inconfondibile versione tradizionale del piatto. Ovviamente non si tratta di una competizione, ma di una simpatica «variazione sul tema». Le tradizioni restano, ma la sperimentazione e il confronto tra punti di vista diversi permetteranno di dar vita ad un divertente dibattito… dagli esiti imprevedibili.

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Giuseppe Casagrande - [email protected]