Cartoline di Bruno Lucchi: MArTa, Museo Archeologico di Taranto
Nell’antica capitale della Magna Grecia si trova uno dei maggiori musei italiani dedicati all’archeologia. Custodisce tesori inestimabili come gli splendidi Ori di Taranto
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Dovessi fare una classifica delle regioni che amo, tolta la Sardegna per ovvie ragioni famigliari, la Puglia sarebbe sicuramente al primo posto.
Difficile elencare i troppi motivi: le persone, il barocco, le fortificazioni normanne, la Magna Grecia, la cucina, il vino, l’olio... e potrei continuare all’infinito.
Quest’anno, nei pochi ma caldissimi giorni di permanenza in questa splendida regione, abbiamo cercato di vedere più cose possibili.
Abbiamo pensato di ripararci dalla canicola visitando il Museo Archeologico di Taranto che per la verità pensavamo fosse climatizzato, invece, solo la bellezza dei manufatti esposti ci ha dato un po’ di sollievo.
Il Museo Nazionale Archeologico di Taranto MArTa, fu istituito nel 1887 in conseguenza dei lavori di urbanizzazione dell’area a est del «Canale Navigabile» di Taranto.
Durante l’intervento molti i ritrovamenti di materiali archeologici provenienti dalla città greca e romana e dalla contigua necropoli.
Proprio per tutelare e conservare i preziosi ritrovamenti, venne inviato a Taranto l’archeologo Luigi Viola che organizzò l’istituzione di un museo.
Con oltre duecentomila reperti e manufatti che illustrano la storia di Taranto e del suo territorio dalla preistoria fino ad arrivare al periodo tardo antico e alto medievale, Il museo conserva una delle più importanti raccolte archeologiche d’Italia e ha sede nell’ex Convento di San Pasquale di Babylon, sottoposto a un radicale restauro nel gennaio 2000.
Il complesso è stato riaperto al pubblico il 20 dicembre 2007.
Da sempre ho scelto la ceramica per realizzare gli originali delle mie opere. Sono affascinato dai diversi modi d’uso di questa materia in ogni cultura e in ogni epoca.
Sempre usata con eleganza e raffinatezza con una personale lavorazione che ne identifica sia l’epoca che la provenienza.
I primi reperti risalgono al 17.000 a.C.
Da pochi anni la tecnologia ha permesso alla ceramica di sopportare temperature incredibili e di venire utilizzata anche per la costruzione di astronavi o vetture di formula uno.
Sottolineerei anche l’importanza della modellazione della ceramica che viene utilizzata da molto tempo nel campo educativo sia per lo sviluppo delle attività manuali e creative, sia nel recupero cognitivo.
La collezione del museo è davvero impressionante. La bellezza e raffinatezza dei manufatti fittili mi ha particolarmente colpito.
Poche, ma di bella fattura le sculture.
Le vetrine e le dimensioni dei gioielli non mi hanno permesso di fotografare in modo decoroso i famosi ori di Taranto. P
er apprezzare questi, credo, dobbiate andare a vederli di persona.
Tenete occhi, naso e palato aperti a trecentosessanta gradi, per «gustarvi» la Puglia in tutti i sensi.
Bruno Lucchi
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