Cartoline di Bruno Lucchi: Casa Matteo e Francesco Musante

Un giardino artistico ospita in permanenza alcune mie sculture, ma a Natale accoglierà una mia personale con molte opere inedite

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Una galleria d’arte che chiude di questi tempi non è una novità e soprattutto non è una bella notizia.
Quando una galleria chiude la sede aperta nel 1995 per aprire una casa dedicata totalmente all’arte, allora è festa grande.
«Casa Matteo», così Franca Pezzoli gallerista entusiasta ha chiamato questo spazio. Un omaggio al figlio Matteo che prima di lasciarla aveva iniziato a ristrutturare.
Dopo ventisette anni di lavoro e tantissime mostre, è ora di nuovo pronta a rimettersi in gioco con questo nuovo progetto della galleria Franca Pezzoli Arte Contemporanea.
 
«Casa Matteo» è a Fino del Monte in provincia di Bergamo a soli quattro chilometri da Clusone dove è nata la prima sede.
Questa è proprio una casa pronta ad accogliere artisti, collezionisti, ma anche persone che per la prima volta vogliono provare a entrare in questo mondo affascinante e sconosciuto. Un giardino artistico che ospita in permanenza alcune mie sculture.
Sarà a Natale che «Casa Matteo» accoglierà una mia nuova personale con molte opere inedite dopo ben diciassette anni dalla prima delle molte mie mostre personali e collettive fatte da Franca Pezzoli a Clusone.
 
La settimana scorsa con Graziella siamo saliti a Fino del Monte per portare alcune sculture. L’occasione è la personale del maestro Francesco Musante.
C’eravamo incrociati più volte nel corso degli anni ma sabato è stato un incontro speciale. Siamo rimasti seduti in terrazzo a parlare praticamente tutta la serata piacevolmente interrotti qua e là da Franca per la richiesta di dediche del maestro, da parte degli ospiti.
Ricordi e racconti di artisti-amici comuni e di esperienze. Uno di quegli incontri che avvenivano tra artisti negli anni ottanta e novanta, momenti rari al giorno d’oggi.
Tutti sempre di corsa e pochi gli artisti che presenziano alle inaugurazioni delle mostre di colleghi o amici. Internet e le difficoltà di questi ultimi anni hanno azzerato tutto, anche i rapporti conviviali.
 
In quegli anni, mi sono trovato spesso in tavolate con maestri che con un bicchiere di buon vino raccontavano e scambiavano aneddoti di altri colleghi, e io ragazzino appena entrato in questo mondo magico, ascoltavo incantato le fiabe di un'epoca lontana che temo non tornerà più nonostante l’ottimismo che mi accompagna.
Chi sceglie questa vita e fa questo lavoro come professione è persona ottimista. Scegliere di fare il precario a vita per seguire la propria passione è una vocazione. L’entusiasmo fa ancora brillare gli occhi degli artisti.
Ci raccontiamo aneddoti e ci scambiamo informazioni su gallerie, su tecniche e amici comuni che da tempo non sentiamo. Gli anni passano ma non pesano.
Sono come grosse valige piene di esperienze e di storie di vita a volte incredibili, spesso le sfoggiamo per entrare in un discorso oppure per stupire gli interlocutori.
 
Bellissima serata. Dopo aver salutato Franca e il marito Filippo, il maestro Musante e la sua compagna e gli ultimi ospiti rimasti fino a sera, siamo saliti in macchina e preso la via di casa.
Due ore e mezzo di strada ripensando alla piacevolissima serata e alla mia prossima mostra in «Casa Matteo».
 
Bruno Lucchi





























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