Andrea Galvani, selected works 2006-2016 – A cura di M. de Pilati

Alla Galleria Civica di Trento dal 14 ottobre 2016 al 22 gennaio 2017

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Dopo numerose presenze in gallerie e istituzioni di tutto il mondo, come il Whitney Museum, Art in General e la Calder Foundation di New York, le Biennali di Mosca e del Centro America, il Mart dedica un’ampia retrospettiva ad Andrea Galvani.
A cura di Margherita de Pilati, la mostra è un progetto site specific pensato per la Galleria Civica di Trento, terza sede del Mart.


 Il progetto istituzionale 
La Galleria Civica di Trento ha dedicato il 2016 ad alcuni tra i più interessanti e attivi artisti contemporanei. Attraverso una serie di mostre monografiche a cura di Margherita de Pilati, la Galleria ha fatto il punto sul recente lavoro di Stefano Cagol.
Ha proposto la prima mostra europea in un’istituzione pubblica dell’emergente Wyatt Kahn e presenta ora, ancora prima in Europa, un focus retrospettivo sulla ricerca di Andrea Galvani, tra gli artisti italiani della sua generazione più conosciuti in ambito internazionale.
 
L’input per la mostra scaturisce dal felice e pluriennale sodalizio tra il Mart e la Fiera ArtVerona volto a promuovere l’arte contemporanea con particolare attenzione a quella italiana.
Andrea Galvani è infatti tra i vincitori dell’edizione 2015 del Premio Level che vuole essere un’occasione di supporto e visibilità per gli artisti presenti in fiera.
Rinnovando la sinergia istituzionale, la mostra del Mart e la fiera di Verona apriranno al pubblico contemporaneamente, venerdì 14 ottobre.
 
Nei giorni della kermesse veronese, due saranno gli appuntamenti in Galleria Civica:
- Un grande opening alle 19 di sabato 15 ottobre, Giornata del Contemporaneo AMACI. Per l’occasione, l’imponente installazione The End, Action #1 sarà presentata al pubblico con una performance site specific realizzata dall’artista in collaborazione con alcune grandi voci della scena sperimentale italiana e il Conservatorio Musicale Bomporti di Trento.

- Una matinée riservata ai professionisti della stampa e ai collezionisti, evento Off di ArtVerona, alle 10.30 di domenica 16 ottobre. Visita speciale alla mostra con l’artista, il direttore del Mart Gianfranco Maraniello, la curatrice Margherita de Pilati e il critico Giorgio Verzotti, autore di un saggio introduttivo che apparirà nel catalogo monografico edito dal Mart e di prossima pubblicazione.
 

 
 La mostra 
In un compatto percorso interdisciplinare che comprende fotografia, scultura, disegno, performance, video e audio installazioni, Andrea Galvani. Selected Works 2006 |2016 documenta azioni collettive, esperimenti visionari, fenomeni di carattere fisico la cui spettacolare monumentalità è paradossalmente instabile ed effimera.
Il rapporto con l’esperienza, lo sforzo fisico, il fallimento, i limiti del mezzo e del luogo in cui l’artista lavora appaiono come fattori determinanti nello sviluppo di progetti complessi che sono spesso frutto di collaborazioni con istituzioni, università e laboratori di ricerca.
 
Negli spazi della Galleria Civica, Galvani riconfigura e ricontestualizza una selezione di opere provenienti da importanti collezioni e presenta una serie di nuovi interventi prodotti in collaborazione con il museo. La galleria si trasforma così in una sorta di osservatorio di ricerca in cui alcuni dei più noti progetti dell’artista - The End Trilogy (2013-2016), A Few Invisible Sculptures (2012-2016), Higgs Ocean (2008-2011), Deconstruction of a Mountain (2004-2016) - entrano per la prima volta in dialogo tra loro.

Il progetto espositivo si apre con la video installazione The End, Action #1, un grande intervento site specific che occupa il primo piano della Galleria. Presentato per la prima volta a New York durante Frieze lo scorso anno, il progetto ha vinto il «New Commissions Program» finanziato da Art in General. Omaggio a Galileo Galilei, padre della cosmologia moderna, il progetto è stato realizzato l’8 gennaio 2015, anniversario della morte dello scienziato italiano (8 gennaio 1642).
In quel giorno, lungo le coste orientali di cinque differenti paesi dell’America Centrale, trenta cameramen hanno ripreso contemporaneamente il sorgere del sole.
 

 
Le discrepanze tra le condizioni atmosferiche, la sensibilità della tecnologia utilizzata e i movimenti di ogni singolo operatore durante le riprese, si manifestano nell’opera come in un caleidoscopio del tempo e dello spazio, un prisma che riunifica, emoziona e disorienta.
L’architettura di The End Action#1 è stata concepita come un monumento composto da sette piedistalli di luce, progettati per dialogare con altrettanti cantanti, la cui voce attiverà e animerà lo spazio in momenti diversi durante la programmazione della mostra.
La prima performance sarà presentata al pubblico in occasione dell’opening, che si terrà sabato 15 ottobre alle ore 19.
 
Il percorso prosegue nella penombra come un’immersione: lungo il corridoio, un lunghissimo neon blu cobalto, in vetro soffiato a bocca, rappresenta una complessa equazione matematica. L’intervento site specific è frutto della collaborazione con l’astrofisico Eloy Ayón-Beato, uno dei massimi esperti internazionali in buchi neri e fisica gravitazionale.
La mostra proietta il pubblico in una dimensione concettuale densa di emozioni, concreta e al tempo stesso metafisica. Attraverso una straordinaria selezione di opere, molte delle quali inedite in Italia, il percorso continua al piano interrato svelando la coerenza e la forza dei progetti sviluppati dall’artista nell’arco degli ultimi dieci anni.
 
«A volte i limiti più grandi che ci circondano sono fisicamente piccolissimi o invisibili, sono territori psicologici, geografici o politici, – dice lo stesso galvani. – Sono strutture apparentemente semplici ma impenetrabili, distanze impercorribili, dimensioni sconosciute o invalicabili.
«In geometria quando ci avviciniamo ad un punto euclideo non ne incontriamo mai la fine.  Questa mostra è l’estensione di un avvicinamento, è una caduta dentro uno spazio senza fondo ma è anche il dischiudersi di un nuovo stato di potenza, una nuova prospettiva che è in se la manifestazione di una rivincita.»
 

 
 Andrea Galvani (Verona, 1973) 
Vive e lavora tra New York e Città del Messico.
Il suo lavoro è stato presentato in importanti musei e spazi istituzionali tra cui: il Whitney Museum di New York, la 4th Moscow Biennale of Contemporary Art di Mosca, Mediations Biennale di Poznan, in Polonia, Art in General (New York), Aperture Foundation (New York), Calder Foundation (New York), Central Utah Art Center (Ephraim, Stati Uniti), la 9 Bienal Centro Americana in Nicaragua, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Museo Macro (Roma), GAMeC (Bergamo), De Brakke Grond (Amsterdam), Oslo Plads (Copenaghen) e Unicredit Pavillion (Bucarest).
Nel 2010 è stato New York University Visiting Artist, nel 2011 ha ricevuto il premio New York Exposure ed è stato candidato al prestigioso Deutsche Börse Photography Prize.
Ha partecipato a Location One International Artist Residency Program a New York (2008), LMCC Lower Manhattan Cultural Council (2009), e il MIA Artist Space / Columbia University Department of Fine Arts (2010).
Dal 2006 al 2009, è stato docente di Linguaggio Fotografico e Storia della Fotografia Contemporanea presso l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo.
Dal 2010 collabora con l’AMS Advanced Media Studio del dipartimento di Visual Art della New York University e con ICP International Centre of Photography di New York.