Adolescenti e pornografia – Di Giuseppe Maiolo, psicanalista
Con internet di mezzo si deve cominciare il più presto possibile a educare alla sessualità. E a quello che si prova quando si vuole bene
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Scoprire il sesso in adolescenza è stato sempre e per tutti un impegno e una tappa da raggiungere.
Capire la sessualità nascente per ogni generazione ha voluto dire spiegare a se stessi cosa stava accadendo dentro e cercare di dare un nome a quei turbamenti improvvisi, mai conosciuti prima che gli adulti chiamano «tempesta ormonale».
Nulla di più fisiologico. Ieri come oggi.
Un tempo però la scoperta del sesso e la realizzazione dei desideri dell’eros era un lungo percorso dove la fantasia si alternava alla paura e l’eccitazione alla vergogna. Un cumulo di sentimenti complessi e difficili che faceva sentire l’adolescenza un’epoca interminabile.
E poi tutto accadeva di nascosto, tutto della sessualità si scopriva segretamente.
Il cosa si dice o il come si fa erano domande che giravano a lungo nella testa e alimentavano eccitazioni imbarazzate ma anche dubbi e angosce scomposte.
Le scoperte avvenivano grazie a un amico che segretamente ti informava, oppure te le andavi faticosamente a cercare nel retro di un’edicola dove, al riparo dagli sguardi indiscreti degli adulti, potevi comprare una rivista pornografica che dovevi prontamente nascondere per non farti scoprire.
Oggi invece tutto va in modo diverso, tutto è a portata di mano o meglio di mouse.
Con semplice click entri in rete e superi la distanza e la vergogna.
Navighi e scopri uno, cento, mille siti erotici. D’un colpo, sai tutto sul sesso, conosci l’eros, ti cibi di porno e ti dimentichi della paura.
Almeno in apparenza.
Perché ora, come dice una ricerca di Telefono Azzurro, 4 ragazzi su 5 frequentano abitualmente siti porno e il 28% ha paura di diventarne dipendente.
Un fenomeno diffuso dunque quello del web erotico che del sesso ti mostra tutto, ma proprio tutto e non lascia più nulla all’immaginazione e alla scoperta.
Complice l’assenza degli adulti e l’isolamento dei giovani con i propri dispositivi, a questi ultimi non resta che una continua eccitazione e un autoerotismo a oltranza con scarse relazioni amorose.
Le nuove generazioni di adolescenti non a caso dicono «facciamo sesso» e non «facciamo l’amore». Perché innamorarsi fa paura e i giovani di oggi sembrano temere i sentimenti.
Spesso non credono ai rapporti duraturi e non investono in emozioni. Più ancora non le conoscono e non le sanno gestire.
Stiamo così crescendo una moltitudine di figli psico-apatici, cioè indifferenti.
A quei ragazzi e a quelle ragazze che spesso non sanno esprimere cosa si prova dentro, che non hanno le parole per nominare i propri sentimenti e crescono in un tempo super erotizzato, forse come adulti dovremmo dire che la pornografia non è cattiva né peccaminosa, ma che ti imbroglia.
Perché ti fa vedere rapporti che in realtà non esistono, mette in campo uomini e donne che non hanno relazione, persone che non si rispettano né si desiderano, maschi che trattano le donne come oggetto e non come partner.
E come genitori o educatori dovremmo finalmente cominciare a fare il più presto possibile educazione alla sessualità, che vuol dire preparare i bambini a conoscere il proprio corpo e le proprie emozioni, i sentimenti e quello che si prova quando si vuole bene, ma anche il non bruciare le tappe e saper aspettare il desiderio. Che della sessualità è il motore principale.
Giuseppe Maiolo
www.officina-benessere.it