Storie di donne, letteratura di genere/ 66 – Di Luciana Grillo

Maria Cristina Alfieri, «Bocca di pietra»: uno strano romanzo che si comprende veramente solo alla fine, quando ogni tessera trova il suo giusto posto

Titolo: Bocca di pietra
Autrice
: Maria Cristina Alfieri

 
Editore: ExCogita (4 dicembre 2014)
Collana: Voluminaria rosso
 
Pagine: 126, brossura
Prezzo di copertina: € 13
 
Bocca di pietra è uno strano, breve romanzo che si comprende veramente solo quando si arriva alla fine, nel momento in cui, come in un mosaico, ogni tessera trova il suo giusto posto.
Si procede attraverso frammenti, brevi storie, racconti di un tempo lontano, per capire – quando Giovanni accetta finalmente di uscire dall’isolamento e di ricevere «una bella donna dal portamento elegante… giovane, con i capelli neri a caschetto… sembra Valentina… Valentina era un personaggio dei fumetti… Roba dei miei tempi…» – che lo sceneggiatore televisivo che scrive con successo a ciclo continuo ha bisogno di ritrovare le sue radici.
E dunque Giovanni scava nel passato della sua famiglia, segue le vicende che hanno attraversato la vita di Giulio – suo nonno – ne rivede l’infanzia drammaticamente violata dalla morte della madre, la giovinezza turbata dagli eventi bellici e dalle insopportabili vendette, la maturità consumata nel lavoro diurno e notturno e amareggiata dalla morte della moglie tanto amata, la solitudine dei lunghi anni senza il figlio affascinato dai movimenti del ’68 e partito per un lungo vagabondare senza meta.
 
Giovanni, suo nipote, è per Giulio l’ultimo legame con la vita… «quel nipote era diventato per Giulio l’esperienza più profonda e meravigliosa che avesse mai vissuto: era stato un viaggio di esplorazione alla ricerca di un’altra parte di sé, che giorno dopo giorno era affiorata, per restituirgli una fisionomia che non aveva mai conosciuto».
Un tragico malinteso li separa per sempre.
E nell’aria una domanda rimane inevitabilmente senza risposta: «Qual è, mamma, la Parola che ti ha svelato la bocca di pietra?»
Maria Cristina Alfieri, alla sua prima esperienza come autrice di un romanzo, dimostra di avere la stoffa della scrittrice che, servendosi di una lingua sempre controllata ed efficace, sa entrare nelle pieghe più nascoste dell’animo, rivelando le cicatrici che lasciano i grandi dolori e la forza che ciascun uomo può trovare in sé per ricominciare.
E poco importa che l’animo sia di un uomo o di una donna… se la scrittrice sa osservare, comprendere e descrivere con abilità e intelligenza.
 
Luciana Grillo
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