La Pasqua 2015 ricorda troppo la vergogna dell’Olocausto
Non basta pregare, bisogna agire. Altrimenti una delle prossime generazioni si troverà a contare i morti come ha dovuto fare la nostra
Nell’immagine, la Pasqua vista dall’artista Annalisa Lenzi.
Sono passati 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il conflitto che – come un colpo di coda del più vergognoso passato dell’umanità – ha portato all’olocausto 71 (settantuno) milioni di persone tra civili e militari.
Eppure la storia non ha insegnato niente, se ancora assistiamo a stragi di massa nei confronti di persone innocenti, volute solo perché la pensavano in una certa maniera.
La generazione nata nel dopoguerra ha detto più volte basta! al sangue, ha detto basta alle guerre, alle intolleranze di qualsiasi genere, ai preconcetti dettati dall’ignoranza o dall’egoismo.
Credevamo di aver fatto un giro di boa, di aver segnato un passo enorme verso la fine di qualsiasi conflitto, quanto invece – adesso che la nostra generazione sta andando in quiescenza – si è affacciata all’orizzonte del mondo una nuova insorgenza ispirata all’abbattimento delle libertà fondamentali dell’uomo.
Le libertà, lo ricordiamo, sono quella dalla fame, quella religiosa, quella politica. Nell’ordine.
Non abbiamo ancora debellato le problematiche della prima libertà fondamentale dell’uomo - la fame - che qualcuno ha già pensato di combattere quella religiosa. Se quella di non voler morire di fame è comprensibile da tutti, quella della religione pare sempre più una servitù e non un diritto fondamentale dell’uomo.
Cosa c’è di più importante del dialogo che ciascuno di noi ha con la propria intimità, con la propria coscienza? Nulla.
Eppure, c’è ancora qualcuno che vuole interferire in quella sfera, come se una fantomatica entità di comodo – da loro definita dio – gli avesse imposto di sopprimere chi la pensa diversamente.
Francamente ci è difficile ricostruire il processo etico per cui una persona riesce a costruirsi una divinità a propria immagine e somiglianza e, ancora di più, che questa entità dica loro di sopprimere i dissidenti.
Conti alla mano, se così dovessero andare le cose, dovrebbero essere soppressi 6 miliardi di esseri umani. Il che – ci hanno tristemente insegnato i nazisti – è tecnicamente impossibile.
Insomma, ci troviamo a celebrare una Pasqua che ricorda troppo i tempi bui (e fin troppo recenti) dell’Olocausto.
Stavolta sono i cristiani a trovarsi ancora una volta nel disegno assurdo di qualcuno che vuole perpetrare il genocidio di massa, lo sterminio di persone per la sola ragione che non sono allineate.
Se l’olocausto è nato per motivi strettamente razionali (perdonateci il termine) nel cuore dell’Europa - culla della cultura e del libero pensiero - ora ci troviamo di fronte all’opposto, dove sarebbe la fede a volere questi delitti contro l’umanità intera.
Come ha scritto il nostro psicoanalista in un piacevole pensiero dedicato alla Pasqua (vedi), l’umanità deve trovare il giusto equilibrio tra la fede e la razionalità.
Quello che tristemente aggiungiamo noi è che l’umanità non può attendere a combattere gli artefici dell’attuale olocausto.
Non possiamo tollerare altre stragi di persone innocenti, non possiamo più aiutare i deboli senza colpire i forti, non possiamo limitarci alla condanna verbale di questi delitti atroci.
È il momento di decidere cosa fare, altrimenti una delle prossime generazioni si troverà a contare i morti come ha dovuto fare la nostra.
G. de Mozzi