Uccisa Camille Lepage, fotoreporter appassionata d’Africa

Ci ha lasciati all’età di 26 anni facendo un lavoro che spaventa persone ben più mature e navigate di lei

Davvero triste il modo con cui è stata accertata la morte della collega Camille Lepage, giovane fotoreporter francese appassionata d’Africa.
Lo scorso 13 maggio, una pattuglia militare francese aveva fermato un pick-up per un controllo nella parte occidentale della Repubblica Centrafricana.
All’interno del veicolo i soldati hanno trovato dieci uomini armati e cinque cadaveri, tra cui quello di Camille Lepage.
Gli uomini, probabilmente membri delle milizie anti-balaka, sono stati consegnati alla Misca, la forza militare africana, e sono stati ascoltati da agenti della polizia locale e dai gendarmi francesi.
Secondo il loro racconto, la giovane collega è caduta in un agguato avvenuto in un villaggio vicino al Camerun. Lei e altre dieci persone sono state uccise dagli elementi armati che li hanno fermati.
La fotogiornalista è stata colpita e gli anti-balaka hanno caricato in auto il suo corpo insieme a quelli dei loro compagni.
 
I più non sapranno chi fosse la giovane collega appassionata di Africa.
Camille Lepage aveva 26 anni e nell’autunno del 2013 era andata nella Repubblica Centrafricana, dove inizialmente aveva lavorato per «Medici senza frontiere».
Appassionata di fotogiornalismo, anche lei era animata da quella che noi chiamiamo «sindrome da macchina fotografica»: quando tutti scappano, il reporter corre in direzione opposta per fotografare la causa della fuga.
Appena laureata era partita alla conquista della verità. Anche lei non aveva paura, quando aveva una macchina fotografica in mano.
Aveva un grande gusto per la vita, era appassionata di quello che faceva.
Ci ha lasciati alla incredibilmente giovane età di 26 anni facendo un lavoro che spaventa persone ben più mature di lei.
 
La foto è ricavata da Facebook.