Storie di donne, letteratura di genere/ 2 – Di Luciana Grillo
«Una terra spaccata» (di incendi e di amori) – Di Emilia Bersabea Cirillo
Titolo: Una terra spaccata
Autore: Cirillo Emilia B.
Editore: San Paolo Edizioni (collana Le vele)
Torino 2010
Pagine: 228, rilegato
Prezzo: € 14.50
Emilia Bersabea Cirillo è un’architetta avellinese che ho incontrato per caso, dopo aver letto un piccolo articolo che recensiva un suo racconto su un quotidiano trentino.
Mi ha incuriosito questa irpina che parla e scrive storie legate al suo territorio, ma non esclusive del suo territorio, nel senso che ciascuna storia si può riferire tranquillamente ad altri luoghi e i personaggi che ci presenta sono persone che potremmo incontrare in qualunque parte del mondo.
Dunque, ho cercato i suoi libri, li ho comprati e letti, provando per alcuni interesse vivo, per altri solo una certa curiosità.
Finché è arrivato il romanzo del 2010, quello che, a mio avviso, è il segnale di una maturità compiuta, come se solo con questo, attraverso una storia difficile e struggente, l’autrice sia diventata «adulta».
Splendido romanzo «doppio», questo Una terra spaccata.
Racconta la storia di una professionista seria e coerente, che preferisce perdere il lavoro piuttosto che dare il suo assenso alla costruzione di una discarica che devasterebbe il territorio, con conseguenze gravi, a lungo termine.
Ma questa professionista, all’improvviso, si trasforma in una donna fragile e appassionata, affamata d'amore, capace di dire, di dare, di ascoltare, di ascoltarsi.
È Gregoriana De Felice la protagonista del romanzo, bella donna poco più che quarantenne, geologa affermata, inviata a Napoli dalla Società di prospezioni geologiche per cui lavora, insieme a due colleghi, uno più anziano di lei, l'altro - neoassunto - più giovane.
Di pagina in pagina la conosciamo e comprendiamo (e condividiamo) i suoi stati d'animo, la sua intransigenza, le sue malinconie, la sua incorruttibile professionalità.
Il romanzo, in realtà, ce la rivela lentamente, perché procede a ritroso, nel senso che inizia in un asettico obitorio, dove Gregoriana si reca per riconoscere un morto.
Dopo lo sconcerto, il pianto silenzioso, il non voler accettare una realtà inattesa e incomprensibile, fluiscono i ricordi...
Leggiamo che Gregoriana ha un compagno, Enzo, l'uomo col quale trascorre qualche notte, ritagli di tempo che lui sa rubare alla famiglia «vera».
È un diplomatico, sempre in viaggio, inafferrabile.
Quando Gregoriana lo vorrebbe vicino, non c'è, è lontano, dall'altra parte del mondo. Quando lei decide di lasciarlo, Enzo, come un bambino viziato al quale non è più concessa la marmellata, insiste, supplica, implora.
Invano.
Perché Gregoriana ha conosciuto Filippo, misterioso e gentile, signore d'altri tempi, che ora sembra corteggiarla, ora evitarla, ora nasconderle un segreto.
Accompagnata da Filippo, Gregoriana scopre una Napoli «minore», bella e struggente, e, insieme, storie affascinanti di vite.
Con Filippo intreccia un dialogo profondo, intimo, un dialogo di anime più che di voci, come se la loro conoscenza non fosse un fatto casuale, generato da motivi di lavoro, ma si perdesse nella notte dei tempi.
A Filippo Gregoriana parla anche del suo lavoro, gli manifesta dubbi e incertezze sulla località dove alcuni vogliono costruire la discarica, tanto che Filippo diventa un difensore appassionato di quei luoghi, che impara a conoscere e ad amare.
Quando Gregoriana legge i diari di Filippo, apprende con sorpresa che egli si è recato spesso lassù per «difendere la bellezza...questo luogo è un richiamo...la luce è già matura. Comunica speranza, una luce così pulita».
E insieme all'immagine di Gregoriana, ormai partita, Filippo sembra ritrovare in quel luogo un tempo lontano e perduto e ricordi dolorosi, un'infanzia dimenticata, una madre «speciale»...
Per lui, difendere una terra, anche mettendo a rischio la vita, è come difendere quei trecento ettari che tanti anni prima erano stati sottratti a suo nonno, ma nello stesso tempo, è anche un modo per ritrovarsi accanto Gregoriana, che «...è andata via. Ma già mi manca. Doveva. E' una donna coraggiosa...Non ho voluto salutarla. Odio gli addii. Gli strazi. Le promesse. Non farò nulla per farla tornare. Lei è diversa. Lei è accogliente. Come il silenzio. Come la terra.»
Qualche tempo dopo, sono arrivati i nuovi racconti della Cirillo, e di nuovo, come per Una terra spaccata, sono stata ammaliata da una scrittura semplice e rigorosa, da temi intriganti e talvolta inquietanti, da un continuo viaggiare tra esilio e memoria, sogno e nostalgia.
I racconti sono sette, si leggono velocemente.
Sono storie di un sud vivo in cui si incrociano persone diverse, con un passato difficile, sia che abbiano sperimentato il terrorismo, sia che abbiano toccato con mano guerra e distruzione.
Si viaggia alla ricerca della verità
Luciana Grillo