Tutte le cariche del Consiglio Provinciale di Trento
Mosna vicepresidente, Tonina, Civettini e Degasperi segretari questori – Le dichiarazioni di voto dei Consiglieri
Dopo l’elezione quasi per acclamazione del presidente Bruno Doirgatti, il Consiglio provinciale ha completato le elezioni a scrutinio segreto.
Diego Mosna, che ha aderito al gruppo misto, nel quale è l’unico consigliere, è stato eletto in rappresentanza delle minoranze vicepresidente del Consiglio provinciale con 26 voti (ne bastavano 18), con 8 schede bianche e una scheda nulla.
Mario Tonina dell’Upt, proposto dal collega Passamani, ha ottenuto 19 voti, mentre 7 voti sono andati rispettivamente a Claudio Civettini (Lega Nord Trentino, candidato dal collega Fugattie a Filippo Degasperi (Cinque stelle), proposto da Bottamedi.
A quest’ultima votazione hanno partecipato 34 consiglieri e c’è stata una scheda bianca.
Vista la particolare unità dimostrata dal consoglio nella scelta di presidente, vice presidente e dei segretario questori, forse merita leggere le dichiarazioni di voto dei singoli consiglieri.
La fiducia a Dorigatti è stata ribadita da Rodolfo Borga (Civica Trentina) che gli ha riconosciuto il merito di aver svolto sempre bene il suo compito di presidente nella passata legislatura.
«Il suo ruolo non può però essere solo quello di garantire il buon funzionamento dell’aula. Il presidente Rossi è stato votato dal 35% dei trentini aventi diritto al voto. Certo le cause dell’astensionismo sono state molteplici. Una di queste è dovuta a un deficit comunicativo delle forze di minoranza.»
Per Borga «in un sistema così piccolo una particolare importanza deve avere una corretta comunicazione delle diverse posizioni e idee».
Borga ha chiesto a Dorigatti più attenzione alle esigenze dei consiglieri, specialmente di minoranza, con un duplice intervento.
Il primo affinché le interrogazioni ottengano dalla Giunta tempestiva risposta «anche adottando strumenti innovativi».
L’esponente della Civica ha poi chiesto a Dorigatti di agire sul Corecom, organismo incardinato nel Consiglio provinciale, «perché vi sia almeno una parvenza di par condicio tra maggioranza e minoranza nel campo della comunicazione».
E ha aggiunto: «Siamo l’unico territorio in Italia dove non esistono contrapposizioni tra organi di informazione».
Ecco allora che o si fa funzionare un organismo come il Corecom, oppure si deve prendere atto della sua irrilevanza facendo anche risparmiare qualche soldo al contribuente trentino.
«E per farlo funzionare – ha concluso – bisogna dare indirizzi di carattere politico per salvaguardare un briciolo di par condicio. L’ultimo report rivela infatti uno squilibrio impressionante.»
Anche Claudio Civettini (Lega Nord Trentino) ha richiamato alla necessità di una garanzia per i consiglieri nel settore della comunicazione.
Ha inoltre esortato il presidente Dorigatti ad aprire l’aula alle categorie anche più deboli per poter affrontare i problemi e cercarne insieme la soluzione.
Civettini ha infine preannunciato la ripresentazione di tutte le interrogazioni da lui presentate alle quali la Giunta non ha dato risposta.
Silvano Grisenti di Progetto Trentino, esprimendo la sua condivisione con il discorso di Dorigatti, ha aggiunto così.
«Questo non è solo il luogo dell’autonomia come lei ha detto, ma anche della libertà di questa terra. Diciamo di essere liberi ma nei fatti fatichiamo ad esserlo. Per questo occorre aprire questo palazzo.»
Grisenti ha concluso proponendo Diego Mosna quale vicepresidente dell’assemblea legislativa.
Manuela Bottamedi dei Cinque stelle ha presentato all’aula il proprio movimento quale «novità forte di questa legislatura», pur chiedendo la comprensione e l’aiuto a tutti i consiglieri.
«Non ci poniamo in antitesi in modo preconcetto verso nessuno – ha aggiunto – ma valuteremo di volta in volta le singole iniziative e decideremo come porci. Il nostro principio guida sarà la trasparenza nei rapporti con i consiglieri e gli assessori, evitando trattative sommerse.»
Seguendo questo criterio ha detto di aver già condiviso insieme al collega Filippo Degasperi «alcuni punti con le altre forze di minoranza senza rinunciare alla nostra autonomia».
«Ci aspettiamo da lei e da tutto il Consiglio – ha concluso – una collegialità e una condivisione che deve contraddistinguere il lavoro dell’organo legislativo.»
Per Giacomo Bezzi di Forza Trentino «occorre che di fronte ai disagi attuali questo parlamento rappresenti tutte le istanze di tutta la comunità».
Ha poi evidenziato «l’esigenza di un ruolo consultivo da parte del servizio legislativo del Consiglio provinciale perché i consiglieri possano fare bene il loro lavoro».
Mattia Civico del Pd ha sottolineato la partenza positiva e di buon auspicio per l’impegno lavoro che attende del Consiglio, soprattutto a favore di chi fa più fatica nella nostra comunità.
Nerio Giovanazzi di Amministrare il Trentino ha dichiarato di aver votato per la riconferma di Dorigatti alla presidenza:
«Lei la fiducia se l’è guadagnata sul campo, – ha spiegato. Ha poi condiviso le osservazioni di Borga. – Il Trentino si è omologato al resto d’Italia nella scarsa partecipazione al voto.»
«Ci troviamo oggi di fronte a una Giunta provinciale che ha una struttura molto nutrita, mentre noi consiglieri di minoranza, ma anche di maggioranza, non abbiamo gli strumenti sufficienti per poter reggere il confronto.
«Per questo il rafforzamento del servizio legislativo è un passaggio importante e necessario, come è necessaria l’informazione per informare i cittadini sul lavoro del Consiglio. Non vi devono essere due pesi e due misure.
«Non dobbiamo avere il coraggio anche di ragionare con l’ufficio stampa della Giunta provinciale, che mi sembra una struttura sovraccaricata di personale e di costi.»
Giovanazzi ha ricordato come le risorse siano in calo anche perché il governo nazionale «non ci è amico» e non rispetta come un tempo la nostra autonomia.
Chiedere altre competenze per la Provincia è giusto ma non sufficiente: occorrono anche le risorse che non devono rimanere a Roma.
«La situazione del Trentino è preoccupante soprattutto perché i giovani non trovano più lavoro.»
Giovanazzi ha concluso lodando le doti di equilibrio del candidato vicepresidente Diego Mosna.
«Credo che affacciarsi alla politica con una mentalità imprenditoriale – ha osservato – possa costituire un elemento positivo capace di portare novità.»
Giuseppe Detomas dell’Ual si è compiaciuto con Dorigatti per la sua elezione e per le prime dichiarazioni del presidente.
«Non posso non condividere – ha proseguito – alcune dichiarazioni fatte dai colleghi dell’opposizione: il consigliere provinciale dev’essere messo nelle condizioni di poter lavorare con autonomia e competenza per dare le risposte migliori alla comunità.»
Per questo Detomas ha sollecitato Dorigatti a rispondere ai problemi operativi dei consiglieri. Infine come esponente ladino, Detomas ha auspicato che il Consiglio valorizzi le differenze, perché purtroppo «di questi tempi i diritti delle minoranze vengono considerati dei privilegi».
Anche Maurizio Fugatti della Lega ha espresso apprezzamento per la nomina di Dorigatti.
Ha poi proposto per l’ufficio di presidenza il collega Civettini.
«Dobbiamo fare sistema e dobbiamo farlo anche qui dentro, perché il percorso sulle possibili nuove funzioni dell’autonomia della Provincia, sarà comunque difficile anche perché il governo va a prendere le risorse soprattutto nelle regioni del nord. Il 32% di giovani senza lavoro in Valsugana è un dramma per la nostra autonomia. Occorre dare risposte con la nostra autonomia e le nostre risorse.»
Gianpiero Passamani dell’Upt ha evidenziato che «i problemi oggi non hanno colore» e che «il Trentino oggi ha bisogno di risposte forti da dare innanzitutto alla questione del lavoro. Se saremo uniti potremo offrire soluzioni adeguate. La poca voglia che c’è stata nel voto alle ultime elezioni provinciali deve indurci a compiere uno sforzo per recuperare la fiducia nella politica.»
Lorenzo Baratter del Patt ha confessato emozione per questa «nuova esperienza» e ha ricordato la presenza storica degli autonomisti in Consiglio, fin dal 1948 con Clara Marchetto.
Ha poi citato le grandi figure del suo partito: Pruner, Casagranda Fedel, «persone che hanno dato molto all’autonomia e che ci hanno permesso di essere qui oggi».
«L’importante è lavorare con uno spirito di collaborazione al di là delle differenze. Il problema dell’autonomia non è solo economico-finanziario ma anche culturale. Occorre che i giovani prendano più coscienza di che cos’è l’autonomia.»
Baratter ha concluso sottolineando l’importanza del rapporto con la Provincia di Bolzano.
Walter Viola di Progetto Trentino ha evidenziato la novità emersa in aula questa mattina: il fatto che il presidente Dorigatti sia stato eletto con 31 voti non ha precedenti.
«Si tratta di un attestato non solo di fiducia nei suoi confronti ma anche di speranza nei lavori del Consiglio dei prossimi anni.»
«Mi auguro – ha concluso – che quest’impegno corale emerga anche nell’elezione del candidato alla vicepresidenza Mosna, ma sia soprattutto un segnale di una reale volontà di assunzione di responsabilità per fronteggiare la crisi da cui è attanagliata anche la società trentina.»
Nel chiudere il dibattito il presidente Bruno Dorigatti ha dichiarato la propria volontà di accogliere, nel limite del possibile, le istanze delle minoranze, specialmente nella parte in cui sottolineano la centralità del Consiglio, il potenziamento della consulenza del servizio legislativo, della comunicazione e della trasparenza. Per questo ha preannunciato la convocazione già lunedì dell’ufficio di presidenza.