Parliamo di Malattie sessualmente trasmissibili – Di Nadia Clementi
Intervista al dott. Andrea Scardigli, specialista di urologia e andrologia presso la Divisione Multizonale di Urologia di Trento di Rovereto
Le malattie a trasmissione sessuale rappresentano ancora oggi una vera emergenza socio-sanitaria.
A lanciare l’allarme è Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Secondo le stime pubblicate, sono più di 373 milioni le persone affette nel mondo, di cui più di 40 milioni contagiati da HIV, 120 milioni di casi da tricomoniasi e 25 milioni dalla gonorrea.
La liberalizzazione dei costumi sessuali e l’incremento di rapporti intimi tra soggetti diversi, dovuti anche ai consistenti flussi di migranti di questi ultimi anni, hanno contribuito in maniera significativa all’aumento dell’incidenza della malattie sessualmente trasmesse.
Colpiscono uomini e donne di ogni etnia ed età, ma in particolare gli adolescenti che hanno rapporti sempre più precoci.
L’età in cui i giovani scoprono il sesso ogni anno è inferiore, le statistiche dicono che il primo rapporto avviene già in età compresa tra i 13 e i 14 anni.
A questo si aggiungono l’elevato numero di rapporti occasionali e la mancanza di un adeguata consapevolezza di poter incontrare persone infette.
Fondamentale quindi la prevenzione e il rispetto di norme comportamentali igieniche.
Perché nonostante le numerose fonti di informazione affinché certe patologie possano scomparire, aumentano?
Si fa tanto sesso e se ne parla poco, un argomento sul quale c'è una incredibile superficialità, ecco perché è bene parlarne senza pudore con le persone esperte.
Noi, per saperne di più lo abbiamo chiesto al dott. Andrea Scardigli, specialista in urologia e andrologia, dirigente medico presso la Divisione Multizonale di Urologia di Trento, sezione di Rovereto, diretta dal Dr. Gianni Malossini.
Quali sono le malattie sessualmente trasmissibili più frequenti?
«Per fortuna, al contrario di quanto si creda comunemente, l’ infezione da HIV (AIDS) e l’ epatite B e C non sono così frequenti. Attualmente il primo posto in classifica viene occupato dall’ infezione da HPV ( Human papilloma Virus), con la cosiddetta condilomatosi genitale (le greste di gallo nella tradizione popolare), considerata tra le possibili cause di neoplasia genitale, soprattutto a livello del collo dell’ utero, tanto da proporre la vaccinazione per le femmine in età adolescenziale, tanto utile quanto controversa.»
«A seguire, troviamo le infezioni da clamydie, mycoplasmi, trichomonas vaginaris, frequente causa di uretriti e prostatiti nei maschi, e infezioni vaginali e pelviche nella donna, subdole per le loro modeste manifestazioni iniziali, ma di importante impatto per la fertilità; stanno poi ricomparendo alcune infezioni che sembravano sparite, come la sifilide e la gonorrea, a volte di difficile diagnosi da parte di noi medici occidentali proprio per la loro conoscenza solo bibliografica; si assiste infine a un fenomeno di possibile infettività genitale da parte di germi banali e del tutto comuni, come l’ haemophilus influenzalis e i germi enterici ( Escherichia Coli ed Enterococco).»
Sono diffuse solo in certi ambienti?
«Le MTS ( Malattie a Trasmissione Sessuale ) sono diffuse in tutti gli ambienti a prescindere dallo status sociale, ma logicamente sono più frequenti nelle situazioni di elevata promiscuità sessuale e dove scarseggiano i controlli igienico-sanitari e soprattutto l’ informazione specifica.»
Quali le più pericolose?
«Senz’altro a farla da padrone sono l’ infezione da HIV e i virus epatitici, ma tutti i fattori infettanti assumono una diversa pericolosità a seconda della possibilità o meno di diagnosi precoce, il tasso di trasmissibilità e il possibile impatto sulla funzione urinaria e sessuale e sulla fertilità.»
In che modo avviene il contagio?
«Ogni tipo di modalità sessuale può trasmettere un’infezione, e a questo riguardo è molto importante l’ informazione e la consapevolezza che le protezioni vanno adottate non solo nei rapporti sessuali propriamente detti.»
Rapporti sessuali orali e anali possono favorire l’insorgenza di infezioni? Se sì, quali?»
«I germi che più frequentemente possono essere trasmessi in queste modalità, oltre che i virus dell’HIV e dell’Epatite B e C, sono i germi fecali e i micoplasmi, di cui è ricchissima la flora orale, soprattutto in caso di carie dentali o infezioni gengivali; direi che proprio in questo tipo di contatti è di fondamentale importanza la protezione.»
Attraverso il bacio profondo si possono trasmettere malattie? Se sì, quali?
«La saliva contiene delle sostanze naturalmente disinfettanti, per cui la trasmissione di malattie sessualmente trasmesse propriamente dette è abbastanza remota. Naturalmente i virus presenti nelle secrezioni salivari, come l’ HIV e i virus epatitici, possono essere trasmessi, così come diffuse malattie come la mononucleosi o le infezioni da citomegalovirus, peraltro normalmente ad andamento del tutto benigno.»
È vero che le donne sono più esposte al contagio? Se sì, perché?
«Le donne sono più esposte per la fragilità delle mucose vaginali rispetto alla cute del pene. Inoltre alcune pericolose infezioni, come la sopracitata condilomatosi genitale, possono venire diagnosticate tardivamente per il loro sviluppo all’interno del canale vaginale e quindi nascoste all’ispezione esterna.»
Quali sono le malattie che l’uomo portatore sano può trasmettere alla donna nell’atto sessuale e quali le malattie che la donna portatrice sana può trasmettere all’uomo con l’atto sessuale?
«Non esistono portatori sani di MTS, ma soggetti in cui le manifestazioni possono non essere palesi o essere di modesta entità, e pertanto diagnosticabili solo mediante specifiche indagini cliniche.»
È vero che gli uomini hanno meno possibilità di contrarre malattie durante l’atto sessuale?
«Nei maschi, come riportato prima, la cute del pene è in genere più spessa e resistente rispetto alla mucosa vaginale. Naturalmente ciò non vale per le altre possibilità di lesione mucosa, come i rapporti anali.
«Inoltre l’uretra maschile è lunga circa 12-14 cm, e ciò costituisce un fattore protettivo nei confronti delle infezioni prostatiche e testicolari, al contrario di quanto può avvenire per le infezioni vaginali e tubo-ovariche.»
Quali sono i sintomi principali, e quali devono allarmare maggiormente?
«Molte volte i sintomi precoci sono subdoli e di scarsa rilevanza. Attenzione va data a qualsiasi tipo di secrezione uretrale (il cosiddetto scolo), alterazioni dell’aspetto della cute peniena o vulvare, lesioni cutanee o mucose tipo ulcerette o piccole piaghe, bruciori o pruriti intimi ( attenzione a soluzioni troppo semplici e commerciali come lavande ecc.), sintomi generali come febbre inspiegabile, disturbi urinari e dolori al basso ventre.»
Una persona dall’apparenza sana e florida corre meno rischi di rimanere infetta?
«Assolutamente no. I virus e i germi a trasmissione sessuale non badano molto all’ aspetto esteriore della persona; naturalmente chi versi in condizioni di scarsa igiene o di scadenti condizioni generali (ad esempio anoressici, alcolisti, tabagisti, assuntori di sostanze tossiche ecc.) sono più esposti a tutti i rischi infettivi.»
Come proteggersi dalle malattie a trasmissione sessuale?
«La prima e più importante modalità di protezione nasce dall’ informazione capillare e senza falsi pudori. Inoltre è molto importante mettere a disposizione soprattutto degli adolescenti e della popolazione più a rischio i presidi protettivi (preservativi ecc.) nel modo più capillare possibile; a tale scopo molto utili sono i distributori presenti presso i Consultori.
«Naturalmente è molto importante la diffusione dei presidi sanitari in grado di fare diagnosi e prevenzione, con modalità di accesso a bassa soglia.»
Quali le precauzioni? È sufficiente l’ uso del profilattico per evitare qualsiasi rischio?
«L’ utilizzo corretto del profilattico in tutte le modalità di contatto sessuale è di fondamentale importanza per la prevenzione del contagio. Molto importanti sono poi l’igiene genitale e l’evitare la promiscuità sessuale. Aanche la diffusione della vaccinazione contro alcuni ceppi di HPV può contribuire a limitare la diffusione di queste malattie; naturalmente il rischio zero non esiste, per cui la vigilanza va mantenuta il più efficacemente possibile.
Quanto l’abuso della pillola blu (viagra), usata per la disfunzione erettile ha contribuito all’aumento dell’attività sessuale e con quali conseguenze?
«Non ho la percezione che l’ introduzione dei farmaci per la terapia orale della disfunzione erettiva, almeno nei nostri paesi, abbia aumentato il tasso di trasmissione delle MTS, che restano appannaggio prevalentemente delle fasce d’età giovanili. Infatti in genere i soggetti che assumono questi farmaci, che ricordo vanno sempre utilizzati su prescrizione medica, sono ben consci dei rischi di contagio e conoscono bene le modalità protettive.
«Diverso è il discorso relativo all’utilizzo sommerso di questi farmaci, soprattutto a scopo di sballo, magari mischiati a sostanze allucinogene o eccitanti, o reperiti attraverso canali alternativi tipo internet e simili; ciò può favorire un utilizzo fuori da qualsiasi controllo e quindi ad alto rischio.»
Le Istituzioni forniscono informazioni sufficienti?
«Direi che almeno da noi le istituzioni sanitarie e scolastiche si pongono il problema e l’ obiettivo di fornire una informazione ed educazione il più capillare possibile, attraverso la rete dei consultori, dei preventori per le MTS e dei consulenti sanitari all’ interno dei programmi scolastici.
«Naturalmente se ciò e più agevole per le realtà cittadine, a volte è più difficile per quelle periferiche; c’ è poi tutto uno strato di popolazione (immigrati ecc.) di difficile raggiungimento e pertanto più esposto ai rischi.»
Suggerimenti e consigli?
«Formare i formatori, cioè creare sempre più figure capaci di diffondere le informazioni e soprattutto la cultura delle buone pratiche anche in campo sessuale, a partire dai cosiddetti pari, cioè soggetti della stessa fascia sociale (ad esempio scolastica) capaci di trasmettere messaggi semplici ed immediati.
«Molto importante, degna di ogni gratitudine e supporto e senz’altro da incentivare è l’opera dei volontari di strada, semplici cittadini che prestano il loro tempo nell’ assistenza e aiuto alle fasce più deboli ed esposte ai rischi.
«Soprattutto nella diffusione dell’ informazione non bisogna nascondersi dietro a facili pudori e perbenismi, perché chiunque abbia dei figli in età adolescenziale sa quanto il pericolo sia sempre in agguato.»
Nadia Clementi
Dr. Andrea Scardigli Nato a Trento il 14 maggio 1958, e residente in Via Di Madonna Bianca. Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’ Università degli Studi di Verona nel 1985. Diploma di Specializzazione in Urologia conseguito presso la stessa Università nel 1990. Diploma di Specializzazione in Andrologia conseguito presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ università degli Studi di Pisa nel 1993. Dirigente Medico di I livello presso l’ Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento - Divisione Multizonale di Urologia dell’ Ospedale Santa Chiara di Trento – sezione di Rovereto, attualmente diretta dal dr. Gianni Malossini, dal luglio 1989 a tutt’ oggi (attualmente Dirigente Medico di I livello). Dal mese di Gennaio 2010 è titolare di alta specializzazione in Andrologia presso l’ Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto. Socio delle seguenti Società Scientifiche: - Società Italiana di Andrologia ( nel ruolo di Consigliere della Sezione Triveneta dal 2010 ) - Club Italiano di Andrologia Ha preso parte all’ organizzazione, in qualità di membro della Segreteria Organizzativa e Scientifica, ed ha partecipato, anche in qualità di relatore e moderatore, a numerosi Corsi, Congressi, Convegni ed Incontri Scientifici a carattere Nazionale ed Internazionale. Ha frequentato numerosi corsi di aggiornamento specialistici ed extraspecialistici. Ha collaborato alla stesura di numerosi lavori scientifici, pubblicati su Abstracts e Riviste Scientifiche Nazionali ed Internazionali. Ha collaborato alla realizzazione del volume Basic Research in Urological Oncology. Karger AG, Basel, 1996. Ha collaborato, in qualità di docente, a svariati corsi presso Associazioni pubbliche e private e presso Scuole Statali, promuovendo l’ attività informativa e preventiva in campo uro-andrologico. ATTIVITA’ DI SERVIZIO Partecipa attivamente a tutte le attività clinico-diagnostiche e terapeutiche di Reparto ed Ambulatoriali, svolgendo regolare servizio di pronta disponibilità e reperibilità. Partecipa alle attività scientifico-editoriali e di ricerca. Utilizza il supporto informatico. Si occupa della video-documentazione chirurgica. Si occupa in modo particolare e continuativo della diagnostica urodinamica, video-urodinamica ed elettromiografica dei disturbi della minzione e della continenza. Come Specialista in Andrologia, esercita regolare e continuativa attività diagnostica clinico-strumentale, con particolare riferimento al test NPT - studio dell’ attività erettiva notturna - e terapeutica nel campo dei disturbi dell’ erezione e della fertilità maschile, essendosi anche recentemente proposto promotore, in collaborazione con l’ Unità Operativa di Salute Mentale e altri servizi di diagnostica strumentale ( Chirurgia Vascolare, laboratorio di analisi Microbiologiche e di Citogenetica ecc. ), di un progetto di integrazione interdisciplinare del Modulo suddetto. |