Si è spenta a Roma Anna Proclemer. Aveva quasi 90 anni
Nata a Trento quasi per caso, non dimenticò mai le sue origini. E i Trentini la considerarono sempre concittadina – Quell’ultima «intervista»
Sì è spenta oggi a Roma Anna Proclemer.
Era nata a Trento il 30 maggio 1923 ed è stata una delle più grandi attrici contemporanee del teatro italiano.
Anna ha sempre sottolineato come la sua nascita a Trento fosse stata casuale, dato che la sua famiglia si era trasferita da poco e lei lasciò presto il capoluogo trentino per Roma.
Ma i Trentini l’hanno sempre considerata sua, una concittadina illustre. La più grande. E lei spesso veniva a Trento per ringraziare la città che le aveva dato i natali.
Anna Proclemer aveva debuttato nel 1955 con la sua Alfa Romeo Giulietta Sprint (la vediamo nella foto di lato) in «Nostra Dea di Massimo Bontempelli» con il Teatro dell'Università di Roma.
Durante la guerra ha recitato con il Teatro delle Arti di Anton Giulio Bragaglia, in seguito con la compagnia dell'IDI, la compagnia Pagnani-Cervi e quella di Ricci.
Ha lavorato con Vittorio Gassman e Luigi Squarzina al Teatro d'Arte e, ancora, al Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio Strehler.
Nel 1946 si sposata con lo scrittore Vitaliano Brancati, dal quale però ha divorziato poco prima della morte di lui, nel 1954. Con lui ebbe una figlia, Antonia.
Al cinema è protagonista di un unico film, «Malìa» del 1946. Successivamente ha interpretato ruoli da non protagonista, ma nel contempo è stata scelta da Raffaello Matarazzo come doppiatrice di Yvonne Sanson in numerose pellicole, e dove ha doppiato anche il ruolo di Anne Bancroft in «Anna dei miracoli», ruolo che sarà anche suo in una famosa riduzione televisiva andata in onda nel 1968 e più volte replicata.
Nel 1956 ha inaugurato un lungo sodalizio artistico con Giorgio Albertazzi.
Del 1957 è la sua prima apparizione televisiva in «L'idiota», alla quale fecero seguito molte altre, soprattutto in riduzioni di spettacoli teatrali.
Il suo repertorio teatrale comprende, fra l'altro, testi di Pirandello, George Bernard Shaw, Lillian Hellman, D'Annunzio, e dello stesso Vitaliano Brancati (La governante).
Nella foto di fianco, a colloquio con l'allora sindaco di Trento Edo Benedetti.
Sei anni fa venne a Trento e concesse un’intervista alla stampa locale.
Comportandosi da vera diva di altri tempi, non aveva rilasciato interviste alle emittenti radio televisive locali, accettando solo la Rai come unica interlocutrice.
Prendendo atto di questo singolare comportamento, noi che eravamo presenti non ce l'eravamo sentita di dirle che il nostro giornale veniva pubblicato su Internet…
Però il sottoscritto era riuscito lo stesso a farle un’intervista davvero unica, quanto meno emozionante.
«Nella cala tranquilla…» – Esordii, gettando l’esca.
Era l’inizio dell’ode di D’Annunzio intitolata «L’onda». Un capolavoro linguistico onomatopeico, anche se il contenuto non superava il valore di un bel quadro di paesaggio. Ma era anche una delle poesie più difficili da leggere e soprattutto interpretare.
A quelle tre parole, Anna aveva dimostrato un improvviso interesse di artista, una specie di ritorno alla vita.
«…Scintilla!» – Aveva aggiunto per concludere la frase, guardando con curiosa attenzione il sottoscritto direttore di un quotidiano... online. Cercò di capire se fosse un bluff o se conoscessi davvero l’Onda di d’Annunzio.
«Intesto di scaglia – continuai, – come l’antica lorica del catafratto…»
«Il mare!» – Aggiunse.
«Sembra trascolorare.»
«S'argenta? s'oscura?»
«A un tratto, come colpo dismaglia l'arme, la forza del vento l'intacca.»
«Non dura. Nasce l’onda fiacca, subito s’ammorza…»
Ancora uno sguardo penetrante, poi l’intervista finì lì. Ci eravamo detti tutto e di più.
Lei riscoprì una pagina probabilmente dimenticata dalla sua vita artistica, io mi sentii emozionato per aver recitato con la grande Anna Proclemer.
Una sciocchezza? Forse. Però non dimenticherò mai il suo sguardo quando palesò il suo interesse per le parole di D'Annunzio pronunciate dal sottoscritto.
Riposa in pace, Anna. Sei stata grande.
G. de Mozzi.