Inaugurato il Memoriale dei Trentini caduti nella Grande Guerra
Riporta i nomi di tutti i nostri 11.400 eroi. Si intitola «Nel cuore nessuna croce manca» e sarà aperto al pubblico in Regione fino al 14 febbraio
È stato inaugurato oggi il Memoriale
intitolato con i versi di Ungaretti «Nel cuore nessuna croce manca»
il «memoriale» che ricorda i nomi degli 11.400 soldati trentini
morti nella prima guerra mondiale su entrambi i fronti.
«Oggi risarciamo un torto causato dalla Storia dei vincitori - ha
detto l'assessore Franco Panizza nel suo
intervento commemorativo. - Un torto che ha ucciso due volte questi
figli della nostra terra: la prima volta quando caddero indossando
la divisa dell'esercito asburgico, la seconda quando vennero
dimenticati e sepolti sotto la polvere dell'oblio. Ora, grazie
all'impegno degli storici, dei musei e di molti semplici cittadini,
tutti questi nomi ci invitano a superare i nazionalismi. Oggi il
Trentino raccoglie i tasselli della propria storia per guardare
avanti e per costruire l'Europa delle regioni.»
Alla cerimonia sono intervenuti Alberto Miorandi,
presidente del Museo Storico della Guerra di Rovereto, Stefano
Graif, vicepresidente della Fondazione Museo Storico del Trentino,
Pavel Pencakowski, docente di Belle Arti all'Università polacca di
Cracovia e curatore della mostra «Giardini d'Europa. Cimiteri di
guerra austro-ungarici in Galizia» che affianca l'esposizione del
Memoriale, Heinrich Schöll, presidente della Croce Nera austriaca,
il tenente colonnello Riccardo Labella per «Onor Caduti», l'ente
del Ministero della Difesa preposto alle onoranze per i militari
deceduti, Krzystof Strzalka, Console generale di Polonia a
Milano.
Presenti anche Hermann Hotter, presidente della
Croce Nera tirolese, Christian Haager, Comandante dei Kaiserjäger
tirolesi, i rappresentanti di alcune Compagnie di Kaiserjäger
tirolesi (Jenbach, Schwaz) e della Kaiserjäger di Lavarone.
«Quello di oggi - ha ancora detto l'assessore Franco
Panizza nel suo intervento, - è un momento importante per
tutti noi. Oggi il Trentino recupera una parte significativa della
propria storia, ma anche una pagina della propria identità. Quella
che il Trentino visse e patì nel corso della prima guerra mondiale
fu una doppia tragedia: al dramma della morte sul fronte austriaco,
infatti, si aggiunse il dramma del silenzio, della vergogna. Il
ricordo delle migliaia di giovani trentini morti dalla parte dei
vinti venne conservato sotto le ceneri solo nelle famiglie: oggi
riemerge al lutto pubblico, oggi possiamo onorare apertamente il
loro sacrificio.»
Sono 11.400 i nomi e cognomi dei soldati trentini che sono stati
scritti uno accanto all'altro - indipendentemente dal fronte di
guerra per cui combatterono - su un pannello circolare lungo circa
45 metri e che per due settimane sarà aperto al pubblico (dalle 9
alle 13 e dalle 14 alle 18).
Il loro recupero è il frutto di un lavoro durato molti anni
condotto dagli storici, dagli archivisti e dai ricercatori del
Museo Storico della Guerra di Rovereto e della Fondazione Museo
Storico del Trentino, coordinati da Lodovico Tavernini, che si è
avvalso anche della collaborazione di moltissimi semplici cittadini
che hanno messo a disposizione fotografie, lettere e cimeli.
«Ma non è un memoriale compiuto, finito - ha ricordato
Alberto Miorandi, presidente del Museo Storico
della Guerra di Rovereto. - Il lavoro prosegue e a questo proposito
chiediamo ancor una volta il contributo di tutti coloro che hanno
memoria di un qualche parente caduto, perché ci forniscano altri
dati in modo da completare la ricerca avviata.»
«Nel cuore nessuna croce manca» non è però solo memoria dei caduti
trentini.
Una mostra fotografica dal titolo «Giardini degli eroi. Cimiteri di
guerra austro-ungarici in Galizia» racconta le vicende che, anche
in Polonia, videro scomparire nelle nebbie delle ideologie il
ricordo di quei soldati polacchi che furono costretti a militare e
a combattere su fronti contrapposti.
«Solo a partire dal 1989, anno in cui la Polonia si liberò dalle
pastoie comuniste - ha ricordato Pavel
Pencakowski, dell'Università di Cracovia e curatore della
mostra, - abbiamo potuto recuperare l'importanza dei cimiteri di
guerra che, nei decenni precedenti, erano andati via via sparendo
sotto la vegetazione e rimossi dalla memoria degli storici della
comunità.»
«La pubblicazione dei nomi dei nostri caduti nel corso della Grande
Guerra - ha invece ricordato Stefano Graiff,
vicepresidente della Fondazione Museo Storico del Trentino, - è un
momento di straordinaria importanza per la costruzione del nostro
futuro. Se Auschwitz e Marcinelle, per tematiche storiche
differenti, costituiscono pietre miliari per la costruzione
dell'Europa, i cimiteri di guerra conservati sul territorio del
Trentino sono le pietre miliari della nostra Autonomia.»
Heinrich Schöll, presidente della Croce Nera,
l'organismo che ha come missione la conservazione e la manutenzione
dei cimiteri di guerra, ha cercato di spiegare l'attività dell'ente
che presiede.
«Solo quando le persone non vengono più ricordate, sono morte
veramente. È partendo da questa semplice constatazione che noi,
invece, siamo impegnati a mantenere la memoria dei soldati morti
combattendo in guerra. Lo dobbiamo a tutte queste persone strappate
alla loro gioventù, ma lo dobbiamo anche a noi. Solo chi conosce la
propria storia è capace di capire il presente e di costruire il
futuro. Quello della Croce Nera, in definitiva, è un lavoro per la
Pace.»
Il tenente colonnello Riccardo la Bella, parlando
invece a nome del Ministero della Difesa e dell'ente preposto alle
onoranze funebri militari «Onor Caduti», ha promosso tutti gli
11.400 uomini ricordati nel Memoriale di Trento a «eroi di
guerra».
«Con questa iniziativa non intendiamo ricordare il sacrificio di
tutti questi soldati. Come nella mitologia greca, anche per loro
noi diciamo che quando il ricordo va oltre la morte, significa che
siamo in presenza di atti di eroismo!»
«Oggi l'impegno che mettiamo sul tappeto e deponiamo ai piedi di
questi Nomi - ha concluso l'assessore Panizza
facendo sintesi di tutti gli interventi, - è quello di continuare
il lavoro per far riemergere la memoria dei nostri caduti e per
restituire loro interamente la dignità che meritano. Vogliamo
altresì prendere la loro testimonianza e trasferirla alle giovani
generazioni, perché siano convinte e coscienti che bisogna superare
i nazionalismi, bisogna raccogliere i tasselli della nostra storia,
bisogna fare unità per realizzare quella Euro-regione che si
colloca, nel cuore dell'Europa, come terra di incontro, di dialogo,
di condivisione e di pace. La presenza di soldati italiani e
austriaci, polacchi e ucraini, serbi e sloveni e di tante,
tantissime altre etnie nei cimiteri di guerra grandi e piccoli che
costellano la Mitteleuropa è la dimostrazione che con la Storia e
la Memoria si recupera proprio quell'idea di Europa delle Nazioni,
delle Culture, delle Regioni. Auspico che quanto prima tutti questi
valori trovino concretezza in una specifica Giornata della Memoria,
che è mia intenzione proporre per ricordare i Caduti di tutte le
Guerre.»
Al termine della cerimonia l'onorificenza della Croce Nera
Austriaca è stata consegnata ufficialmente ad Alberto
Miorandi, presidente del Museo Storico della Guerra di
Rovereto, e al ricercatore Lodovico Tavernini.
Nel pomeriggio, invece, con una semplice cerimonia alla quale ha
preso parte l'assessore Panizza, il Memoriale e la mostra
fotografica sui cimiteri di guerra in Galizia sono state
ufficialmente aperte al pubblico.