Legge provinciale sulle Pari Opportunità/ 5 – Di Minella Chilà
Il Registro provinciale co-manager, uno strumento di conciliazione per le imprenditrici raccontato da Flavia Angeli e Maria Luisa Bertoluzza
Il nostro giornale ha pubblicato numerosi articoli sulla nuova legge approvata il 18 giugno scorso sulle «pari opportunità», occupandosi in particolare delle misure previste per favorire la conciliazione vita lavorativa e vita familiare.
Tra gli strumenti, un posto d'onore spetta al «Registro provinciale Co-manager».
Il progetto, avviato dal gennaio 2011, all’inizio ha coinvolto l'Associazione Artigiani e piccole imprese e la Confesercenti, nel settembre scorso vi ha aderito anche la Coldiretti ed in particolare il movimento «Donne Impresa», guidato da Maria Luisa Bertoluzza (foto sotto, a destra).
Il Registro provinciale co-manager è un progetto sperimentale che come ha evidenziato Luciano Malfer - dirigente dell’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili - entra a pieno titolo nelle politiche di conciliazione famiglia-lavoro varate in questi anni dalla Provincia.
«Il progetto – aveva sottolineato l’assessore provinciale Beltrami – ha come obiettivo il sostegno all’imprenditorialità femminile e la conciliazione tra le esigenze professionali e quelle personali. Sostenere le donne che lavorano significa anche sostenere le famiglie nel loro complesso.»
In questo articolo abbiamo chiesto a due delle protagoniste del protocollo, di raccontarci questa esperienza e molto altro...
Flavia Angeli (foto sotto, a sinistra) Presidente Confartigianato Donne Impresa di Trento - Presidente Consorzio Estrattivo Trentino, è una donna forte e volitiva che crede fortemente nella rete tra donne.
Se andate a guardare la sua pagina in Facebook non può certo sfuggirvi la citazione «Ho sempre pensato che il successo di una donna possa contribuire al successo di un'altra donna (Gloria Vanderbilt – 1924).»
L'anno scorso, partecipando alla manifestazione «Confini diversi, il Fattore donna dell'economia che verrà», promossa da ConSolida (Consorzio di Cooperative Sociali) e dal Comune di Trento, avevamo raccolto la sua testimonianza come donna imprenditrice.
«Provengo da una famiglia di artigiani. Insieme a mio fratello ho rilevato l'attività di famiglia e adesso dirigo un'azienda prettamente maschile, visto che tratta l'estrazione di ghiaia e sabbia.
«Sono fermamente convinta che fare rete tra imprenditrici sia una grande risorsa da cui attingere per uno scambio e un confronto continuo su temi comuni.
«La mia esperienza con il Tavolo dell'occupazione è, e continua ad essere, positiva sotto tutti gli aspetti sia come persona che come donna. Non è stato facile conciliare lavoro e famiglia, ma grazie alla condivisione di responsabilità con mio marito e alla rete familiare sono riuscita nel difficile compito di mamma/imprenditrice.»
Maria Luisa Bertoluzza è una donna schietta, diretta, alla mano.
Abbiamo parlato di conciliazione e ci ha sottolineato che le imprenditrici agricole, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, hanno bisogno di confrontarsi su questo tema.
«Nonostante la percentuale delle imprenditrici agricole in Trentino occupate sia la più bassa del Nord Italia, non ci si deve dimenticare l'importanza di questo comparto tutt'altro che secondario per lo sviluppo del nostro territorio.
«Inoltre, le donne in agricoltura sono cambiate: oggi c’è la consapevolezza di intraprendere un progetto imprenditoriale.»
In un recente Convegno promosso dalla Coldiretti svoltosi a Riva del Garda con l'obiettivo di indagare il rapporto tra imprenditoria femminile ed agricoltura, alla ricerca delle politiche di sviluppo di settore, Maria Luisa Bertoluzza ha dichiarato che «noi donne siamo la chiave di ogni sfida che il nostro territorio, così problematico, così aspro, quotidianamente ci pone. La chiave sta proprio nella nostra capacità di differenziare il lavoro, nel trovare con creatività e sacrificio ogni modo possibile per poter produrre».
«Il ruolo delle donne nel comparto agricolo non è solo produttivo, – ha evidenziato Maria Luisa Bertoluzza – ma in un certo senso anche conservativo della nostra storia e della nostra tradizione, infatti, non abbandoniamo i nostri posti, la nostra montagna e la nostra campagna, ma rimaniamo qui dove costruiamo le nostre famiglie.»
Ci racconta che le donne in agricoltura sono cambiate.
«Un tempo ci si trovava l’azienda sulle spalle, oggi c’è la consapevolezza di intraprendere un progetto imprenditoriale in questo settore. Le nuove generazioni hanno imparato dalle nostre contadine a far rispettare i propri diritti, a farsi riconoscere il proprio lavoro.»
Un auspicio? Che in politica le donne imprenditrici trentine possano contare di più, anche nelle stanze del potere.
Alle due battagliere imprenditrici abbiamo chiesto quali saranno, secondo loro, i vantaggi concreti del Registro Provinciale co-manager?
ANGELI
Dal 18 settembre scorso, in seguito alla sottoscrizione dell'accordo da parte di Coldiretti, ci sarà la possibilità di farsi sostituire anche per le donne agricoltrici. L'artigiana, commerciante o agricoltrice a seguito di maternità o per problemi di salute, collegati ad un figlio o ad un anziano, potrà decidere di farsi aiutare in azienda da una collaboratrice/collaboratore attinta/o dal Registro Provinciale Co-Manager - dove sono iscritte già una quindicina di ex imprenditrici e/o ex dipendenti con almeno 5 anni di esperienza - in modo da potersi dedicare con più tranquillità alla crescita del proprio figlio/a nei primi mesi di vita.
Si tratta di un'opportunità da non perdere per coloro che vogliono preservare le proprie aziende ed allo stesso tempo potersi dedicare con rilassatezza a quel magico momento che è la nascita di un figlio. Sottolineo un aspetto da non sottovalutare, in un momento di difficoltà economica e finanziaria come quello attuale, ossia l'aiuto concesso per tale sostituzione dalla Provincia tramite l'Agenzia del Lavoro, aiuto davvero importante.
BERTOLUZZA
Con la nostra adesione al Registro di Co-manager Donne Impresa Coldiretti Trento intende dare l'opportunità alle imprenditrici agricole di avvalersi di una persona qualificata per sostituirle in qualità di conduttrici d'azienda.
Una responsabilità questa, che esula da una mera assunzione di un'operaia agricola. Di fatto con questo strumento la conciliazione famiglia/lavoro è oggi attivata anche nel settore primario.
Il Registro rappresenta uno degli strumenti per sostenere la conciliazione lavoro/famiglia che risulta essere ancora troppo penalizzante per la componente femminile.
A vostro avviso quali altri strumenti dovrebbero essere previsti per sostenere l'occupazione femminile?
ANGELI
Parliamo sempre di donne, lavoro e conciliazione, ma dovremmo iniziare a parlare soprattutto di famiglia. Se vogliamo pensare di sostenere l'occupazione femminile dobbiamo pensare al sostegno alla famiglia che, ancora oggi, grava per la maggior parte sulle spalle delle donne.
Vero è che il cambio culturale ha iniziato a manifestare i suoi primi passi, vedasi quanti giovani padri contribuiscono in famiglia alla cura dei figli, ma siamo ancora lontani dal raggiungere certi livelli che possano davvero significare aiuto e sostegno per l'occupazione femminile.
Altro aspetto che fino ad ora non è ancora stato toccato, in riferimento all'imprenditoria femminile, è la tutela per la maternità a rischio, che per le dipendenti è un diritto acquisito. Ci sarebbero poi da affrontare i problemi di conciliazione lavoro/famiglia anche pensando ai figli in età scolastica, non solo 0/3 anni, con tutto quello che ne consegue.
BERTOLUZZA
La conciliazione lavoro/famiglia, se ben amministrata, è un aspetto distintivo del settore agricolo. Lo strumento Registro co-manager potrà sicuramente sostenere ed elevare ulteriormente il connubio tra sfera lavorativa e vita famigliare.
Credo che nell'ambito del comparto agricolo anche l'occupazione al femminile abbia un strumento come il P.S.R. - Piano di Sviluppo Rurale, utile a favorire nelle sue diverse articolazioni e misure incentivanti, le pari opportunità tra uomo e donna.
Come siete riuscite a conciliare la sua vita personale con quella lavorativa?
ANGELI
Ho potuto conciliare grazie all'aiuto e alla condivisione con mio marito, e al sostegno dei nonni, sia materni che paterni che non si tirano mai indietro rispetto alle nostre esigenze.
Tre figli in quattro anni, non è stato semplice, l'ho fatto con grande fatica e tenacia, ma con grande entusiasmo che è comune a chiunque si metta in proprio.
Tutt'ora non è finita, spesso si parla di conciliazione riferendosi ai primi anni di vita dei figli, dimenticandosi che quando crescono ed arrivano all'età dell'adolescenza la gestione diventa anche più critica, a volte anche difficile, e qui aiuti proprio non ce ne sono.
BERTOLUZZA
Come ho già detto prima nel nostro lavoro c'è lo spazio per organizzarci la vita familiare e, a 58 anni, posso dire serenamente che la mia attività non ha ostacolato il mio impegno di madre di 4 figli, anzi li ho coinvolti in uno stile di vita rurale che mi ha perfino facilitato il compito, molto impegnativo, di genitore.
Il mio impegno al di fuori della famiglia, invece, in un certo periodo l'ho messo "in attesa" e l'ho recuperato quando i ragazzi hanno raggiunto una certa autonomia. Credo che, senza accorgermene, abbia saputo prendermi tutto il tempo necessario per il lavoro e la famiglia ogni volta che uno o l'altra richiedevano ciò e anche con una gran dose di organizzazione.
Certo le giovani donne, in generale, vivono oggi in un mondo frenetico, nel nostro settore certi tempi sono ancora dettati dai tempi della natura e allora mi auguro che sempre più giovani donne scoprano il nostro mondo!
Potreste dare qualche consiglio a chi decidesse di intraprendere un'attività in proprio, in questo periodo di crisi del Paese?
Quali sono gli elementi di cui occorre assolutamente tenere conto?
ANGELI
Sono per promuovere l'auto-imprenditorialità a tutti i livelli, sia essa giovanile o femminile, o anche per chi voglia tornare a mettersi in gioco dopo gli anni dedicati alla famiglia, con i figli ormai cresciuti ed indipendenti.
Per le donne rappresenta una maggiore opportunità, poiché in taluni settori potrebbe rappresentare un modo per conciliare famiglia/lavoro, laddove non esistano orari di lavoro stabiliti e fissi, magari potendo gestire gli stessi a proprio piacere.
Ora ci sono pure degli incentivi per le nuove imprese giovanili e femminili, e se sono giovani donne a mettersi in gioco il vantaggio cresce, certo che bisogna partire da un'idea ed essere pronti a mettersi in gioco considerando il rischio d'impresa.
Se poi strada facendo arriva un figlio, nessun problema basta che l'imprenditrice si faccia aiutare dalla Co-Manager, che altro non è che una collaboratrice.
BERTOLUZZA
La scelta di intraprendere l'attività di imprenditrice agricola non nasce dal niente, nel senso che una condizione indispensabile per attuarla è la consapevolezza che l'impegno va aldilà del canonico orario di lavoro dopo di che l'azienda agricola ha la possibilità per quel carattere di multifunzionalità e diversificazione, come sancisce anche il codice civile nell'art.lo 2135, di dare all'imprenditrice una gamma di altre possibilità per integrare il proprio reddito.
Minella Chilà
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