Un libro di Ramiro Pinilla: «L' albero della vergogna»

Nel racconto, che si svolge in Spagna dopo la vittoria di Franco, una confessione che gela il sangue ma che chiede il perdono dei lettori

Titolo: L' albero della vergogna
Autore: Ramiro Pinilla
 
Traduttore: Raul Schenardi
Editore: Fazi 2020
 
Pagine: 279, Brossura
Prezzo di copertina: € 18
 
 Descrizione 
All’indomani della vittoria di Franco, il piccolo paesino di Gexto, nei Paesi Baschi, è un luogo paralizzato dalla paura: rappresaglie ed esecuzioni da parte di «quelli della Falange» sono all’ordine del giorno, e poco a poco gli uomini stanno scomparendo: alcuni sono caduti in guerra, altri vengono portati via in passeggiate dalle quali non si fa più ritorno, oppure fucilati di fronte alle loro famiglie, fra le grida delle loro donne.
Ma chi c’è dall’altra parte? Altri uomini.
Questa è la storia di Rogelio Cerón, uno di loro, un falangista ventenne che fa quello che fa senza sapere bene perché.
Un giorno uccide un maestro repubblicano sotto lo sguardo del figlio, un bambino di dieci anni; per lui niente sarà mai più lo stesso, quegli occhi gli rimarranno impressi nella memoria per sempre: occhi fissi, freddi, che non piangono, ma che promettono vendetta.
 
Trent’anni dopo, gli abitanti del paesino si chiederanno quale mistero si celi dietro la figura solitaria del «pover’uomo della baracca», che da molto tempo conduce una vita da eremita prendendosi cura di un albero di fico, sopportando in silenzio l’assedio di un vicino convinto che sotto la pianta ci sia un tesoro.
Cosa si nasconde, realmente, sotto quell’albero? Qual è il suo significato?
Per la prima volta nelle librerie italiane questo memorabile romanzo di Ramiro Pinilla, autore di culto del Novecento spagnolo riscoperto grazie a Fernando Aramburu.
Un romanzo magistrale sulla vendetta e sul perdono, sulle sconfitte e le umiliazioni, sulla memoria di un popolo, le ferite di un’intera generazione e la forza dirompente della Storia, che entra nella quotidianità e la stravolge.