La «Quietanza liberatoria» nella storia del Trentino
Alla Fondazione Caritro di Trento presentato il volume di Mauro Marcantoni – Fugatti: «Un percorso di consapevolezza della nostra capacità di autogoverno»
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È stato presentato oggi alla sala conferenze della Fondazione Caritro a Trento il volume di Mauro Marcantoni «Un caso esemplare di pacificazione etnica: Austria e Italia e la quietanza liberatoria del 1992», recentemente pubblicato nella collana Grenzen/Confini della Fondazione Museo storico del Trentino.
Sulla base di documenti d’archivio e delle testimonianze di alcuni protagonisti, il testo ripercorre gli eventi e i principali passaggi che, l’11 giugno 1992, hanno portato alla risoluzione della vertenza ONU aperta negli anni Sessanta dall'Austria nei confronti dell'Italia sulla questione sudtirolese.
Una questione profondamente segnata da un grado di complessità e di straordinarietà che ne fa una vicenda unica.
«Ho sfogliato questo volume e mi hanno colpito alcuni aspetti, – ha detto il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, presente all'evento, che ha ripercorso alcune tappe fondamentali della storia del nostro territorio, dalle prime forme di autogoverno alla nascita del GECT Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino. – Come presidente dell'Euregio ho incontrato a Vienna i più alti esponenti istituzionali austriaci e la loro consapevolezza dei nostri legami è molto alta.
«Penso che questo sia un percorso che porta a crescere anche la nostra consapevolezza, perché a volte c'è una tendenza trentina a sottovalutarsi, ma dobbiamo renderci conto di ciò che siamo stati nel corso della storia, come delle nostre radici e del substrato del nostro autogoverno», – ha detto ancora Fugatti.
Alla presentazione sono intervenuti anche il già presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder e il presidente della Fondazione Museo storico del Trentino Giorgio Postal.
«Nel lungo e accidentato itinerario che ha portato al rilascio della quietanza liberatoria anche la politica e l'amministrazione trentina hanno dato un contributo significativo, soprattutto attraverso il confronto nella Commissione paritetica dei Dodici.
«Basti pensare alla elaborazione e alla formulazione del testo che ha consentito lo sblocco finale, quello che ha messo in stretta correlazione il Pacchetto e la sua attuazione con l'Accordo di Parigi con specifico richiamo alla Autonomia della Regione Trentino-Alto Adige e delle province autonome di Trento e Bolzano.
«Dunque anche a quella di Trento. Non va dimenticato – ha concluso Postal – che la notevole mole di norme di attuazione elaborate dalla Commissione paritetica, una sorta di costituente permanente dell'Autonomia, è stata la premessa imprescindibile per l'attuazione del Pacchetto.
«Una sede dove il confronto fra Trento e Bolzano è stato costante, consentendo nel contempo di presentarsi uniti di fronte allo Stato.»